Lo prevede il decreto fiscale sull'internazionalizzazione delle imprese approvato ieri dal Governo

Di Marina Crisafi - Un corposo sconto fiscale del 30% per cinque anni è l'incentivo approvato ieri dal Governo per convincere i c.d. "cervelli" a rientrare in Italia. A prevederlo è una norma del decreto fiscale sull'internazionalizzazione delle imprese che ha avuto il secondo via libera dal Consiglio dei Ministri, insieme agli altri due decreti attuativi della delega fiscale, quello sulla certezza del diritto e quello sulla fatturazione elettronica.

Il bonus, insieme alle altre misure per la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese, mira ad incentivare dal punto di vista fiscale il rientro nel Paese dei lavoratori con qualifiche elevate e laurea.

La norma prevede che per il reddito prodotto in Italia i lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato beneficino per cinque anni di una riduzione dell'imponibile del 30%.

Potranno accedere all'incentivo i soggetti che non siano stati residenti in Italia nei cinque anni precedenti e che svolgano una attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano "e che rivestano una qualifica per la quale sia richiesta una alta specializzazione e il titolo di laurea".

Confermate nel decreto anche le norme sul rafforzamento dei ruling internazionali, ovvero degli accordi preventivi con il fisco per le imprese che detengono attività di dimensione internazionale.

Quanto agli altri due decreti, è arrivato l'ok per la e-fattura ai privati ma senza il paventato credito d'imposta per gli scontrini elettronici, delimitati i confini dell'abuso del diritto ed estesa l'operatività della voluntary disclosure alla quale potranno accedere, beneficiando così della riduzione delle sanzioni tributarie e della non punibilità dal punto di vista penale, anche le attività e le imposte relative agli anni per i quali siano scaduti i termini per l'accertamento.

Ora non resta che il passaggio tecnico presso le commissioni parlamentari per il rilascio del relativo parere e i decreti potranno tornare sul tavolo del Cdm per essere approvati definitivamente, e salvo intoppi, prima della pausa estiva.


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