L'indennità di disoccupazione è l'istituto riconosciuto dal nostro ordinamento a coloro che si trovano in uno stato di disoccupazione involontaria

Disoccupazione Inps

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L'indennità di disoccupazione si presenta come un sussidio, teso a compensare il mancato guadagno dei lavoratori che hanno perso il loro impiego contro la loro volontà.

Materialmente, è erogata dall'Inps e il suo importo varia a seconda del reddito da lavoro percepito quando il beneficiario era occupato.

Disoccupazione in Italia

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Attualmente, in Italia sono riconosciute due principali tipologie di indennità di disoccupazione, che si differenziano per la natura dei lavoratori ai quali sono destinate e per le loro insite caratteristiche.

Si tratta, nel dettaglio, della Naspi e della Dis-coll. Possiamo poi ricordare la disoccupazione agricola.

Disoccupazione 2021

Nessuna di tali tre prestazioni ha subito delle rilevanti modifiche nel 2021, ma va comunque citata la previsione della legge di bilancio 2021 che ha riconosciuto ai disoccupati la possibilità di godere dell'assegno di ricollocazione per il loro reinserimento del mondo del lavoro.

Assegno di disoccupazione (ASDI)

L'assegno di ricollocazione coincide, tecnicamente, con l'ASDI - assegno sociale di disoccupazione. Si tratta di un'indennità economica per la ricollocazione dei lavoratori disoccupati che si trovino in una particolare condizione economica di bisogno.

La disoccupazione ordinaria (Naspi)

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La Naspi è l'indennità di disoccupazione della quale hanno diritto i lavoratori subordinati con rapporto di lavoro cessato involontariamente a partire dal 1° maggio 2015. Essa è stata introdotta con decreto legislativo numero 22/2015.

I requisiti per la disoccupazione

Tra i lavoratori dipendenti che possono beneficiare della Naspi sono ricompresi anche:

  • gli apprendisti,
  • i lavoratori pubblici con contratto a tempo determinato,
  • i lavoratori artistici subordinati,
  • i soci lavoratori di cooperative legati con queste ultime da un rapporto di lavoro subordinato.

Sono invece esclusi dalla Naspi:

Disoccupazione, dopo quanti mesi di lavoro

Per poter usufruire della disoccupazione Naspi sono necessari almeno 3 mesi (13 settimane) di contributi nei quattro anni precedenti alla domanda.

In presenza di tale presupposto, nell'anno è anche possibile aver lavorato per soli due mesi.

Quanto dura la disoccupazione

La storia contributiva del richiedente, in ogni caso, incide sulla durata della disoccupazione. Infatti, la Naspi spetta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione che il disoccupato può vantare negli ultimi quattro anni, fino a massimo 24 mesi.

A quanto ammonta la disoccupazione minima?

L'ammontare della disoccupazione Naspi è calcolato in maniera differente a seconda che la retribuzione del lavoratore, quando occupato, fosse inferiore o superiore a un importo di riferimento, stabilito dalla legge e rivalutato annualmente.

Se era inferiore, la Naspi si calcola considerando il 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni; se era superiore, l'importo della disoccupazione è pari al 75% dell'importo di riferimento al quale va aggiunto il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e tale importo di riferimento.

In alcuni casi specifici, individuati dalla legge, l'indennità di disoccupazione così come sopra determinata è ridotta.

L'ammontare mensile non può in ogni caso superare un determinato importo, stabilito dalla legge e rivalutato annualmente. Inoltre, dal quarto mese di fruizione l'indennità si riduce mensilmente del 3%.

Quando va presentata la domanda di disoccupazione

Chi ha i presupposti per poter accedere alla disoccupazione e intende usufruire del beneficio deve presentare apposita domanda entro il termine di 68 giorni dalla perdita del lavoro.

Domanda di disoccupazione 2021

La domanda di disoccupazione può essere presentata con tre diverse modalità:

  • direttamente tramite il sito dell'Inps, utilizzando il pin dispositivo dell'Istituto o lo SPID;
  • rivolgendosi a un patronato;
  • attraverso il contact center dell'Inps, accessibile al numero 803 614 da rete fissa o al numero 06 164164 da rete mobile.

Disoccupazione: dopo quanto arriva

La decorrenza della Naspi varia a seconda dei casi. Prima si procede alla domanda, prima la stessa verrà erogata, secondo delle tempistiche variabili ma ben definite dalla legge. Ad esempio, se la domanda è presentata entro l'ottavo giorno dalla cessazione del rapporto di lavoro, la Naspi spetta dall'ottavo giorno successivo a tale cessazione; se la domanda è presentata entro il trentottesimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa, la Naspi spetta dal trentottesimo giorno successivo al recesso e così via.

In ogni caso, una volta che la domanda è andata a buon fine, l'Inps provvederà al pagamento con regolare cadenza mensile (per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive degli ultimi quattro anni).

Per approfondimenti leggi NASpi: guida all'indennità di disoccupazione

Disoccupazione agricola

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Abbiamo visto che tra i lavoratori esclusi dal godimento della Naspi rientrano anche gli operai agricoli.

In effetti, a tali soggetti è riconosciuta la speciale indennità di disoccupazione agricola, dedicata:

  • agli operai agricoli a tempo determinato iscritti negli elenchi dei lavoratori agricoli dipendenti,
  • agli operai agricoli a tempo indeterminato assunti o licenziati nel corso dell'anno civile,
  • ai piccoli coloni,
  • ai piccoli coltivatori diretti che integrano con versamenti volontari le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi (fino a 51),
  • ai compartecipanti familiari.

Quanto dura la disoccupazione agricola

La disoccupazione agricola è riconosciuta per un numero di giornate pari a quelle lavorate, detratte alcune di esse, come ad esempio quelle indennizzate a titolo di malattia, maternità o infortunio.

A quanto ammonta la disoccupazione agricola

La misura della disoccupazione agricola è pari al 40% della retribuzione. Dall'importo così determinato viene detratto, per massimo 150 giorni, il 9% dell'indennità giornaliera a titolo di contributo di solidarietà.

Il calcolo è diverso per gli operai agricoli a tempo indeterminato (30% della retribuzione effettiva, senza trattenuta).

Disoccupazione agricola indebita

Con la circolare numero 56 del 2020, l'INPS ha offerto degli importanti chiarimenti in merito alla disoccupazione agricola indebita, soffermandosi anche sugli effetti della riclassificazione di un'impresa dal settore agricolo ad altro settore.

In particolare, se, a seguito della riqualificazione, risulta che un dipendente ha svolto attività che non rientra tra quelle classificabili come agricole, le giornate lavorative in agricoltura sono disconosciute e la posizione assicurativa del dipendente è aggiornata, con perdita del diritto alle prestazioni di sostegno al reddito specifiche del settore.

Laddove la disoccupazione agricola dovesse risultare del tutto indebita, il lavoratore potrebbe comunque avere diritto alla Naspi, con compensazione di quanto già corrispostogli indebitamente.

Vai alla guida Disoccupazione agricola

La Dis-coll

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La Dis-coll è invece l'indennità di disoccupazione riconosciuta a:

  • collaboratori coordinati e continuativi,
  • assegnisti di ricerca,
  • dottorandi di ricerca con borsa di studio.

Tali soggetti, per poterne beneficiare, devono essere iscritti in via esclusiva alla gestione separata Inps e devono aver perso la propria occupazione involontariamente.

A quanto ammonta la Dis-coll

Il calcolo della Dis-coll è analogo a quello sopra visto per la disoccupazione Naspi. Anche in questo caso, l'importo mensile non può superare una determinata somma, stabilito dalla legge e rivalutato annualmente, e dal quarto mese di fruizione l'indennità si riduce mensilmente del 3%.

Durata della Dis-coll

La durata della Dis-coll è pari alla metà dei mesi di contribuzione nel periodo compreso tra il 1° gennaio dell'anno civile precedente la cessazione del rapporto e tale evento. Ciò posto, essa, tuttavia, può durare al massimo sei mesi.

Per approfondimenti leggi: Dis-coll: la disoccupazione per i collaboratori

L'indennità di mobilità

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Fino al 31 dicembre 2016, era prevista anche la cd. indennità di mobilità, riconosciuta al lavoratore che restava coinvolto in una procedura di mobilità e poteva vantare almeno dodici mesi di anzianità aziendale, di cui almeno sei di lavoro effettivamente prestato.

A norma del decreto legislativo n. 22/2015, dal 1° gennaio 2016 i lavoratori licenziati non possono essere più collocati in mobilità ordinaria e, in presenza dei presupposti di legge, possono beneficiare solo della Naspi.


Foto: 123rf.com
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