Il reddito di cittadinanza, disciplinato dal DL n. 4/2019, da ultimo modificato dalla legge di bilancio 2023, è una misura abolita dal 2024 dopo la riforma delle misure a sostegno dei cittadini in condizioni di povertà

Cos'è il reddito di cittadinanza

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Il reddito di cittadinanza è una misura di politica attiva che, per espressa enunciazione del Governo, è rimasta in vigore fino al 2023, dopodiché, in virtù della riforma delle misure di contrasto alla povertà, è stata abolita dalla legge di bilancio n. 197/2022, e, sostituita, per le famiglie più in difficoltà a partire dal 1° gennaio 2024 dall'assegno di inclusione.

Come funziona il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è nato basandosi sul presupposto che, secondo i dati Istat, in Italia, chi vive con meno d 780 euro al mese si trova al di sotto della soglia di povertà, importo che può peraltro variare a seconda del numero dei componenti della famiglia.

Il funzionamento del reddito si basa sull'obiettivo di permettere a tutti di raggiungere la predetta soglia e, quindi, di uscire dalla povertà.

L'erogazione del contributo, tuttavia, è subordinata al possesso di determinati requisiti Isee, di età, di patrimonio, di residenza e così via. Inoltre, per non perdere il diritto al reddito di cittadinanza occorre attenersi a precise indicazioni e rispettare determinate regole.

A tale ultimo proposito, si prevede quindi una complessa operazione di verifiche e controlli.

Come chiedere il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza può essere chiesto:

  • in modalità telematica dal sito dell'Inps o dal portale www.redditodicittadinanza.gov.it;
  • in ufficio postale;
  • presso un CAF o un istituto di patronato.

La domanda va inoltrata tramite compilazione dell'apposito modello reperibile anche sul sito dedicato https://www.redditodicittadinanza.gov.it

Per quanto riguarda la domanda, il riconoscimento e l'erogazione concreta del reddito di cittadinanza ecco cosa dispone il decreto:

  • la misura è erogata dall'Inps dopo l'acquisizione dei dati necessari dall'Anagrafe tributaria, dal PRA e dalle altre amministrazioni pubbliche e previa verifica della sussistenza dei requisiti soggettivi e reddituali richiesti dalla legge;
  • il beneficio, una volta riconosciuto, è erogato con Carta RdC che permette di fare acquisti e prelevare 100 euro al mese per ogni individuo (moltiplicato per la scala di equivalenza ex art. 2, comma 5);
  • la Carta RdC può essere utilizzata, in caso di integrazioni nei casi previsti, per pagare il canone di locazione o la rata del mutuo;
  • la Carta non può essere utilizzata per pagare giochi che prevedono vincite in denaro;
  • le movimentazioni delle carte RdC sono messe a disposizione delle piattaforme digitali, tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze, in quanto soggetto emittente;
  • la carta RdC è consegnata dopo il quinto giorno di ciascun mese.

Leggi: Reddito di cittadinanza e pensione: ecco i modelli per fare domanda

Beneficio economico

Con riferimento, invece, al beneficio economico erogato:

  • il RdC si compone di due parti: una a integrazione del reddito familiare, l'altra come sostegno al reddito per pagare il canone di locazione (fino a 3360 euro annui) o la rata del mutuo (fino a 1800 euro annui);
  • la componente del contratto di locazione va corrisposta direttamente al locatore, che la imputa al pagamento totale o parziale del canone convenuto contrattualmente;
  • la misura è esente dal pagamento IRPEF;
  • il RdC decorre dal mese successivo alla domanda e dal 1° gennaio 2023 fino al 31 dicembre 2023 è previsto per la durata massima di 7 mesi. Deroga che però non viene applicata ai nuclei in cui siano presenti componenti con disabilità come definita ai fini ISEE (ai sensi del D.P.C.M n. 159 del 2013), minorenni o persone con almeno sessant'anni di età, per i quali resta quindi invariata la durata di 18 mesi;
  • se il beneficiario del RdC viene assunto come dipendente o intraprende una nuova attività di lavoro autonomo o d'impresa ha l'obbligo di comunicarlo all'INPS a pena di decadenza dal beneficio;
  • la legge di bilancio 2023 prevede però che, in caso di stipula di contratti di lavoro intermittente o stagionale, il maggior reddito di lavoro nel limite dei 3000 euro non concorra alla determinazione del reddito di cittadinanza. Vanno però comunicati all'INPS i redditi che superano detto limite di 3000 euro, con riferimento alla parte eccedente;
  • il beneficiario ha l'obbligo di comunicare all'ente erogatore, entro 15 giorni, ogni variazione patrimoniale che comporta la perdita dei requisiti economici richiesti per beneficiare del reddito di cittadinanza;
  • i detenuti, i ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato, parte del nucleo familiare beneficiario, sono esclusi dal parametro della scala di equivalenza;
  • il RdC è fruito entro il mese successivo a quello di erogazione;
  • il RdC può essere integrato con agevolazioni per il trasporto, la casa, l'istruzione e la salute;
  • esso è compatibile con la NASpI, in presenza di determinati requisiti e con la DIS-COLL;
  • il suo riconoscimento non esclude le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e al gas naturale per le famiglie svantaggiate;

A chi spetta il reddito di cittadinanza

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Il reddito di cittadinanza è riconosciuto esclusivamente al ricorrere di requisiti stringenti e fissati in maniera puntuale dal relativo decreto legge e che determinano la condizione di povertà rilevante per l'erogazione del sussidio.

Vediamo nel dettaglio cosa è richiesto per poter beneficiare del reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza requisiti

Hanno diritto al reddito di cittadinanza, se residenti in Italia da almeno 10 anni, dei quali gli ultimi due, al momento della domanda, in modo continuativo:

  • i cittadini italiani o europei e i relativi familiari titolari del permesso di soggiorno o di quello permanente;
  • i cittadini di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Per accedere al beneficio sono poi richiesti specifici requisiti reddituali, che sono i seguenti:

  • reddito del nucleo familiare del soggetto richiedente inferiore a 9.360 euro annui;
  • patrimonio immobiliare, esclusa la casa di abitazione familiare, non superiore a 30.000 euro;
  • patrimonio mobiliare sotto i 6.000 euro di valore, con un aumento limite di 2.000 euro per ogni componente familiare oltre il primo (fino a un massimo di 10.000 euro), incrementabile ulteriormente di 1000 euro per ogni figlio successivo al secondo e di 5.000 euro per ogni familiare invalido;
  • valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6000 euro annui, da moltiplicare per il parametro corrispondente della scala di equivalenza,
  • nessun componente del nucleo deve essere intestatario di veicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi precedenti di cilindrata superiore ai 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore ai 250 cc, tranne i mezzi per i quali sono previste agevolazioni per i disabili;
  • nessun componente deve risultare titolare di imbarcazioni da diporto e navi;
  • non hanno diritto al reddito di cittadinanza i nuclei familiari al cui interno vi sono soggetti disoccupati dopo 12 mesi dalle dimissioni volontarie.

Leggi: Reddito di cittadinanza: spetta ai coniugi separati"

Adesione al patto per il lavoro e a quello per l'inclusione

Tutti i membri del nucleo familiare non occupati e non iscritti a un corso di studio (tranne i beneficiari della pensione di cittadinanza, del reddito di cittadinanza o di età pari o superiore ai 65 anni, i disabili ed eventualmente chi si prende cura di minori di età inferiore ai tre anni o i membri della famiglia disabili o non autosufficienti) devono:

  • dichiarare la disponibilità immediata al lavoro;
  • stipulare un patto per il lavoro, l'inclusione sociale e la riqualificazione professionale;
  • collaborare alla stesura del bilancio delle competenze, necessario a definire il Patto per il lavoro e rispettarne gli obblighi, che consistono: nella registrazione e consultazione periodica della piattaforma digitale, nel ricercare attivamente un lavoro, nell'accettare l'avviamento a corsi di formazione e riqualificazione professionale, nel sostenere colloqui psicoattitudinali e prove di selezione, nell'accettare almeno una di due offerte di lavoro congrue;
  • partecipare per otto ore settimanali ai progetti culturali, artistici, sociali, ambientale, formativi e di tutela dei beni predisposti dal Comune di appartenenza per dare attuazione al Patto di inclusione sociale.

Obblighi formativi: novità 2023

La legge di bilancio 2023 prevede particolari obblighi formativi per i percettori del reddito di cittadinanza che hanno un'età compresa tra i 18 e i 65 anni. Essi devono essere infatti inseriti in un corso formativo o di riqualificazione personale della durata di 6 mesi, la cui mancata partecipazione comporta la decadenza dal beneficio.

I beneficiari di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno assolto all'obbligo scolastico invece sono tenuti ad iscriversi a corsi di istruzioni di primo livello o che consentano comunque l'assolvimento di detto obbligo.

Leggi anche

- A chi spetta il reddito di cittadinanza

- Reddito di cittadinanza: requisiti, limiti e obblighi

Come si calcola il reddito di cittadinanza

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Il calcolo del reddito di cittadinanza va fatto partendo dal presupposto che, come visto, per poter beneficiare della misura il proprio ISEE non deve superare 9.360 euro e il reddito familiare non deve essere superiore a 6.000 euro.

Tali limiti, tuttavia, crescono in base al numero dei componenti del nucleo familiare, secondo un parametro, definito scala di equivalenza, che prevede una maggiorazione per ogni componente successivo al primo pari allo 0,4 o allo 0,2 a seconda che si tratti di soggetto maggiorenne o minorenne, fino a massimo 2,1 (2,2 per famiglie con disabili gravi).

Calcolo reddito di cittadinanza

La formula è quindi la seguente: 1 + (0,4 x numero di componenti maggiorenni) + (0,4 x numero di componenti minorenni).
All'importo che deriva dall'applicazione di tale formula va poi detratto il reddito familiare dell'interessato, in quanto il reddito di cittadinanza è pari alla differenza tra la soglia di reddito familiare da non superare e il reddito familiare del potenziale beneficiario.
Infine, il risultato ottenuto deve essere diviso per 12.

In tal modo si ottiene l'importo mensile del reddito di cittadinanza.

Esempi

Qui di seguito qualche esempio di calcolo del reddito di cittadinanza massimo che si può ottenere.

Una persona che ha vive da sola ha diritto a un reddito di cittadinanza di 780 euro al mese. Di conseguenza potrà ricevere come integrazione reddituale fino a 500 euro e fino a 250 euro come contributo per l'affitto o fino a 150 euro come contributo per il mutuo.

Se, invece, la famiglia è composta da due adulti, due figli minorenni e un figlio maggiorenne, l'importo del reddito di cittadinanza può arrivare sino a 1.330 euro al mese di cui 1.050 come integrazione reddituale e 280 euro per l'affitto o 150 euro per il mutuo.

Facciamo infine l'esempio di una famiglia composta da due adulti e due figli minorenni. In tal caso, il contributo mensile può essere di massimo 1.180 euro, di cui 900 come integrazione reddituale e 280 per l'affitto o 150 per il mutuo.

Reddito di cittadinanza, quanto spetta

L'ammontare del reddito di cittadinanza, insomma, non è uguale per tutti, ma varia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare e dell'ammontare effettivo del reddito a disposizione della famiglia.

Lo Stato, infatti, paga la somma necessaria per giungere alla soglia di riferimento, stabilita a seconda del numero di familiari.

Cosa fanno i centri per l'impiego

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Nella disciplina del reddito di cittadinanza, un ruolo fondamentale è assegnato ai centri per l'impiego, ai quali vengono affidati i disoccupati beneficiari della nuova prestazione.

I centri per l'impiego devono poi adoperarsi affinché la misura non divenga oggetto di abusi e ricercare in maniera efficace le offerte di lavoro per chi è disoccupato.

Congruità dell'offerta lavorativa

A tale proposito va detto che il decreto contiene una disciplina dettagliata sulla congruità dell'offerta lavorativa. Detta congruità viene valutata in base alle competenze acquisite dal soggetto, dalla distanza del luogo di lavoro, dalla retribuzione e dal tipo di contratto offerto.

Sanzioni

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Il decreto sul reddito di cittadinanza prevede delle pesanti sanzioni per chi viola le disposizioni che disciplinano il beneficio e commette degli abusi.

In particolare, si prevede:

  • la reclusione fino a sei anni per chi, al fine di ottenere o mantenere la misura, la consegue presentando dichiarazioni o documenti falsi, attestando case non vere od omettendo le informazioni dovute;
  • la reclusione da uno a tre anni per chi omette di comunicare la variazione del reddito effettivo o del patrimonio per non andare incontro alla revoca della misura.

In caso di condanna per i due illeciti descritti e ulteriori il beneficio è revocato con effetto retroattivo, quanto percepito deve essere restituito.

In ogni caso, la decadenza dal beneficio è prevista anche quando il soggetto erogante rilevi la non corrispondenza al vero delle dichiarazioni e informazioni prodotte con l'istanza o la mancata comunicazione di qualsiasi variazione del reddito o del patrimonio o della composizione del nucleo familiare. Anche in questo caso è disposta la revoca e l'obbligo di restituire quanto ricevuto.

Decadenza anche se il beneficiario senza giustificato motivo, non si presenta per la verifica dei risultati raggiunti in relazione al Progetto personalizzato e non accetta la prima offerta di lavoro ai sensi dell'art. 4 comma 8 lettera b), n. 5.

Leggi: Reddito di cittadinanza: aspetti penali e Sanzioni reddito di cittadinanza

Le norme anti-divano

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Il decreto sul reddito di cittadinanza prevede anche le cc.dd. norme anti-divano, che sono quelle volte a scoraggiare il fenomeno degli abusi. Non sarà quindi possibile considerare il sussidio come un'alternativa al lavoro.

In particolare, si tratta innanzitutto della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e dell'adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale, alle quali sono tenuti tutti i componenti del nucleo familiare maggiorenni, non occupati e che non frequentano un regolare corso di studi o di formazione.

I beneficiari del reddito di cittadinanza devono poi stipulare un Patto per il lavoro e ad accettare, le offerte di lavoro congrue che gli vengano presentate durante il periodo di erogazione del beneficio.

La legge di bilancio 2023 è intervenuta anche su questo fronte prevedendo la decadenza dalla misura per percettori del reddito di cittadinanza se non accettano la prima offerta di lavoro, anche se perviene nei primi diciotto mesi di fruizione del reddito di cittadinanza

Per approfondimenti vai alla guida Le norme anti-divano del reddito di cittadinanza

Leggi anche: Perde il reddito di cittadinanza chi non si presenta alla convocazione

Incentivi per le aziende

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Il decreto sul reddito di cittadinanza prevede anche degli specifici incentivi per le imprese che decidano di assumere con contratto a tempo pieno e indeterminato lavoratori che percepiscono la misura.

Si tratta, in particolare, di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore e del lavoratore, ad eccezione dei premi e dei contributi Inail, nel limite dell'importo mensile del RdC che viene percepito dal lavoratore al momento dell'assunzione (non superiore a 780 euro=) per un periodo non inferiore di 5 mesi.

Lo sconto contributivo è in misura fissa pari a 5 mesi se il reddito di cittadinanza è in fase di rinnovo.

In caso di successivo licenziamento del lavoratore, il datore di lavoro dovrà restituire il beneficio e pagare le sanzioni civili, a meno che il recesso non sia sorretto da giusta causa o giustificato motivo oggettivo o soggettivo.

A questi incentivi la legge di bilancio 2023 ne ha aggiunto uno ulteriore, riconoscendo ai datori di lavoro privati che nel 2023 assumono i beneficiari del reddito di cittadinanza con contratto a tempo indeterminato, l'esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali a loro carico - esclusi i premi e i contributi Inail e ferma restando l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Esonero, che però non si applica ai rapporti di lavoro domestico, che è subordinato all'autorizzazione della Commissione europea, è riconosciuto per 12 mesi al massimo e nel limite di a 8.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile.

Vai alla guida Il reddito di emergenza

Pensione di cittadinanza

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Oltre al reddito di cittadinanza, il decreto legge n. 4/2019 ha introdotto un'altra importante misura: la pensione di cittadinanza, che persegue l'obiettivo di contrastare la povertà dei cittadini anziani.

Si tratta, infatti, di un sussidio riconosciuto a coloro che abbiano almeno 67 anni di età e si trovino in condizione di indigenza, ovverosia siano in possesso di specifici requisiti reddituali e patrimoniali.

Per approfondimenti vai alla guida La pensione di cittadinanza


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