Spese mediche veterinarie e per l'acquisto di medicinali sono detraibili dall'Irpef

di Lucia Izzo - L'amico a quattro zampe è un vero e proprio membro della famiglia per molti italiani e per questo motivo è innegabile che abbia il suo peso anche sul bilancio economico. La legge, tuttavia, non è insensibile ai costi spesso ingenti che vengono sopportati dalle famiglie che contano un "peloso" tra le proprie fila, fornendo all'uopo sconti e detrazioni fiscali.

Cure veterinarie

Le spese mediche veterinarie e quelle per l'acquisto di medicinali destinati a cani, gatti e altri animali domestici, sono detraibili dall'Irpef nella percentuale massima  del 19%, da precisare in fase di dichiarazione dei redditi


La detrazione potrà essere effettuata entro un limite complessivo di spesa (riguardante, quindi, tutti gli animali posseduti) fissato a 387,34 euro, con la conseguenza che tutte le spese che superano tale importo dovranno essere a carico del contribuente; è altresì previsto un limite minimo, cosiddetta franchigia, pari a 129,11 euro, sempre valutato complessivamente. In pratica, sottraendo la franchigia dal limite massimo di spesa, si ottiene uno sconto massimo ottenibile pari a 49,06 euro.


Non sono inclusi nell'agevolazione fiscale i farmaci privi di prescrizione medica, gli antiparassitari e i mangimi, mentre sono detraibili solo le spese sostenute per animali detenuti legalmente a scopo di compagnia o per la pratica sportiva (ad esempio cani, gatti e cavalli) e non quelli detenuti per uso commerciale o attività agricole, oppure destinati alla riproduzione o al consumo alimentare.


Quando si introduce il concetto del "legale possesso" dell'animale, significa che il proprietario dovrà essere in grado di dimostrare al Fisco di esserne il proprietario, mediante documentazione rilasciata dalla ASL o dal medico veterinario, oppure, se si possiede un cane, dal'apposita anagrafe canina (o presentando la documentazione relativa al microchip).


Se, invece, l'animale non è obbligato all'iscrizione, si potrà chiedere il rilascio del cosiddetto pet passport, oppure dimostrare il possesso a mezzo di fatture di acquisto dell'animale o la documentazione relativa all'adozione, oppure, ancora, a mezzo di apposita dichiarazione resa dal proprietario per la registrazione volontaria.


Se il contribuente dichiara la spesa veterinaria senza averne titolo, ad esempio in quanto la detenzione legale dell'animale è venuta meno, rischia sanzioni per indebita detrazione e anche per mancata regolarizzazione del possesso dell'animale, per i casi obbligatori per legge.


Le spese veterinarie ammissibili alla detrazione devono essere provate a mezzo di apposita documentazione fiscale, intestata al contribuente o di persona del nucleo familiare a suo carico, ad esempio fatture rilasciate del medico veterinario e scontrini parlanti emessi dalla farmacia.

Bonus Cane

Molti Comuni Italiani hanno approfittato delle modifiche 2016 al regolamento della Tassa sui rifiuti (TARI) per introdurre un apposito sgravio fiscale: in sostanza, chi adotterà un cane dal canile potrà ottenere non solo l'amore incondizionato di un amico per la vita a cui donare una casa e l'affetto di una famiglia, ma anche uno sgravio fiscale per tre anni sulla tassa.


Il cosiddetto Bonus Cane è attualmente vigente in diversi Comuni italiani (per approfondimenti: Meno tasse per chi adotta un cane) allo scopo di svuotare le strutture sovraccaricate, che per ogni "ospite" richiedono un sostegno giornaliero da parte dell'amministrazione. Per evitare i rischi di abuso della manovra le adozioni verranno monitorate dai vigili del fuoco.

 


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: