Il 16 ottobre è la data che sancisce la ripresa delle attività del Fisco, via quindi a cartelle e alla ripresa dei pignoramenti

Attività di riscossione nel periodo Covid19

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Il 16 ottobre riprende tutta l'attività di riscossione, sospesa a causa dell'emergenza Covid.

Ripartono come vedremo notifiche e pignoramenti. Per avere un quadro più chiaro di cosa è successo in questi mesi, è necessario leggere da pag. 9 a pag 12 dell'"Atto di indirizzo concernente gli sviluppi della politica fiscale, le linee generali e gli obiettivi della gestione tributaria, le grandezze finanziarie e le altre condizioni nelle quali si sviluppa l'attività delle Agenzie fiscali, per gli anni 2020-2022" (sotto allegato).

In queste pagine viene descritta nel dettaglio tutta l'attività di riscossione che ha caratterizzato il periodo Covid19 e di conseguenza tutte le modifiche, le proroghe e le agevolazioni previste per i contribuenti a partire dal Decreto Cura Italia, fino al Decreto Agosto. In questo modo si può avere un quadro decisamente più chiaro degli adempimenti che ci attendono.

Dal 16 ottobre ripartono cartelle e riscossioni forzate

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Il 16 ottobre 2020 quindi rappresenta lo spartiacque tra periodo di sospensione causa Covid19 e la ripresa delle attività di riscossione ed esecutive. Il Decreto Agosto ha infatti differito al 15 di ottobre 2020 il termine ultimo della sospensione delle attività di riscossione che il decreto Rilancio aveva stabilito per il 31 agosto 2020.

Quest'ultimo decreto, approvato in via definitiva, non ha infatti disposto ulteriori differimenti, nonostante le richieste dell'opposizione e di una parte della maggioranza.

Riprende quindi la riscossione, anche se scaglionata e distribuita nei prossimi sei mesi, delle 9 milioni di cartelle riportanti i debiti che i cittadini italiani hanno con l'Erario, ma anche con gli enti di previdenza e quelli locali. Riprendono anche i pagamenti delle cartelle già notificate e dei rateizzi, per recuperare i pagamenti sospesi.

Come precisato dal Ministro Gualtieri la ripresa graduale riguarda solo le notifiche della cartelle lavorate da marzo 2020 fino al 15 ottobre 2020, mentre per quelle nuove si parte subito.

Degli atti da smaltire quasi 2/3 riportano importi inferiori ai 1000 euro, mentre circa 1/6 somme comprese tra i 1000 e i 5000 euro. Il Direttore dell'Agenzia Ernesto Maria Ruffini, vista la mole dell'arretrato, ha manifestato l'esigenza di sfoltire i crediti inesigibili, che comunque richiedono adempimenti e costi di notifica.

La ripresa dei pignoramenti e le tutele del debitore

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Con la fine della moratoria riprendono anche, come anticipato, i pignoramenti nei confronti del debitore e dei terzi come banche e datori di lavoro, per aggredire conti correnti e stipendi.

Azioni però a cui il debitore può reagire, se infatti il pignoramento è il primo atto con cui il debitore viene a conoscenza della pretesa tributaria, per notifica invalida ad esempio, può ricorrere al giudice tributario, mentre se rileva che è stato aggredito un bene non pignorabile, può rivolgersi al giudice ordinario.

Si ricorda inoltre che in virtù del decreto semplificazioni n. 76/2020 anche gli Enti territoriali possono accedere all'anagrafe finanziaria per individuare e aggredire conti correnti bancari e che riprendono anche le trattenute sullo stipendio relative a pignoramenti che sono stati avviati prima della moratoria.

Limiti al pignoramento

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Il recupero dell'arretrato dei mesi scorsi si scontra sempre con i limiti previsti a tutela del debitore, eccone alcuni.

Il Fisco non può pignorare la prima casa, non di lusso, se è l'unico immobile del debitore, vi ha fissato la residenza e rappresenta la sua abitazione.

Parimenti impignorabili i beni fondamentali per la tutela della dignità del debitore come il letto e il frigorifero.

Inalterati i limiti di pignoramento che hanno ad oggetto stipendi e pensioni, che possono essere pignorate nel rispetto del minimo vitale (assegno sociale aumentato della metà).

Leggi anche:

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Foto: 123rf.com
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