Come si propone l’intervento

Indice della guida: espropriazione forzata Apri / Chiudi
Se preferisci, puoi partire dal sommario generale e seguire le fasi della procedura.

L’intervento è l’atto con cui un creditore, diverso dal procedente, entra nella procedura esecutiva per partecipare al concorso sul ricavato. Dal punto di vista pratico, proporre correttamente l’intervento significa rispettare forma, tempi e documentazione.

1) Che cosa contiene l’atto di intervento

L’atto di intervento deve consentire al giudice dell’esecuzione e alle parti di comprendere con chiarezza:

  • chi interviene (dati del creditore interveniente e, se del caso, del difensore);
  • contro chi interviene (debitore esecutato);
  • quale credito viene fatto valere (importo, causa, eventuali accessori);
  • su quale base (documenti e/o titolo, quando richiesto);
  • eventuali cause di prelazione (privilegio, pegno, ipoteca) se esistenti e rilevanti per il concorso.

In altre parole: l’intervento non è una semplice “richiesta di essere ammessi”, ma un atto che rende conoscibile e verificabile la posizione del creditore all’interno della procedura.

2) Documenti da allegare

Gli allegati dipendono dalla situazione concreta, ma in generale è prudente predisporre:

  • documentazione idonea a provare l’esistenza e l’entità del credito (contratti, fatture, estratti, riconoscimenti, ecc.);
  • se disponibile o necessario, il titolo su cui si fonda il credito;
  • documenti relativi a eventuali garanzie o prelazioni (es. ipoteca) utili per la graduazione in sede di riparto.

Il punto è evitare interventi “generici”: nella fase di distribuzione conta ciò che è documentato e qualificato.

3) Deposito e comunicazioni

L’atto va proposto secondo le modalità previste dalla procedura (deposito nel fascicolo dell’esecuzione e inserimento nel flusso processuale). Nella pratica, la regola è: far entrare l’atto in procedura in modo tracciabile, perché l’intervento produce effetti solo se validamente acquisito.

4) Il tempo conta: intervento tempestivo e tardivo

L’utilità dell’intervento dipende molto dal momento in cui viene proposto. Per la distinzione e le conseguenze operative vedi: intervento tempestivo e tardivo.

In generale: prima intervieni, più è facile partecipare in modo pieno alle fasi rilevanti (vendita e riparto).

5) Collegamento con la fase finale

L’intervento è funzionale a un obiettivo preciso: partecipare al riparto. Per questo è utile leggere l’atto di intervento “a ritroso”: tutto ciò che non chiarisci e non documenti oggi, può riemergere come problema domani, quando si arriva alla distribuzione.

Per l’inquadramento generale: Le fasi del procedimento esecutivo.