Rassegna giurisprudenziale a cura dell'avv. Barbara Pirelli

BRICIOLE DI DIRITTO - A cura dell'Avv. Barbara Pirelli del Foro di Taranto; email: barbara.pirelli@gmail.com

In questo numero: anche in bicicletta può essere contestato il reato di guida in stato di ebbrezza; commette il reato di sfruttamento della prostituzione chi beneficia di prestazioni sessuali eseguite in videoconferenza; per installare le tende da sole non serve il permesso a costruire.

Ed ancora: Il Comune e' responsabile se manca il guard-rail; anche una gelosia morbosa può integrare il reato di maltrattamenti in famiglia; mostrare pubblicamente il " lato B " non è reato; che succede se si impugna un accordo di mediazione?


1. Licenziamento .

Deve considerarsi legittimo il licenziamento del lavoratore che durante i permessi ex legge 104/92 (modificata dalla L. 53/2000, L. 183/2010 e dal d.lgs. 119/2011), decide di andare a ballare invece di dare assistenza al familiare disabile.

Secondo gli Ermellini il lavoratore aveva utilizzato il permesso retribuito per soddisfare esigenze diverse da quelle sottese al permesso, di conseguenza, aveva posto in essere un atteggiamento poco rispettoso nei confronti del datore di lavoro tale da incrinarne il rapporto di fiducia.

Corte di Cassazione sentenza n. 8784 del 2015 

Vedi: Cassazione: legittimo il licenziamento di chi ottiene il permesso ex legge 104 per poi andare a una serata danzante


2. Guida in stato di ebbrezza anche in bici.

Bisogna fare attenzione quando ci si mette alla guida di una bicicletta. Anche se non è un mezzo a motore.

Protagonista di questa vicenda e' un vecchietto al quale è stato contestato il reato di guida in stato di ebbrezza mentre era alla guida della sua vecchia bici.

Per la Cassazione non ci sono scuse, ciò che conta e' garantire la sicurezza sulla strada e ciò vale sia nel caso di guida di una automobile sia nel caso di guida di una bicicletta.

Corte di Cassazione sentenza n. 17684 del 28 aprile 2015

Vedi anche: Cassazione: se il "nonnetto" va in bici ubriaco, commette reato



3. Legittimo impedimento dell'avvocato.

Con questa pronuncia la Cassazione ha dato ragione ad un avvocato il quale aveva chiesto un rinvio dell'udienza per legittimo impedimento.

Nel caso in questione il legittimo impedimento dell 'avvocato si era concretizzato nella necessità di accompagnare ed assistere la moglie presso un centro oncologico.

Per la Cassazione, dunque, il legittimo impedimento non va inteso solo sotto il profilo materiale ma anche sotto l'aspetto umano e materiale.

Corte di Cassazione sentenza n. 18069 del 29 aprile 2015

Vedi anche: Avvocati: è legittimo impedimento anche quello "umano e morale"


4. Obblighi del datore di lavoro.

Tra gli obblighi del datore di lavoro c'è quello non solo di fornire gli indumenti da lavoro ma anche quello di provvedere al loro lavaggio.

Il datore può anche indennizzare il lavoratore per i costi sostenuti per il lavaggio dell'abbigliamento da lavoro.

In caso contrario il datore di lavoro sarà costretto a risarcire i danni lamentati dal lavoratore.

Corte di Cassazione sentenza n. 8585 del 2015 della Cassazione.

Vedi anche: Cassazione: è dovere del datore lavare gli indumenti protettivi dei lavoratori


5. Peculato.

Deve ravvisarsi il reato di peculato continuato e non invece quello della truffa se un dipendente pubblico, senza avere la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, si appropria del denaro proveniente dai privati.

Nel caso in argomento una impiegata della polizia municipale intascava i soldi delle multe, pagate dai cittadini, falsificando le ricevute .

Corte di Cassazione sentenza n. 18015 del 29 aprile 2015

Vedi anche: Se l'impiegata intasca i soldi delle multe è peculato e non truffa


6. Rifiuto di sottoporsi all'alcoltest.

Quando si viene sottoposti all'alcoltest non si può barare; infatti, soffiare per finta nell'etilometro configura il reato di rifiuto di sottoporsi alla rilevazione del tasso alcolemico.

Nel caso in questione la tesi difensiva aveva sostenuto una incapacità fisica di affrontare il test ma questa argomentazione non è bastata per escludere la responsabilità del conducente.

Corte di Cassazione sentenza n. 18093 del 29 aprile 2015


7. Modifica delle condizioni di separazione.

Una recente sentenza della Cassazione ribadisce che: perché si possa procedere ad una modifica delle condizioni economiche, stabilite in un accordo di separazione consensuale, e' necessario che vi siano giustificati motivi o meglio che sopraggiungano fatti nuovi tali da giustificare la revisione delle condizioni.

Ne discende che la domanda di revisione non può essere accolta se non viene accertato il verificarsi di circostanze nuove tali da aver modificato l' assetto dei rapporti patrimoniali.

Corte di Cassazione sentenza n. 8839 del 2015

Vedi anche: Cassazione: no alla revisione delle condizioni economiche di separazione se non sopraggiungono giustificati motivi


8. Sfruttamento della prostituzione.

Commette il reato di sfruttamento della prostituzione chi beneficia di prestazioni sessuali eseguite in videoconferenza.

In questo modo l'agente interagisce in maniera diretta ed immediata con chi esegue l'atto sessuale.

Il reato in oggetto si configura perché attraverso internet vengono reclutati gli esecutori delle prestazioni sessuali dietro compenso.

Corte di Cassazione sentenza n. 17394 del 27 aprile 2015


9. Mantenimento del figlio maggiorenne.

Il genitore e' tenuto a mantenere il figlio maggiorenne se lo stesso non abbia ancora raggiunto una autosufficienza economica.

Se invece il figlio maggiorenne perde il lavoro, trovandosi quindi in una momentanea disoccupazione, questo evento non fa rivivere il diritto al mantenimento da parte del genitore.

In questo caso il figlio maggiorenne può solo avere diritto agli alimenti se dimostra di versare in uno stato di bisogno.

Corte di Appello di Catania decreto del 26 novembre 2014


10. Il Tribunale di Taranto: a chi spettano le spese di manutenzione straordinaria in caso di vendita di immobile?

Con questa sentenza il Tribunale di Taranto chiarisce che: se le spese di manutenzione straordinaria vengono approvate con più delibere condominiali è necessario far riferimento alla delibera definitiva di approvazione lavori. Solo in questo modo si può stabilire chi tra acquirente o venditore di un immobile sarà tenuto a sostenere le spese di straordinaria manutenzione.

Il Tribunale di Taranto nell'emettere questa decisione ha fatto riferimento alla sentenza della Cassazione la n. 10235 del 2 maggio 2013.

Tribunale di Taranto sentenza n. 293 del 27 gennaio 2015


11. Possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli.

Commette il reato di cui all'art. 707 c.p. chi viene ritrovato con dei martelletti frangivetro.

La funzione tipica del martelletto e' quella di rompere il vetro di conseguenza l'azione delittuosa che si compie e' quella dell'effrazione.

In questo caso e' corretto parlare di effrazione anche se non si tratta di forzare serrature in senso stretto ma semmai violare, proprio attraverso un frangivetro, un " accesso chiuso".

Corte di Cassazione sentenza n. 17428 del 27 aprile 2015


13. Separazione: e' possibile effettuare accertamenti patrimoniali sulle banche dati della Pa

La legge 162 del 2014 ha ampliato i poteri del giudice nel caso di conflitti familiari sul patrimonio.

Quindi tutte le volte in cui la condizione patrimoniale del coniuge o del genitore non sia trasparente il tribunale può chiedere le informazioni, necessarie a fare chiarezza sui redditi, direttamente ai gestori delle banche dati della pubblica amministrazione.

Nel caso in questione il giudice aveva delegato le indagini alla Guardia di Finanza per accertare

l'effettivo tenore di vita; i redditi dichiarati, la consistenza del patrimonio immobiliare; la partecipazione ad imprese o a società da parte di un marito che aveva posto in essere condotte simulatorie e di occultamento patrimoniale nei confronti della moglie.

Tribunale di Milano ordinanza del 3 aprile 2015


14. Può essere utilizzata come elemento di prova una fotocopia?

Con questa pronuncia la Cassazione afferma che il giudice può ritenere come prova anche la fotocopia di un documento purché lo stesso non sia distrutto, smarrito, sottratto o non irrecuperabile.

La ragione di ciò sta nel fatto che il sistema processuale e' improntato

ai principi della non tassatività dei mezzi di prova e del libero convincimento del giudice.

Corte di Cassazione sentenza n. 18507 del 5 maggio 2015


15. Addebito della separazione.

Uno dei doveri dei coniugi e ' quello dell'assistenza materiale e spirituale.

Ciò significa che bisogna stare accanto al coniuge anche nei momenti di difficoltà come una malattia.

In questa storia giudiziario la moglie aveva abbandonato il marito proprio in un momento molto delicato, mentre lui combatteva contro una leucemia . Questo atteggiamento sarebbe bastato per chiedere l'addebito ma così non è stato perché in seguito insieme hanno deciso di ampliare la casa familiare.

Quindi l'atteggiamento successivo di comunione di intenti ha prevalso sulla violazione di un dovere coniugale che in un'altra circostanza avrebbe determinato l'addebito.

Corte di Cassazione sentenza n. 8712 del 29 aprile 2015


16. PEC non indicata nell'atto: che succede?

Con questa sentenza di pochi giorni fa gli Ermellini chiariscono che: se l'avvocato dimentica di indicare nell'atto il proprio indirizzo PEC la domiciliazione si avrà presso la cancelleria del Tribunale adito.

Ciò significa che l'avvocato dovra' recarsi periodicamente in cancelleria per accertarsi dell 'avvenuta notifica di un atto ad esempio una sentenza o altro.

Corte di Cassazione ordinanza n. 8870 del 4 maggio 2015.

Vedi anche: Se l'avvocato non indica la Pec scatta la domiciliazione in cancelleria


17. Per installare le tende da sole serve il permesso a costruire?

Una sentenza del TAR Molise precisa che: per poter installare delle tende parasole non è necessario chiedere un permesso a costruire perché le tende non modificano in modo definitivo la planimetria e il volume dell' immobile in quanto la loro funzione e' semplicemente accessoria e pertinenziale.

TAR Molise sentenza n. 181 del 2015


18. Licenziamento del dipendente.

Per la Cassazione e' legittimo che il datore di lavoro arrivi a creare un falso profilo Facebook per incastrare il lavoratore non diligente.

Nel caso in esame, il responsabile del personale da tempo si era accorto che un dipendente passava molto tempo al telefono e con l'I Pad; così ha creato il falso profilo Facebook di una donna chiedendo l'amicizia al dipendente.

È quindi emerso che l'uomo chattava con il "falso profilo" durante le ore di lavoro.

Corte di Cassazione sentenza n. 10955 del 28 maggio 2015 

Vedi anche: Cassazione: Lecito "spiare" il dipendente con un falso profilo Facebook per poi licenziarlo


19. Anche la moglie può mantenere il marito.

Anche se accade di rado anche la moglie e' tenuta a mantenere il marito se ci sono delle disparità reddituali.

Nella vicenda in argomento la donna pur essendo casalinga aveva però un milione di euro depositato in una banca in Svizzera.

Il marito, invece, lavorava in maniera saltuaria come Dj quindi in considerazione della disparità economica la donna ha dovuto versare un assegno di mantenimento pari ad euro 2000 mensili .

Corte di Cassazione sentenza n.8716 del 2015.

Vedi anche: Anche le ex mogli qualche volta devono pagare il mantenimento ai mariti


20. La compagnia telefonica deve risarcire lo studio legale se attiva con ritardo la linea fax.

Con questa ordinanza il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato una compagnia telefonica a ripristinare immediatamente la linea fax ed ha fissato in 50 euro la somma dovuta per ogni giorno di ritardo.

In pratica uno studio legale aveva chiesto l'attivazione di una linea fax, in considerazione del ritardo nell'attivazione, era stato depositato un ricorso d 'urgenza.

In considerazione dell'importanza del fax, per una attività professionale, non è stato necessario

esperire il tentativo di conciliazione davanti al Corecom.

Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ordinanza n. 1149 del 21 aprile 2015


21. Gratuito Patrocinio.

L 'avvocato iscritto nelle liste dei difensori per il patrocinio a spese dello Stato per ottenere la liquidazione non deve dimostrare di essere iscritto nelle liste producendo apposita documentazione. Quindi se il cliente e' stato ammesso al gratuito patrocinio l'eventuale provvedimento di reiezione non può basarsi sulla mancata produzione di documentazione relativa all'iscrizione dell'avvocato nelle apposite liste.

Sarà invece compito del Tribunale acquisire direttamente i documenti e le informazioni necessarie ai fini della decisione, ex art. 15 del d.lgs. n. 150 del 2011.

Corte di Cassazione sentenza n. 9264 del 7 maggio 2015

Vedi anche: Gratuito patrocinio: l'avvocato non ha l'obbligo di dimostrare l'iscrizione nella lista


22. E' possibile escludere l 'assegno divorzile se in sede di separazione i coniugi danno vita a degli accordi economici ben strutturati.

Davvero interessante e' questa ordinanza emessa dal Tribunale di Milano con cui è stato stabilito che: " se, in sede di separazione, i coniugi cercano di ripristinare

l 'equilibrio economico attraverso degli accordi negoziali questa riorganizzazione dell'assetto economico può essere un limite alla futura richiesta di un assegno divorzile.

Nel caso in questione una coppia milanese, senza figli, dopo quasi 30 anni di matrimonio aveva deciso di regolare i propri rapporti economici in questa maniera: il marito concedeva alla moglie il 50% della casa familiare di sua proprietà accollandosi il muto residuo, inoltre concedeva anche la metà di un solaio nello stesso immobile. Al marito rimaneva il 50% di un altro appartamento in proprietà comune.

In buona sostanza con questo accordo economico la moglie beneficiava di un considerevole incremento economico pari a circa 100mila euro esattamente la differenza di valore tra le due case .

Tribunale di Milano ordinanza del 2 aprile 2015


23. Doveri della guardia medica.

Con questa pronuncia la Cassazione precisa che non si configura il reato di "rifiuto di atti d'ufficio"a carico della guardia medica se in seguito ad una richiesta di intervento domiciliare il medico decida di prescrivere per telefono una terapia invece di recarsi di persona a visitare il paziente.

Dunque l 'intervento domiciliare può essere effettuato solo se la guardia medica lo ritenga opportuno e confacente alla sintomatologia descritta dal paziente.

Solo nelle ipotesi in cui vi sia stata una errata diagnosi, avvenuta appunto per telefono, la guardia medica risponderà del reato di lesioni personali colpose (se il paziente subisce dei danni) o di omicidio colposo se a causa di una diagnosi sbagliata segue la morte del paziente.

Corte di Cassazione sentenza n.10130 del 10 marzo 2015


24. Espressioni offensive negli atti processuali.

Attenzione a ciò che si scrive negli atti difensivi nei riguardi dell'avvocato di controparte; un conto è contestare le argomentazioni di controparte un conto è utilizzare espressioni sconvenienti ed offensive nei confronti del collega. Il collega offeso può infatti agire personalmente per ottenere il risarcimento del danno dando vita però ad una causa successiva.

L'articolo 89 del codice di procedura civile prevede proprio il divieto, per le parti e per i difensori, di utilizzare espressioni sconvenienti ed offensive negli scritti e nei discorsi davanti al giudice.

Le sanzioni previste sono: la cancellazione delle espressioni offensive attraverso una ordinanza emessa durante l'istruzione della causa oppure agire per il risarcimento del danno.

NOTA:

Art. 89 Codice di Procedura Civile

Negli scritti presentati e nei discorsi pronunciati davanti al giudice, le parti e i loro difensori non debbono usare espressioni sconvenienti od offensive . Il giudice, in ogni stato dell'istruzione, può disporre con ordinanza che si cancellino le espressioni sconvenienti od offensive e, con la sentenza che decide la causa può inoltre assegnare alla persona offesa una somma a titolo di risarcimento del danno anche non patrimoniale sofferto, quando le espressioni offensive non riguardano l'oggetto della causa .

Corte di Cassazione sentenza n. 7638 del 15 aprile del 2015.


25. Il Comune e' responsabile se manca il guard-rail.

Il Comune sarà tenuto a risarcire i danni agli automobilisti se gli stessi, durante un incidente stradale, non trovando l 'ostacolo del guard rail vadano ad impattare contro i margini della strada riportando danni ai propri mezzi .

La responsabilità del Comune ai sensi dell'art. 2051 c.c. e ' ravvisabile anche quando il sinistro si sia verificato per un concorso di colpa del danneggiato; questo perché il danno subito dal mezzo poteva essere evitato o ridotto con in presenza di barriere di protezione.

Corte di Cassazione sentenza n. 9547 del 12 maggio 2015

Vedi anche: Cassazione: incidente stradale e accertamento solidale della responsabilità


26. Matrimonio dichiarato nullo e assegno di mantenimento.

Nell'ipotesi in cui un matrimonio celebrato con rito concordatario venga poi dichiarato nullo dal Tribunale ecclesiastico, per la determinazione dell' assegno di mantenimento, in favore del figlio nato da questa unione, sarà competente il Tribunale ordinario.

Corte di Cassazione sentenza n.

9635 del 12 maggio 2015


27. Contratto di locazione.

Con questa pronuncia la Corte di Appello di Napoli, ribaltando la sentenza di primo grado, ha affermato che non può essere dichiarata la risoluzione per morosità del contratto di locazione, ad uso commerciale, se il conduttore provvede al pagamento dei canoni con bonifico bancario e non presso il domicilio del locatore come era previsto nel contratto.

Per la Corte il pagamento avvenuto con bonifico bancario equivale ad un'offerta non formale ex articolo 1220 c.c. idonea ad impedire la risoluzione del contratto per inadempimento. Inoltre, il debitore aveva tempestivamente comunicato al creditore con un telegramma che avrebbe eseguito questo tipo di pagamento.

Corte d'Appello di Napoli sentenza numero 1727 del 2015


28. Tribunale di Taranto: chi paga i danni al mezzo nel caso di investimento di un cane?

In questi casi, spetta al gestore dell'autostrada dover risarcire i danni subiti dal conducente e non conta l'elevata velocità tenuta dallo stesso.

Lo ha stabilito il Tribunale di Taranto nella recente sentenza n. 8/2015 (qui sotto allegata), confermando la responsabilità della società custode dell'autostrada, in quanto tale tenuta a garantire la sicurezza della circolazione verificando l'adeguatezza delle recinzioni su tutto il tratto di sua competenza, impedendo l'accesso di animali sulla carreggiata.

Non regge, infatti, la tesi della società convenuta, secondo la quale era onere dell'attrice provare i suoi assunti e che comunque l'accaduto andava addebitato alla elevata velocità con cui il conducente procedeva alla guida dell'auto al momento del sinistro.

Tribunale di Taranto sentenza n.8 del 2015


29. Appropriazione indebita.

Non può ravvisarsi l'appropriazione indebita se la parte vincitrice di una causa civile trattenga la somma liquidata a titolo di spese legali rifiutandosi di consegnarla al proprio avvocato.

Nel caso in questione la somma di danaro è stata liquidata non a favore dell'avvocato ma direttamente sul conto corrente del cliente; di conseguenza la somma deve considerarsi di esclusiva proprietà della parte questo però non esonera il cliente dal pagamento della parcella del professionista proprio in virtù del rapporto di mandato che lega avvocato e cliente.

Corte di Cassazione sentenza n. 20606 del 2015

Vedi anche: Avvocati: nessun reato se il cliente si "appropria" del denaro per le spese legali 


30. Molte cause bloccano la giustizia.

Per poter ottenere la tutela di un proprio diritto e' necessario agire in giudizio, questo non significa però che sia necessario perorare tutte le cause.

Alcune cause sono assolutamente inutili e vanno a rallentare ed ingolfare la macchina della giustizia.

A dirlo e' proprio una recente sentenza della Cassazione che ha respinto un reclamo per il mancato pagamento di interessi sul capitale per un periodo di 15 giorni; il creditore chiedeva che gli fossero pagati 33 euro, un valore davvero irrisorio che non può trovare tutela.

Corte di Cassazione sentenza n. 4228 del 3 marzo 2015


31. Diffamazione su Facebook.

Va ricordato che le parole hanno un peso e spesso delle responsabilità penali.

Ad esempio il reato di diffamazione può essere commesso anche sulla piattaforma di Facebook se ci si lascia andare a commenti negativi e pesanti.

Nel caso in oggetto quattro ragazzi avevano fatto commenti negativi e sprezzanti nei confronti di giornalisti che avevano scritto un articolo apparso un un quotidiano e poi pubblicato su Facebook.

Il giudice dell'udienza preliminare aveva emesso una sentenza di non luogo perché si trattava di post generici, in cui non erano menzionati gli articolisti e neppure il giornale in cui era apparso l'articolo.

Dunque la responsabilità penale e' stata esclusa perché la genericità dei commenti non ha consentito di individuare le persone come parti lese.

Corte di Cassazione sentenza n. 20366 del 15 maggio 2015

Vedi anche: Cassazione i commenti sprezzanti su Facebook non costituiscono diffamazione


32. Chi rompe paga.

Si è visto costretto a pagare i danni l'avventore di un bar che mentre era al bancone ha inavvertitamente fatto rovesciare un boccale di birra sul registratore di cassa provocando un danno pari a 250 euro.

L 'uomo ritenendo di avere ragione ha portato la vicenda sino in Cassazione ma anche in questa sede ha avuto torto di conseguenza ha dovuto risarcire il danno provocato all'esercente del bar.

Corte di Cassazione sentenza n. 10126 del 18 maggio 2015


33. Reato di minaccia.

Non può integrare il reato di minaccia proferire le seguenti parole: "giuro che te la faccio pagare, chiamo il mio avvocato e ti querelo".

Queste parole sono state indirizzate ad un pubblico ufficiale da un cittadino, ma il contenuto di questa frase non ha valenza minacciosa perché non è stato prospettato alcun danno ingiusto; semplicemente il cittadino ha espresso sentimenti ostili tali da non essere idonei a turbare il pubblico ufficiale nell'assolvimento dei suoi compiti istituzionali.

NOTA:

Art. 612 c. p.

Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 1.032 .

Se la minaccia è grave o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d'ufficio.

Corte di Cassazione sentenza n. 20320 del 15 maggio 2015


34. Assegno divorzile.

Con questa sentenza la Corte di Cassazione precisa che: la ex moglie non ha diritto all'assegno divorzile con lo stesso importo previsto in sede di separazione se termina la convivenza con un altro uomo.

Nel caso di specie peraltro l 'ex marito aveva dato vita ad una nuova famiglia e i propri redditi erano diminuiti.

In primo grado le richieste della moglie erano state accolte perché era stato ripristinato l'assegno originario pari ad euro 3000.

La Corte d'Appello però dava ragione al marito che chiedeva di essere esonerato dall'obbligo in considerazione del peggioramento economico e perché aveva costituito una nuova famiglia, inoltre, le condizioni della ex moglie erano migliorate perché aveva percepito una eredità.

Corte di Cassazione sentenza n. 10192 del 20 maggio 2015


35. Violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Con questa pronuncia la Cassazione torna a precisare che: commette il reato di " violazione degli obblighi di assistenza familiare" il coniuge obbligato che non solo non versa il mantenimento ma incorre in questa responsabilità anche quando l'assegno venga versato in maniera parziale e con ritardo.

Corte di Cassazione sentenza n. 20133 del 2015


36. Maltrattamenti in famiglia.

Anche una gelosia morbosa può integrare il reato di maltrattamenti in famiglia.

Va chiarito che il reato di " maltrattamenti in famiglia" non è integrato solo con percosse, lesioni, ingiurie, minacce o privazioni; il reato può configurarsi anche quando ci sia una vera e propria vessazione psicologica che porta ad una durevole sofferenza morale.

Dunque, questo quadro di sofferenze psicologiche può tranquillamente interessare anche chi e' vittima di una gelosia smodata.

Corte di Cassazione

sentenza n. 20126 del 14 maggio 2015


37. L'avvocato deve risarcire il danno al cliente anche se la difesa ā€˜pregiudizievole' e' stata condivisa col cliente.

Fare l'avvocato non è mai stato facile e i rischi professionali sono sempre dietro l'angolo.

E' sempre meglio essere prudenti evitando cause inutili invece di incoraggiare cause palesemente pregiudizievoli per il cliente anche se lo stesso ha condiviso la strategia difensiva .

Nel caso in questione la cliente aveva chiesto il risarcimento dei danni all'avvocato determinati dalla "negligente condotta professionaleĀ»; in buona sostanza in una causa per mancata messa in opera e mancato collaudo di una lavatrice industriale promosso contro il produttore, il legale aveva chiamato in causa il terzo trasportatore ma il diritto, per cui si chiedeva la tutela, si era abbondantemente prescritto.

Corte di cassazione sentenza n. 10289 del 20 maggio 2015


38. Che succede se si impugna un accordo di mediazione?

A dare una risposta a questa domanda ci ha pensato il Tribunale di Roma che con una sentenza di qualche mese fa ha non solo ritenuto inammissibile la domanda ma ha anche condannato la parte a 65 mila euro di spese legali (15 mila euro per ciascun convenuto) per aver impugnato l'accordo.

In pratica un coerede aveva proposto una domanda di divisione giudiziaria nonostante tutte le parti avessero raggiunto un accordo amichevole all'esito di un procedimento di mediazione.

La condanna alle spese e' stata parametrata sul valore della controversia.

In buona sostanza e' stata applicata la regola della soccombenza mentre non è stato applicata la responsabilità processuale aggravata che avrebbe anche potuto trovare applicazione.

Tribunale di Roma sentenza del 22 ottobre 2014


39. Stalking.

Non commette il reato di stalking il padre che effettua chiamate ripetute, invia sms e mail alla ex perché gli viene impedito di vedere il figlio; in questo caso il diritto di visita del padre non era ancora stato regolamentato dal Tribunale.

Si configura lo stalking o la molestia solo quando l'atteggiamento persecutorio esercitato sulla vittima determini una situazione di disagio e di stress tale da far temere per la propria incolumità o quella dei propri cari.

Corte di Cassazione sentenza n. 22152 del 2015


40. Licenziamento.

Discutere va bene ma passare alle mani e' decisamente poco saggio soprattutto se il tutto avviene sul posto di lavoro alla presenza di clienti.

E' bastato quindi un litigio sfociato poi in aggressione a legittimare il licenziamento di due dipendenti.

Corte di Cassazione sentenza n. 10842 del 26 maggio 2015


41. Tribunale di Taranto: " Abbandono di persona incapace".

Il Tribunale di Taranto ha condannato una donna per il reato di " abbandono di persone incapaci" per aver lasciato da solo per un intero giorno, senza l 'assistenza di terze persone, il marito invalido al 100%.

La donna si era assentata per stare un po' di tempo con il nuovo compagno mentre l'uomo è stato ritrovato insieme ai numerosi cani e gatti che vivevano nell'abitazione.

Commette lo stesso reato anche chi lascia da solo a casa un minore che per legge e' incapace a provvedere a se stesso.

NOTA:

Art. 591 Codice Penale

Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura e' punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Alla stessa pena soggiace chi abbandona all'estero un cittadino italiano minore degli anni diciotto, a lui affidato nel territorio dello Stato per ragioni di lavoro.

La pena è della reclusione da uno a sei anni se dal fatto deriva una lesione personale, ed è da tre a otto anni se ne deriva la morte .

Le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal genitore, dal figlio, dal tutore o dal coniuge, ovvero dall'adottanteo dall'adottato.

Tribunale di Taranto sentenza n. 2500 del 05.01.2015


42. Sanzioni disciplinari al magistrato.

È stata confermata la sanzione disciplinare nei confronti di un magistrato che all'interno di un dominio informatico, riservato all'Associazione Nazionale Magistrati, ha offeso l'onore e il decoro di altri colleghi utilizzando messaggi negativi e volgari.La sanzione disciplinare ha previsto la perdita di quattro mesi di anzianità e il trasferimento presso un altro ufficio.

La Cassazione ha poi precisato che: " perché possa configurarsi il reato di diffamazione basta che l'autore comunichi la notizia a due persone ma anche ad una sola se si ha la certezza morale che quella notizia sarà divulgata ad altre persone.

Corte di Cassazione sentenza n. 10796 del 26 aprile 2015


43. Mostrare pubblicamente il " lato B " non è reato.

La Corte di Cassazione ha assolto una donna che era stata condannata dal Giudice di Pace di Bologna, alla pena di 900 euro di ammenda, per il reato di cui all'art. 726 c.p.

La donna in pratica era sul ciglio di una strada e veniva fermata da una pattuglia dei carabinieri perché indossava una minigonna molto corta al punto che si vedeva sia la biancheria intima che il "lato B".

La Cassazione ha dunque dato ragione alla donna ritenendo che: perché possa arrecarsi offesa alla pubblica decenza non è sufficiente indossare un abbigliamento trasgressivo e succinto ma il comportamento deve essere tale da suscitare nell'uomo medio un senso di disgusto o riprovazione.

Corte di Cassazione sentenza n. 22475 maggio 2015

Vedi: Mostrare il lato B non è reato! Parola di Cassazione



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