Le posizioni che riguardano 1.500 funzionari dell'Agenzia delle Entrate saranno sottoposte all'esame della Corte costituzionale

di Gabriella Lax - Sono 1500 le posizioni in bilico di funzionari dell'Agenzia delle entrate in attesa di una decisione della Corte costituzionale.

Entrate a rischio stop: deciderà la Consulta

Si tratta di 1.500 posizioni organizzative a elevata responsabilità (Poer) dell'agenzia delle Entrate che all'inizio di giugno avrebbero iniziato a lavorare dopo la conclusione delle procedure selettive.

Come riferisce il Sole 24 Ore, la decisione di rinviare la norma istitutiva dei nuovi "quadri" alla Consulta è venuta dalla Sezione seconda ter del Tar Lazio (con la sentenza

6861/2019. I giudici del Tar Lazio hanno accolto i motivi del ricorso presentato dal sindacato Dirpubblica che, attraverso il suo legale Carmine Medici, ha contestato la procedura di selezione interna delle posizioni in quanto ad avviso della linea difensiva portata avanti «elusiva della sentenza 37/2015 della Corte costituzionale», ossia la pronuncia che di fatto aveva stoppato le norme che avevano consentito l'attribuzione di incarichi dirigenziali a funzionari senza prima passare da un concorso pubblico. Il Tar Lazio ha stabilito la legittimazione di Dirpubblica a presentare ricorso e, inoltre, ha deciso di rimettere il giudizio di legittimità della norma istitutiva delle Poer (articolo 1, comma 93, della legge 205/2017) proprio alla Consulta. Secondo quanto stabilisce la pronuncia dell'organo legislativo: da un alto «l'istituzione di posizioni organizzative nuove, caratterizzate da poteri di natura dirigenziale e destinate ad essere ricoperte con procedure selettive interne, potrebbe risultare elusiva del giudicato scaturente dalla sentenza
della Corte costituzionale n. 37/2015
, con possibile violazione dell'articolo 136 della Costituzione». Ed ancora «le posizioni organizzative prefigurate dal legislatore, per le funzioni ed il trattamento giuridico ed economico ad esse connesso, potrebbero integrare una vera e propria progressione di carriera alla quale dovrebbe accedersi con concorso pubblico e non con una selezione interna con possibile violazione degli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione»; in ultimo, l'istituzione delle summenzionate posizioni «attribuirebbe un vantaggio competitivo ingiustificato in favore dei dipendenti interni, destinatari di funzioni dirigenziali delegate o di incarichi di posizione organizzative speciali, che si porrebbe in contrasto con gli articoli 3, 51, 97 e 136 della Costituzione». Alla Corte costituzionale adesso la decisione finale sulla vicenda.


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