Via libera del Consiglio dei Ministri al PNRR nella sera di sabato 24 aprile. Ecco missioni e investimenti previsti nella bozza, accanto a grandi riforme come quelle di P.A. e Giustizia

PNRR: il Piano per la ripresa

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Entro il prossimo 30 aprile sarà inviato all'esame della Commissione Europea il "Piano per la ripresa e la resilienza" (PNRR): si tratta del programma di investimenti che l'Italia deve presentare alla Commissione europea nell'ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.


Il Piano, approvato dal Governo, ha ottenuto anche l'approvazione sia da parte del Senato (con 224 voti a favore, 16 contrari e 21 astenuti) e alla Camera (con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti).


In particolare, il Consiglio dei ministri, dopo un breve rinvio per via dei temi che hanno creato uno spacco nella maggioranza (tra cui la proroga del Superbonus e Quota 100) ha dato il via libera al Piano (qui sotto allegato) nella serata di sabato 24 aprile. Informalmente, a seguito delle fitte interlocuzioni telefoniche con la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ci sarebbe anche il "disco verde" dell'UE.


Come si legge nel testo, il Governo intende estendere la misura del Superbonus 110% fino al 2023, mentre viene confermato lo stop a Quota 100 a fine anno e la sostituzione con altre misure di anticipazione pensionistica, ma dedicate a categorie con mansioni logoranti. Scompaiono anche gli investimenti per proseguire con l'operazione cashback.


PNRR: tre assi strategici

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Lo sforzo di rilancio dell'Italia delineato dal Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Come si legge nel Comunicato Stampa che ha annunciato l'approvazione del PNRR, l'Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del programma Next Generation EU (NGEU), predisposto dall'Unione Europea in risposta alla crisi pandemica e che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Si tratta del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e del Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, da impiegare nel periodo 2021-2026.

Il Piano prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l'obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all'esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.

Il Governo stima che gli investimenti avranno un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche; nel 2026, anno di conclusone del Piano, si legge nella premessa del premier Draghi, il PIL sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto all'andamento tendenziale e l'occupazione sarà maggiore di quasi 3 punti percentuali. Gli investimento previsti nel piano, inoltre, porteranno a miglioramenti marcati negli indicatori che misurano i divari regionali, l'occupazione femminile e quella giovanile.

Le missioni del PNRR

Nel dettaglio, il PNRR si articola in 6 Missioni e 16 Componenti, articolate in linea con i sei Pilastri menzionati dal Regolamento RRF dell'Unione Europea, eccole illustrate nel dettaglio come previsto dalla bozza di PNRR, con le relative assegnazioni totali di risorse, che comprendono anche quelle del Fondo Complementare e quelle rese disponibili dal REACT-EU.

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (50,07 mld) è costituita da 3 componenti e sostiene la transizione digitale del Paese, nella modernizzazione della pubblica amministrazione, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo. Ha l'obiettivo di garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga, migliorare la competitività delle filiere industriali, agevolare l'internazionalizzazione delle imprese. Investe inoltre sul rilancio di due settori che caratterizzano l'Italia: il turismo e la cultura.


Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica (69,96 mld): si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell'economia per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività. Comprende interventi per l'agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti; programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili; investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per l'efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato; e iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, per salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio, e per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche.


Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,46 mld): è articolata in 2 componenti e si pone l'obiettivo di rafforzare ed estendere l'alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Potenzia i servizi di trasporto merci secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti. Promuove l'ottimizzazione e la digitalizzazione del traffico aereo. Punta a garantire l'interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (PNL) per la rete dei porti.


Missione 4 - Istruzione e ricerca (33,81 mld): è articolata in 2 componenti e punta a colmare le carenze strutturali, quantitative e qualitative, dell'offerta di servizi di istruzione nel nostro Paese, in tutto in ciclo formativo. Prevede l'aumento dell'offerta di posti negli asili nido, favorisce l'accesso all'università, rafforza gli strumenti di orientamento e riforma il reclutamento e la formazione degli insegnanti. Include anche un significativo rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico, per innalzare il potenziale di crescita.


Missione 5 - Inclusione e coesione (29,62 mld): è suddivisa in 3 componenti e investe nelle infrastrutture sociali, rafforza le politiche attive del lavoro e sostiene il sistema duale e l'imprenditoria femminile. Migliora il sistema di protezione per le situazioni di fragilità sociale ed economica, per le famiglie, per la genitorialità. Promuove inoltre il ruolo dello sport come fattore di inclusione. Un'attenzione specifica è riservata alla coesione territoriale, col rafforzamento delle Zone Economiche Speciali e la Strategia nazionale delle aree interne. Potenzia il Servizio Civile Universale e promuove il ruolo del terzo settore nelle politiche pubbliche.


Missione 6 - Salute (20,22 mld): si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della prevenzione e dell'assistenza sul territorio, con l'integrazione tra servizi sanitari e sociali, e l'ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Potenzia il Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della

telemedicina. Sostiene le competenze tecniche, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario, oltre a promuovere la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario.

Le riforme del PNRR

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Le missioni del PNRR saranno accompagnate anche da quattro importanti riforme di contesto, ovvero: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Non mancano anche iniziative di modernizzazione del mercato del lavoro, nonché di rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi. È prevista infine una riforma fiscale, che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali.

Pubblica amministrazione

Per la riforma strutturale della P.A. si guarda al ricambio generazionale e all'adeguamento delle competenze, nonché alla semplificazione normativa e amministrativa e di digitalizzazione delle procedure. Gli assi principali sono dunque:

- Accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale;

- Buona amministrazione, per semplificare norme e procedure;

- Competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna;

- Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.

Giustizia

Per il settore Giustizia, obiettivo fondamentale dei progetti e delle riforme è la riduzione del tempo del giudizio. Prioritari, anche a tal fine, saranno gli interventi di: organizzazione e rafforzamento dell'ufficio del processo; riforma del processo civile e Alternative Dispute Resolution (ADR); Riforma della giustizia tributaria; riforma del processo penale; riforma dell'Ordinamento giudiziario. Si stima che le leggi delega potranno essere adottate già entro settembre 2021 e i decreti attuativi approvati entro settembre 2022.

In particolare, per il processo civile si intende consolidare e stabilizzare i modelli delle udienze da remoto e mediante trattazione scritta, a intervenire sul sistema delle impugnazioni (con potenziamento del filtro di ammissibilità) e si punta a una maggiore concentrazione, per quanto possibile, delle attività tipiche della fase preparatoria e introduttiva, alla soppressione delle udienze potenzialmente superflue e alla riduzione dei casi nei quali il tribunale è chiamato a giudicare in composizione collegiale, nonché a una migliore ridefinizione della fase decisoria, con riferimento a tutti i gradi di giudizio.

Particolarmente interessante è la previsione del rinvio pregiudiziale in Cassazione che consentirà ai giudici di merito di rivolgersi direttamente alla Suprema Corte per sottoporle la risoluzione di una questione nuova (non ancora affrontata dalla Corte), di puro diritto e di particolare importanza, che presenti gravi difficoltà interpretative e sia suscettibile di porsi in numerose controversie.

Semplificazione e razionalizzazione

Riforme previste anche in tema di semplificazione normativa e razionalizzazione della legislazione poiché, come si legge nella bozza "l'eccesso di leggi e la loro scarsa chiarezza ostacolano la vita dei cittadini e frenano le iniziative economiche".

Si mira ad abrogare o revisionare leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione, nonché ad intervenire sulle leggi in materia di pubbliche amministrazioni, di contratti pubblici, nonché sulle norme che sono di ostacolo alla concorrenza, su regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi.

In via di urgenza, si introdurrebbe una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforzi le semplificazioni già varate con il decreto-legge n. 76/2020 (la cui efficacia temporale verrebbe prorogata), nonché una semplificazione dei controlli della Corte dei conti sui contratti. Prevista anche una profonda semplificazione delle norme in materia di procedimenti in materia ambientale e, in particolare, delle disposizioni concernenti la valutazione di impatto ambientale ("VIA").

Istruzione e ricerca

Particolarmente articolato appare il segmento dedicato all'istruzione. Diversi gli obiettivi generali, come quelli volti ad aumentare i posti negli asili nidi e nelle scuole dell'infanzia, nonché l'offerta a tempo pieno nella primaria, rendere obbligatorio l'uso dei test PISA/INVALSI, favorire l'accesso alle Università e ridurre l'abbandono scolastico nella scuola secondaria.

Per quanto riguarda il personale della scuola, invece, si mira a una riforma per costruire un sistema di "formazione di qualità", a partire dall'istituzione di un organismo qualificato deputato alle linee di indirizzo della formazione del personale scolastico in linea con gli standard europei: si tratta della c.d. "Scuola di Alta Formazione" ideata come "Agenzia del Ministero dell'istruzione", che sarà una struttura leggera e sarà dotata di un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale.

Il Piano si sofferma, inoltre, su riforma delle classi di laurea e dei dottorati, sul finanziamento in aumento delle borse di studio per l'accesso all'Università, sulla didattica digitale integrata, (a partire dallo sviluppo delle competenze digitali del personale scolastico), sulla trasformazione degli spazi scolastici in "Scuola 4.0", sulla messa in sicurezza e sulla riqualificazione dell'edilizia scolastica.

Riforma lauree abilitanti

Ha già fatto discutere discussa la c.d. Riforma delle lauree abilitanti ma solo per determinate professioni, che prevede la semplificazione delle procedure per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, rendendo l'esame di laurea coincidente con l'esame di stato, con ciò rendendo semplificando e velocizzando l'accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati.

Il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha sul punto precisato che la novità non dovrebbe trovare applicazione né per gli avvocati né per altre categorie professionali come i commercialisti, gli ingegneri e i notai, trattandosi "di percorsi professionali che, per specificità, sono esclusi da tali eventuali ipotesi".

Sanità

Nell'ambito della Missione "Salute", trova spazio la necessità di potenziare e riorientare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per migliorarne l'efficacia nel rispondere ai bisogni di cura dei cittadini, anche alla luce delle criticità emerse nel corso dell'emergenza pandemica.

In particolare la strategia intende:

- rafforzare la prevenzione e l'assistenza sul territorio e l'integrazione fra servizi sanitari e sociali;

- garantire equità di accesso alle cure e nell'erogazione delle prestazioni;

- ammodernare la dotazione delle strutture del SSN in termini di qualità del capitale umano e formazione, risorse digitali, strutturali, strumentali e tecnologiche;

- promuovere la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario.

Trova, inoltre, spazio anche l'individuazione, su base nazionale competitiva, di un centro di eccellenza per le epidemie che consentirà una più pronta e efficace risposta della comunità scientifica nazionale rispetto al sequenziamento dei virus e alle correlate esigenze di ricerca e sviluppo per la cura e il contenimento delle conseguenti malattie.

Particolare attenzione anche alle "Reti di prossimità", strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale: gli interventi di questa componente intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell'assistenza domiciliare ("Casa come primo luogo di cura") e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.

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Foto: 123rf.com
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