Dati alla mano si parla del+178%. E ogni anno i proprietari versano fra i 15 e i 16 miliardi di euro in più ai Comuni
Correva l'anno 2012 quando il governo tecnico guidato da Mario Monti decise di reintrodurre la tassa sulle abitazioni principali (con il decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, noto ai più come "manovra Salva Italia", successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011): grazie all'IMU furono 24 i miliardi di euro che entrarono nelle casse dello Stato.


A distanza di due anni, nel 2014, il governo Renzi ha incassato 25 miliardi di euro, fra IMU e TASI (che non prevede le detrazioni di 50 euro per ogni figlio under 26 a carico, fino alla somma di 200 euro): un record, se pensiamo che nel 2011 l'ICI aveva fruttato solo 9 miliardi di euro.


Nel biennio 2012-2014, il patrimonio immobiliare italiano ha portato, in totale, 69 miliardi di euro nelle casse statali e, ogni anno, i proprietari versano fra i 15 e i 16 miliardi di euro in più ai Comuni.

Sono queste le cifre che, secondo Confedilizia, riguardano il patrimonio immobiliare italiano: a conti fatti, con il governo Renzi le tasse sugli immobili si sono quasi triplicate.

Secondo Confedilizia Si è trattato di un duro colpo per il settore immobiliare che ha creato sfiducia riducendo i vantaggi degli investimenti immobiliari.

Il pericolo è che un carico così alto di tasse sugli immobili possa avere conseguenze negative a catena che si riflettono sulle possibilità di crescita del paese.

Insomma un mix micidiale di tasse che rendono una situazione insostenibile. E  ad averci rimesso di più sono quei proprietari che hanno scelto di affittare con la formula del "canone calmierato" (ossia conformando importo del canone agli accordi sindacali che intervengono a livello territoriale) che sono arrivati a pagare fino al 291% in più. 


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