A lanciare l'allarme è il sindacato dei pensionati Cgil che chiede l'intervento immediato del Governo

di Marina Crisafi - Sui pensionati italiani sta per abbattersi una "tegola", poiché da febbraio "potrebbero essere costretti a restituire allo Stato parte della rivalutazione degli assegni risalente all'anno 2015". Nello specifico, si tratta "dello 0,1% di differenza tra l'inflazione programmata e quella effettiva su cui è stato calcolato l'adeguamento al costo della vita delle pensioni". A denunciarlo è lo Spi-Cgil, con una nota in cui rileva come nel decreto Milleproroghe l'esecutivo non sia intervenuto per risolvere la questione. In tal modo, rincara il sindacato dei pensionati "tutte le pensioni avranno una perdita di valore. Nel caso di una pensione al minimo la perdita sarà di 6,50 euro all'anno e di 13 euro per una da 1.000 euro" (leggi in merito, quanto anticipato da Il diritto quotidiano studiocataldi.it nell'articolo "Pensioni: a gennaio il conguaglio negativo")

Certo si parla di "cifre che possono sembrare di poco conto - rincara il sindacato - ma che incidono in particolare sulle pensioni basse per le quali qualche euro in più o in meno al mese fa la differenza".

L'anno scorso l'esecutivo, prosegue la nota dello Spi Cgil, intervenne, neutralizzando gli effetti negativi della restituzione ed anche "quest'anno il governo si era reso disponibile ad intraprendere la stessa strada ma per ora non lo ha fatto". Da qui la richiesta ufficiale al ministro del lavoro Poletti "di intervenire urgentemente per evitare che si penalizzino ancora una volta milioni di pensionati italiani".


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