Breve guida alle tappe che hanno portato all'istituzione dell'Unione europea: dalle tre comunità, al tentativo costituzionale, fino alla ratifica dei trattati istitutivi

Guida diritto costituzionale

di Luca Passarini - Oggi possiamo considerare l'Unione europea un'organizzazione internazionale a carattere regionale, comprendente ventotto paesi membri, con ventiquattro lingue ufficiali, sistemi giuridici spesso differenti, per un totale di cinquecentotré milioni di abitanti. Il percorso di integrazione eurounitaria non può che essere lungo e tortuoso, con fasi di forte accelerazione e momenti di stasi e di ripensamento, se non di regressione. La necessità di istituire un sistema sovranazionale sembra fondamentale sul finire della Seconda guerra mondiale, per impedire ulteriori conflitti, potenzialmente distruttivi e definitivi.

L'Unione Europea dei 28

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Consiste in un progetto di ampissimo respiro, partito come un sogno da sei Stati fondatori: Italia, Francia, Repubblica federale tedesca, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, negli anni si sono aggiunti la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica ceca, il Regno di Danimarca, la Repubblica di Estonia, l'Irlanda, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica di Cipro, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, la Repubblica di Ungheria, la Repubblica di Malta, la Repubblica d'Austria, la Repubblica di Polonia, la Repubblica portoghese, la Romania, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca, la Repubblica di Finlandia, il Regno di Svezia e il Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord.

La storia che ha portato a questo risultato dura ormai da sessantotto anni.

Ecco le tappe che hanno portato all'istituzione dell'UE:

Trattato di Parigi

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Il primo passo verso la nascita di una comunità di stati in Europa consiste nella firma del Trattato di Parigi del 18 aprile 1951, con la quale sei stati (tra cui Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) danno vita alla Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), per chiaro impulso dei Francesi J. Monnet e R. Schuman.

Trattati di Roma

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I sei Stati che hanno firmato il trattato che istituisce la CECA, sono gli stessi paesi firmatari dei due trattati del 25 marzo 1957, conclusi a Roma e in vigore dal 1° gennaio 1958, che fondano da una parte la Comunità economica europea, detta CEE, e dall'altra la Comunità europea dell'energia atomica, detta EURATOM, finalizzata allo sfruttamento pacifico della energia atomica. Con il precedente Trattato di Parigi si ha quindi la presenza di tre comunità: CEE, EURATOM e CECA, che a distanza di cinquant'anni andranno a costituire uno dei tre pilastri fondamentali dell'Unione europea.

Dei tre trattati occorre soffermarsi brevemente su quello (TCEE) che ha dato vita alla Comunità economica europea, un trattato che mira a istituire un mercato unico interno, un sistema economico improntato sui principi della libertà di mercato e della libera concorrenza, volto all'eliminazione delle barriere economiche doganali e tariffarie. L'intento di realizzare una sinergia in materia economica, commerciale, in materia di pesca, industria tra i sei Stati fondatori è ancora presente oggi quale interesse fondamentale dell'Unione. Dopo il 1957 si assiste a varie adesioni alla CEE da parte di nuovi Stati. Nel 1973 con i primi nuovi ingressi entrano a fare parte della Comunità economica europea Danimarca, Irlanda, Regno Unito. Nel 1981 entra la Grecia. Nel 1986 Spagna e Portogallo. Nel 1995 è la volta dell'Austria, la Finlandia e la Svezia. Nel 2004 Malta, Cipro, e gli Stati che avevano vissuto il passaggio dalla forma di stato socialista alla forma di stato democratico-liberale, intendendo la Slovenia, l'Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia. Nel 2013 si assiste all'ultimo ingresso della Croazia. Il 1979 è invece l'anno delle prime elezioni democratiche del parlamento europeo, svolte a suffragio universale tra tutti i paesi allora aderenti. Esterno alle tre comunità è la stipula dell'accordo di Schengen del 1985 (ufficialmente Accordo fra i governi degli Stati dell'Unione economica Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni) comportante la creazione di uno spazio comune, tramite una progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere comuni tra i cinque Stati interessati, sia delle merci sia delle persone.

Atto Unico Europeo

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Il 17 febbraio del 1986, viene firmato tra Lussemburgo e L'Aja, l'Atto unico europeo, il trattato internazionale che modifica tutti e tre i trattati precedenti (CEE, CECA, EURATOM), entrando in vigore l'anno successivo. L'importanza di questo accordo è decisiva. Da questo momento non si parla più di Comunità economica europea perché l'Atto Unico Europeo produce un'evoluzione della stessa, sostituendo la precedente definizione con la più sintetica Comunità europea. L'Atto unico introduce nel trattato di Roma del 1957 nuove materie di cooperazione tra la (nuova) Comunità europea e gli Stati membri, materie che non più necessariamente hanno caratterizzazione economica, ma presentano nuovi caratteri sociali e istituzionali come per esempio la cooperazione politica europea, l'ambiente, la cultura, la salute ed altre.

Trattato di Maastricht

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Comunemente noto anche come Trattato sull'Unione Europea (TUE), sottoscritto dai dodici paesi aderenti alla CE, il 7 febbraio 1992 a Maastricht nei Paesi Bassi, e in vigore dall'anno successivo. È con questo trattato che si può parlare per la prima volta di Unione europea.

La differenza tra comunità e unione è semplice e non solamente terminologica. Fino al 1992 si ha un ambito di cooperazione tra Stati membri che è quello rappresentato dalla Comunità europea, ambito che concerne principalmente la materia economica, industriale, del mercato. Queste materie saranno certamente importanti anche per la futura Unione europea, che non si limiterà però a queste, prevedendo quali politiche proprie dell'Unione tre aree fondamentali o pilastri che possono essere riassunte in questo modo: il primo pilastro consisterà nella Comunità europea (CECA, CEE, EURATOM o CEEA); il secondo pilastro nella politica estera e sicurezza comune (PESC, che comprenderà esercito europeo comune, corpo di polizia europea comune...); il terzo riguarderà gli Affari interni e la giustizia (cosiddetto GAI che comprenderà forme di collegamento tra Stati membri e Unione europea in materia di giustizia civile, di giustizia penale, mutuo e automatico riconoscimento delle sentenze penali nella Unione, riconoscimento dei diritti di voto, di petizione, di assistenza diplomatica consolare….). Di questi tre pilastri fondamentali, solo il primo esiste già nel 1992 ed è costituito proprio da quella cooperazione in materia economica, finanziaria, pesca, agricoltura che l'UE farà propria. In definitiva l'Unione europea si propone di diventare il tetto di questi tre pilastri, dando così l'idea di formare un tempio greco, che si costruirà mediante il complesso di organi dell'Unione, di procedure, di competenze, di norme comuni a tutti e tre i pilastri. Fine del Trattato di Maastricht è creare una architettura comune per il governo comune di tutti e tre i pilastri.

Trattato di Amsterdam

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Il 2 ottobre 1997 viene siglato il tratto di Amsterdam, un trattato internazionale che entra in vigore nel maggio 1999 e che consiste nel primo tentativo di riformare le istituzioni europee in vista dell'allargamento da quindici a ulteriori paesi. È un trattato che apporta serie modifiche circa i processi decisionali nell'Unione europea e che produce una modificazione dei due trattati esistenti, quello TCCE e quello di Maastricht TUE.

Trattato di Nizza e Carta di Nizza

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Tra il 2000 e il 2001, oltre all'adozione dell'euro come valuta comune per la maggior parte degli Stati membri, si verificano altri due eventi importanti. Vengono sottoscritti infatti due trattati internazionali all' interno dell'Unione europea che sono in primo luogo il trattato di Nizza, accordo internazionale, che riforma la composizione della commissione e il sistema di voto in seno al Consiglio, incidendo sostanzialmente su processi decisionali e modificando ulteriormente i due trattati precedenti. Nello stesso periodo sempre a Nizza si firma anche la Carta di Nizza, conosciuta successivamente come Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (CDFUE).

Trattato per l'adozione della Costituzione europea

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Il trattato per la Costituzione europea viene firmato a Roma nel 2004 dai venticinque stati membri ed è strutturato in quattro parti. La prima parte è costituita da quello che era stato il Trattato sull'Unione europea: parte di tipo strutturale e organico, sono disciplinati gli organi, le funzioni e i compiti dell'Unione. La seconda parte riprende la Carta di Nizza, parte destinata a riconoscere e a garantire i diritti della persona. Nella terza parte si riprendono ampie parti del trattato istitutivo della Comunità europea, relative ai settori e alle materie di azione dell'Unione europea. La quarta parte presenta le norme transitorie e finali. La Costituzione europea elaborata prevedeva un totale di 448 articoli.

Necessario per rendere efficace e vincolante il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa era la ratifica da parte di tutti gli Stati membri senza eccezione alcuna. Il risultato finale allo scadere del tempo previsto per la ratifica è che solamente diciotto stati su venticinque hanno proceduto. In particolare nel maggio e nel giugno del 2005 in Francia e nei Paesi Bassi il popolo si è espresso in modo contrario alla ratifica della Costituzione europea.

Per realizzare almeno in parte gli obiettivi contenuti nella Costituzione europea, all'alba del 2007 è necessario trovare un'altra strada.

Trattato di Lisbona

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La soluzione all'impasse creato dalla mancata ratifica della Costituzione europea è offerta dal trattato di Lisbona entrato in vigore il 1 dicembre 2009 e concluso il precedente 13 dicembre 2007. Mediante questo si ridefiniscono e si razionalizzano le competenze dell'Unione europea e degli Stati membri, semplificando l'architettura costituzionale dell'Unione europea, specie in relazione alle fonti sovranazionali, di natura vincolante e non vincolante. Il Trattato di Lisbona porta quindi una serie di innovazioni notevoli. Si adotta una decisione fondamentale, quella di mantenere in vigore il dualismo dei trattati, precedenti la Costituzione, mai entrata in vigore, ridenominandoli Trattato sull'Unione europea (TUE) e Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Inoltre rispetto al precedente Trattato di Nizza o di Maastricht viene abolita la struttura dei tre "pilastri", provvedendo a un nuovo riparto di competenze tra Unione e Stati membri (come si evincerà dalla trattazione che segue), rafforzando la democraticità delle istituzioni e il riconoscimento generale dei diritti fondamentali anche mediante la Carta dei diritti fondamentali a cui il Trattato del 2009 riconosce il medesimo valore giuridico dei trattati istitutivi.


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