La petizione per l'abolizione della trattenuta in busta paga del 2,5% per il Tfr ha raggiunto quasi 18mila firme

di Gabriella Lax - Contro la trattenuta previdenziale in busta paga del 2,5% per il Tfr dei dipendenti pubblici arriva la petizione su Change.org. Attualmente quasi in diciottomila hanno firmato la petizione.

Petizione contro la trattenuta del 2,5%, gli obiettivi

I dipendenti pubblici, dal 1999 grazie ad un accordo quadro stipulato tra l'Aran e le Confederazioni sindacali e recepito dal Governo, sono passati dal Trattamento di Fine Servizio (Tfs) al Trattamento di Fine Rapporto (Tfr). Secondo questo accordo era stabilito che si passasse al Tfr per gli assunti dal 2001 e, contemporaneamente, vi fosse la possibilità di trasformare il Tfs in Tfr

per tutti quelli che si fossero iscritti alla previdenza complementare. Come riporta la petizione però sul Tfs grava il contributo previdenziale del 2,5% a carico del lavoratore e trattenuto dall'amministrazione di appartenenza sulla retribuzione utile ai fini previdenziali, successivamente versato all'ente di previdenza (prima l'Inpdad, ora Inps). Per il Tfr l'accantonamento è solo del 6,91% sulla retribuzione utile. Questo avrebbe portato i lavoratori in Tfr a percepire una retribuzione più alta rispetto ai lavoratori in Tfs. Affinchè la retribuzione netta non subisse variazioni nel nuovo regime di Tfr
, l'accordo prevedeva la riduzione della retribuzione lorda in misura pari al contributo previdenziale. Tuttavia l'importo ridotto viene poi calcolato ai fini pensionistici e previdenziali. Attualmente molte amministrazioni stanno trattenendo indebitamente il contributo del 2,5% (invece di indicarlo solo figurativamente, contrariamente a quanto previsto dall'accordo del '99).

Obiettivo della petizione dunque: la revisione dell'accordo Aran e Sindacati del 1999 che ha recepito il principio dell'invarianza retributiva; l'ampliamento della base di calcolo del Tfr ed eliminare ogni ingiusta trattenuta; la riduzione dei tempi di pagamento del Tfs e del Tfr adeguandoli a quelli del privato. Al momento i tempi di pagamento decorrono dopo due anni a regime ordinario e fino a cinque anni andando in pensione utilizzando il cumulo pensionistico o l'Ape Social o per i lavoratori precoci.

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