I maestri incroceranno le braccia davanti al Miur il prossimo lunedì per protestare contro la sentenza del Consiglio di Stato. Intanto i sindacati invocano una soluzione politica

di Gabriella Lax - I maestri incroceranno le braccia davanti al Miur il prossimo 8 gennaio. Dovrebbe essere il giorno della ripresa delle lezioni dopo le vacanze di Natale ma gli insegnanti saranno in protesta davanti al ministero contro la sentenza del Consiglio di Stato secondo cui il diploma magistrale non abilita gli aspiranti insegnanti alla professione.

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Insegnanti in piazza l'8 gennaio

Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati di base Cobas, Anief, Cub e Saese, dopo la decisione di non assegnare le cattedre di ruolo ma solo supplenze per i diplomati al magistrale senza laurea. Così ha stabilito il Consiglio di Stato circa l'inserimento dei docenti precari con diploma magistrale nelle graduatorie ad esaurimento (Gae). Si tratta di una sentenza definitiva che ribalta i precedenti pronunciamenti e nega il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 all'inserimento nelle Gae. Secondo i giudici l'inserimento «non ha mai costituito titolo sufficiente per l'inserimento nelle graduatorie permanenti».

Lo sciopero riguarda maestri e maestre che insegnano nelle scuole dell'infanzia e nelle scuole primarie. Nello stesso giorno si terrà anche una manifestazione nazionale a Roma davanti al ministero dell'Istruzione e della Ricerca.

Cobas: «Vergognosa sentenza del consiglio di Stato»

Nel comunicato dei Cobas si legge, a proposito della decisione del Consiglio di Stato: «Una sentenza ingiusta, spietata e intollerabile, che gioca con la vita di decine di migliaia di lavoratori/trici, così come è insopportabile che il MIUR e il governo non abbiano voluto risolvere un problema serissimo non solo per i lavoratori/trici coinvolti ma per tutta la scuola italiana che di questi docenti non può assolutamente fare a meno. Guai, dunque, se ci fossero da parte del MIUR, utilizzando questa assurda sentenza, passi sciaguratamente avventati durante l'anno in corso, che dovessero far saltare la continuità didattica per migliaia di alunni e i posti di lavoro per migliaia di docenti. Se i tribunali dovessero far decadere tutte le supplenze e le immissioni in ruolo, la scuola primaria e quella dell'infanzia entrerebbero in un caos totale».

Il problema, ribadisce la nota, è "strettamente politico": «è intollerabile che i diritti dei lavoratori/trici vengano vanificati dai tribunali - e ancora, prosegue - esigiamo che il MIUR ed il governo pongano immediato rimedio (e non rinviando alla prossima legislatura) a questa vergogna che potrebbe portare ad un licenziamento di massa di 5300 lavoratori/trici, oltre che a negare la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato ad altri 60 mila lavoratori/trici. Chi è stato immesso in ruolo dovrà mantenere il proprio posto. Per chi ha già fatto l'anno di prova, esso vale molto di più di un concorso abilitante. Chi è inserito con riserva nelle GAE deve poter mantenere la propria posizione, così come chi ha avuto un incarico annuale».

A Roma i sindacati chiederanno che una delegazione di diplomati/e magistrali venga ricevuta dalla Ministra Fedeli.

Scuola: sindacati invocano soluzione politica

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams chiedono di "pensare a una soluzione politica del problema" per riconoscere i diritti di tutti e non lasciare a casa nessuno. I segretari generali delle sigle scuola, dopo l'apertura di ieri, in seguito alla richiesta di confronto con il Miur sulle conseguenze della decisione della giustizia amministrativa, invocano la tutela degli "interessi di tutti". Unitariamente Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams hanno avanzato al tavolo le loro richieste, partendo dalla "priorità - di - salvaguardare l'anno in corso, tutelando la continuità didattica e la serenità del lavoro dei tanti docenti che in forza delle sentenze cautelari stanno operando con serietà nelle scuole". E' stato chiesto altresì di "riaprire le graduatorie d'istituto per permettere l'inserimento dei docenti che, collocati in Gae e quindi in prima fascia d'istituto, erano stati esclusi dalla seconda fascia; salvaguardare i punteggi acquisiti mediante il servizio svolto in questi anni in forza delle sentenze cautelari; a regime prevedere una norma ad hoc al fine di ricomporre i diritti dei docenti a vario titolo interessati al contenzioso in questione".

Nel frattempo, il ministero, "ritenendo necessario acquisire un preventivo parere dell'Avvocatura dello Stato sulle modalità con cui gestire una vicenda con aspetti di rilevante complessità giuridica, si è detto pronto a riconvocare i sindacati non appena conclusa la fase di approfondimento".


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