Guida ai benefici riconosciuti ai lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e alle novità previste dalla manovra

di Lucia Izzo - Si è molto parlato di recente dei c.d. lavoratori precoci, balzati all'onore delle cronache in quanto coinvolti in diverse modifiche e riforme che hanno interessato, in particolare, le modalità di pensionamento di tale categoria.

Ma chi sono davvero i lavoratori precoci e quali sono i benefici che gli sono stati accordati?


Lavoratori precoci: chi sono?

[Torna su]

Quando si fa riferimento ai c.d. lavoratori precoci, il richiamo è nei confronti di coloro i quali sono entrati nel mondo del lavoro prima del compimento dei 19 anni di età. Costoro, prima dell'intervento della Riforma Fornero del 2012, potevano raggiungere l'età contributiva necessaria (40 anni) con un'età anagrafica anche inferiore ai 60 anni.


Tuttavia, la legge Biagi prima e la Fornero poi, hanno aggravato la situazione dei "precoci": in particolare, la seconda, imponeva a tali lavoratori, per andare in pensione a 42 anni e sei mesi, di maturare i necessari requisiti pensionistici prima del 31 dicembre 2017.

Benefici lavoratori precoci: la "Quota 41"

[Torna su]

Con l'approvazione della Legge di Bilancio 2017 si sono aperte le porte alla possibilità per i lavoratori precoci di andare in pensione in anticipo rispetto ai coetanei, se in presenza di determinati requisiti.

Leggi anche: Lavoratori precoci: benefici per le pensioni

L'articolo 1, comma 199 e seguenti, della citata legge, ha previsto la possibilità, per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni, di accedere con un requisito contributivo ridotto alla pensione anticipata (articolo 24, comma 10, della legge 22 dicembre 2011, n. 214).

In particolare, dal mese di maggio 2017, i lavoratori interessati potranno ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contribuzione (da qui l'appellativo di Quota 41), requisito soggetto al normale adeguamento alla speranza di vita, a decorrere dal 1° gennaio 2019.

La riduzione riguarda sia i lavoratori che le lavoratrici: il requisito si abbassa di un anno e dieci mesi per gli uomini e di dieci mesi per le donne.

A chi spetta la Quota 41

Il beneficio spetta, in particolare, ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all'Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) ed alle sue forme sostitutive ed esclusive, con almeno un anno di contribuzione, per periodi di lavoro effettivo svolti prima del compimento del 19° anno di età.

Il beneficio è riconosciuto, tuttavia, ai lavoratori in possesso dei summenzionati requisiti e che si trovino nelle seguenti condizioni:

- lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro a seguito di licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale e che non percepiscono più da almeno tre mesi la prestazione per la disoccupazione loro spettante;

- lavoratori dipendenti e autonomi che assistono al momento della richiesta e da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ex art. 3, comma 3, L. 104/1992);

- lavoratori dipendenti e autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74%;

- lavoratori dipendenti addetti a lavori usuranti (art. 1, commi 1, 2 e 3, d.lgs. n. 67/2011);

- lavoratori che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un'attività gravosa.

Il beneficio è riconosciuto, dopo la presentazione di apposita domanda, a condizione che l'interessato risulti in possesso dei requisiti necessari per essere definito "precoce" e rientri nel contingente numerico che tiene conto dei limiti di spesa previsti dalla norma.

Tuttavia, ove si acceda alla pensione usufruendo della riduzione del requisito contributivo per i lavoratori precoci, non si potrà svolgere lavoro subordinato o autonomo, prodotto in Italia o all'estero, fino al raggiungimento dei requisiti ordinari di pensione anticipata e non si potranno ottenere altre maggiorazioni previste per i lavoratori precoci.

Lavoratori precoci: le novità della legge di Bilancio 2018

[Torna su]

Con l'approvazione della Legge di Bilancio 2018, diversi sono state le modifiche inerenti la posizione dei lavoratori precoci e la possibilità ad essi offerta di beneficiare del pensionamento anticipato: l'art. 1 della predetta legge, commi 162 lettere f), g) e i), 163, 164, 165 (allegato 1), ha introdotto, con effetti dal 1° gennaio 2018, alcune modifiche all'articolo 1, comma 199, della legge di Bilanco 2017 per soggetti in particolari condizioni (c.d. beneficio per lavoratori "precoci").

Sul punto e precipuamente per i correttivi riguardanti i precoci, le maggiori istruzioni applicative sono poi state fornite dall'Inps con la Circolare n. 33/2018 (qui sotto allegata)

In particolare, dal 1° gennaio 2018, potrannio presentare domanda di riconoscimento delle condizioni perl'accesso al beneficio "precoci" anche un parente di secondo grado o un affine entro il secondo grado che assista da almeno sei mesi il soggetto convivente affetto da handicap grave di cui alla legge n. 104 del 1992, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Lavoratori precoci e professioni gravose

[Torna su]

Inoltre, la manovra di Bilancio ha, non solo, ampliato il catalogo delle professioni c.d. gravose facendovene rientrare ulteriori quattro (leggi: Chi andrà in pensione prima? Ecco l'elenco), ma ha allargato anche l'arco temporale di riferimento per lo svolgimento di tali professioni.

In sostanza, lo svolgimento delle attività lavorative c.d. gravose utile per l'accesso al beneficio "precoci", si intenderà realizzato, alternativamente, ove il soggetto, al momento della decorrenza del beneficio ovvero dalla data di perfezionamento dei requisiti, svolga o abbia svolto l'attività per almeno 7 anni negli ultimi dieci anni oppure per almeno 6 anni negli ultimi sette.

Infine, non sarà più richiesto di avere svolto attività per le quali si applicano voci di tariffa INAIL con un tasso medio non inferiore al 17 per mille.

Confermato, invece, per i precoci che intendano usufruire del requisito agevolato dei 41 anni di contributi il meccanismo di adeguamento all'incremento della speranza di vita previsto a decorrere dal 1° gennaio 2019. Inoltre, per effetto delle modifiche, è stato disposto un rifinanziamento del beneficio.

Lavoratori precoci 2018: come fare domanda

[Torna su]

I soggetti che si trovino o verranno a trovarsi nelle condizioni previste dalla legge per accedere al beneficio precoci potranno fare domanda per il riconoscimento entro il 1° marzo; le istanze presentate successivamente, e, comunque, non oltre il 30 novembre saranno prese in considerazione esclusivamente se all'esito del monitoraggio residuano le necessarie risorse finanziarie.

Nel primo caso, l'Istituto comunicherà all'interessato l'esito dell'istruttoria della domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio entro il 30 giugno, altrimenti, nel secondo caso, entro il 31 dicembre.

Infine, spiega l'Inps, esclusivamente per i soggetti che dal 1° gennaio 2018 si trovano nelle condizioni per accedere al beneficio "precoci", come disciplinato dalla legge di bilancio 2018, e che abbiano presentato sia la domanda di verifica delle condizioni sia quella di accesso al beneficio entro il 1° marzo 2018, la pensione anticipata avrà decorrenza, in deroga al regime stabilito per il 2018, dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento di tutti i requisiti, compresa la cessazione dell'attività lavorativa. Il trattamento non potrà in ogni caso avere decorrenza anteriore al 1° febbraio 2018.

INPS, Circolare n. 33/2018

Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: