Gli avvocati per la famiglia e i minori si interrogano sulla rivoluzionaria sentenza della Cassazione sull'assegno divorzile

di Marina Crisafi - Assegno divorzile dovuto solo se chi lo richiede "non è in grado dopo essersi dato 'da fare' di essere economicamente indipendente". È questo il cambio di orientamento (dopo quasi 30 anni) segnato dalla recentissima sentenza della prima sezione della Cassazione (la n. 11504/2017 del 10 maggio scorso), commenta l'Aiaf in una nota.

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Senza dubbio una "rivoluzione copernicana, dovuta alla necessità di adattare le norme anche al mutato costume sociale che sicuramente avvicina il nostro sistema agli Stati Europei, dove però il tessuto sociale e le abitudini sono differenti dalle nostre" evidenziano gli avvocati di famiglia e dei minori.

Aiaf: indipendenza dell'ex ma da quale soglia?

Pur plaudendo al principio innovativo introdotto dalla decisione, al contempo, infatti, l'associazione fa notare che da un lato la Suprema Corte "non ha precisato quale sia la soglia oltre la quale si possa parlare di indipendenza" soglia che "probabilmente, sarà compito dei singoli giudici individuare". Dall'altro, avverte l'Aiaf, non può che sottolinearsi "il rischio di una sua strumentalizzazione, soprattutto nei casi in cui uno dei due coniugi abbia investito nel vincolo matrimoniale e nella crescita dei figli tutta la propria vita e si ritrovi - oltreché a subire la decisione dell'altro - a non avere neppure il tempo per ripensare la propria vita sotto il profilo economico".


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