Dal 18 maggio messe aperte ai fedeli ma seguendo misure che riguardano igienizzazione e distanze di sicurezza. Cosa prevede il protocollo con la Cei

di Gabriella Lax - Entrerà in vigore dal prossimo 18 maggio il protocollo Cei (in allegato) che riguarda le celebrazioni liturgiche. Si tratta di un documento tra Cei e Governo italiano, firmato lo scorso 7 maggio a Palazzo Chigi, che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo, in condizioni di massima sicurezza per la comunità ecclesiale. Erano presenti il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

Le misure riguardano l'accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l'igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli.

Accesso ai luoghi di culto

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L'accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, «resta contingentato e regolato da volontari o collaboratori che favoriscono l'accesso e l'uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite». Numero massimo che dovrà essere stabilito dal legale rappresentante dell'ente che stabilirà «la capienza massima dell'edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale».

Nelle fasi di accesso alla chiesa, la distanza di sicurezza è fissata al almeno 1,5 metri. Resta il divieto di entrata a coloro che hanno la temperatura corporea uguale o superiore a 37,5 gradi, così come a coloro che sono stati in contatto con persone positive al Covid-19 nei giorni precedenti. La decisione di entrare sarà responsabilità del fedele, in quanto non è obbligatorio misurare la temperatura all'ingresso. Nel caso in cui, si legge nel Protocollo, «la partecipazione attesa superi il numero massimo di presenze consentite, si consideri l'ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche».

Igienizzazione dei luoghi di culto

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Mentre devono restare vuote le acquasantiere, i luoghi di culto, comprese le sagrestie, dovranno essere igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell'aria. Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati cosi come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati.

Distribuzione della comunione

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Si potrà quindi distribuire la comunione, ma dopo che «il celebrante e l'eventuale ministro straordinario avranno curato l'igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi - indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca mantenendo un'adeguata distanza di sicurezza - abbiano cura di offrire l'ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli».

Infine, nel caso in cui il luogo di culto non sia idoneo al rispetto delle indicazioni del protocollo si può valutare la possibilità di celebrazioni all'aperto, «assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria».

Conte: «Un protocollo con le modalità idonee»

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«Le misure di sicurezza previste nel testo - afferma il premier conte - indicano le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche avvenga nella maniera più sicura per la salute pubblica e per la tutela protezione dei fedeli. Ringrazio la CEI per il sostegno morale e materiale che sta offrendo alla collettività nazionale in questo momento così difficile per il Paese». Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti ha specificato che «Il Protocollo è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato Tecnico-Scientifico e la Cei, dove ciascuno ha fatto la sua parte con responsabilità».

Scarica pdf protocollo Cei-Governo

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