Nel valutare la condotta del lavoratore, ai fini di un eventuale abuso della legge 104, occorre tenere conto delle modalità con cui la prestazione viene resa e in particolare dei tempi della stessa

Permessi legge 104

Nel valutare la condotta del lavoratore, ai fini di un eventuale abuso dei permessi legge 104, occorre tenere conto delle modalità con le quali la prestazione viene resa ed in particolare, dei tempi della stessa. E' quanto emerge dall'ordinanza n. 2235/2023 della sezione lavoro della Cassazione (sotto allegata).

Nella vicenda, un'azienda ha dato incarico ad una agenzia investigativa di verificare se un proprio dipendente abusasse o meno dei permessi di cui alla legge 104. All'esito delle indagini ha proceduto al licenziamento.

La società di investigazioni private ha accertato che, durante la giornata in cui avrebbe dovuto assistere il congiunto, il lavoratore si è allontanato dall'abitazione di quest'ultimo.

Il dipendente è ricorso contro il provvedimento del suo datore di lavoro.

Il Tribunale ha dato ragione all'azienda, ritenendo che il suddetto comportamento violi i doveri di correttezza e buona fede. Ad analoga conclusione sono giunti i giudici della Corte di Appello, i quali hanno inoltre contestato al lavoratore di aver percepito indebitamente la corrispondente indennità corrisposta dall'INPS.

Abuso legge 104: valutare tempi e modalità della prestazione

Di tutt'altro avviso è stata invece la Corte di Cassazione che ha accolto le ragioni del ricorrente rinviando gli atti alla Corte d'Appello.

Dinanzi ai giudici supremi, il lavoratore ha rappresentato che il giorno in cui ha prestato assistenza al congiunto avrebbe dovuto svolgere il turno di lavoro notturno. Durante le ore diurne ha assistito il parente, allontanandosi per alcune ore per assolvere a delle incombenze. È però rimasto insieme al beneficiario dell'assistenza dalle ore 20 sino alle 6 del mattino successivo, vale a dire per tutta la fascia oraria in cui avrebbe dovuto lavorare, essendogli stato appunto assegnato il turno di notte.

I giudici della Suprema Corte hanno deciso che nel caso in cui il turno di lavoro sia notturno, e quindi inizi in un dato giorno e termini nel successivo, per verificare il corretto utilizzo del permesso in questione è necessario che sia congruo, rispetto alla norma, il comportamento tenuto nella fascia oraria in cui il lavoratore avrebbe dovuto lavorare, in quanto durante le ore diurne il lavoratore non avrebbe dovuto prestare alcuna attività lavorativa.

Scarica pdf Cass. n. 2235/2023

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