Lavorare con partita Iva come autonomi è un'ipotesi che molti non considerano. Le tutele sono ridotte ma le soddisfazioni possono essere tante

di Valeria Zeppilli - In un mondo in cui trovare un lavoro dipendente a volte può risultare difficile, chi ha un'idea imprenditoriale o un pizzico di spirito di iniziativa può valutare un'opzione che molti non prendono in considerazione: quella di lavorare con partita Iva, ovverosia come lavoratori autonomi.

Vediamo meglio a cosa ci stiamo riferendo e quali sono i vantaggi e gli svantaggi:

Lavorare con partita Iva: i lavoratori autonomi

[Torna su]

Non solo i liberi professionisti "classici", infatti, possono lavorare con partita Iva. Oltre a quelle di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, infatti, ci sono numerose altre attività che possono essere svolte autonomamente, a servizio di più committenti e senza relazionarsi con un solo datore di lavoro.

Si pensi ai grafici, ai pubblicitari, ai tecnici informatici, ai consulenti, ai formatori e chi più ne ha più ne metta.

Lavorare con partita Iva: scarse tutele

[Torna su]

Chiaramente, bisogna mettere da parte le tutele.

La maggior parte delle garanzie che il diritto del lavoro appresta sono infatti riservate ai lavoratori dipendenti, storicamente visti come soggetti deboli, che devono "difendersi" dalla parte forte del rapporto, identificata nel datore di lavoro.

I lavoratori autonomi, quindi, non hanno ad esempio diritto alle ferie, alla malattia e a tutti i permessi riconosciuti ai lavoratori dipendenti, né alle indennità a questi spettanti in ipotesi di perdita del lavoro.

Lavorare con partita Iva: i vantaggi

[Torna su]

Dal canto suo, però, chi lavora con partita Iva può organizzare il proprio lavoro come meglio crede, non rischia di perdere improvvisamente l'impiego e può sperare nelle soddisfazioni che possono derivare da qualcosa che ha costruito personalmente.

Lavorare autonomamente, quindi, è un'ipotesi che ha di certo dei difetti ma anche molti pregi.

False partite Iva

[Torna su]

Lo stesso non può dirsi per le false partite Iva.

Ci si riferisce all'ipotesi in cui un datore di lavoro intenda avvalersi della prestazione lavorativa di una persona, senza tuttavia assumerla e quindi costringendola ad aprire una partita Iva ma trattandola come un vero e proprio dipendente.

In tal caso, spariscono tutti i vantaggi di lavorare con partita Iva, ma contemporaneamente non si gode delle tutele apprestate ai lavoratori dipendenti.

Il fenomeno delle false partite Iva è quindi combattuto da apposite previsioni del nostro ordinamento, anche se è ancora purtroppo molto diffuso.

Vai alla guida Partita Iva: guida pratica all'apertura

Valeria Zeppilli

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: