Da domani le domande per il reddito di cittadinanza, la misura prevista dal D.L. n. 4/2019 il cui d.d.l. di conversione è ancora al vaglio del Parlamento. Ecco i 10 punti chiave

di Lucia Izzo - Il reddito di cittadinanza parte ufficialmente da domani, mercoledì 6 marzo, giorno nel quale sarà possibile presentare la domanda per richiedere il beneficio istituito dal D.L. n. 4/2019, attualmente in attesa di conversione definitiva alla Camera, dopo il via libera del Senato.


Vediamo dunque come funziona il reddito di cittadinanza in 10 punti:


1) Cos'è il reddito di cittadinanza

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L'art. 1 del "decretone" ha istituito, dal mese di aprile 2019, il reddito di cittadinanza quale misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, nonché a favorire il diritto all'informazione, all'istruzione, alla formazione, alla cultura attraverso politiche volte al sostegno economico e all'inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro.

2) A chi è destinato

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Il Reddito di cittadinanza è erogato ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della domanda e durante tutta l'erogazione del beneficio, di una serie di requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, nonché economici.

I richiedenti dovranno essere cittadini maggiorenni italiani o dell'UE, oppure suoi familiari titolari del diritto di soggiorno o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso per soggiornanti di lungo periodo. È necessaria anche la residenza in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Inoltre, l'ISEE del nucleo familiare dovrà essere inferiore a 9.360 euro e il patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 30mila euro; il patrimonio finanziario non dovrà superare i 6mila euro, soglia che può arrivare fino a 20mila euro per le famiglie con persone disabili.

Per approfondimenti: Il reddito di cittadinanza

3) Come si calcola il reddito di cittadinanza

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Il beneficio economico si compone di due parti: una a integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 6.000 euro moltiplicati per la scala di equivalenza (7.560 euro per la Pensione di cittadinanza) e l'altra, solo per chi è in affitto, che incrementa il beneficio di un ammontare annuo pari al canone di locazione fino a massimo di 3.360 euro.

Prevista anche un'integrazione per famiglie proprietarie della casa di abitazione, che abbiano acceso un mutuo, pari al massimo alla rata del mutuo e non superiore 1.800 euro. L'importo complessivo, sommate le due componenti, non può superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili), moltiplicati per la scala di equivalenza.

4) Come fare domanda

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La domanda per il RdC può essere presentata a partire dal sesto giorno di ciascun mese sino alla fine dello stesso. Oltre all'invio telematico, tramite il sito redditodicittadinanza.gov.it (accedendo con SPID), la presentazione potrà effettuarsi presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o, dopo il quinto giorno di ciascun mese, presso gli uffici postali.

Dunque, c'è tempo fino al 31 marzo per richiedere il contributo che sarà erogato ad aprile. Per presentare domanda sono stati predisposti appositi moduli.

Leggi anche: Reddito di cittadinanza e pensione: ecco i modelli per fare domanda

Le informazioni contenute nella domanda sono comunicate all'INPS entro 10 giorni lavorativi dalla richiesta. L'Istituto, entro i successivi 5 giorni, verifica il possesso dei requisiti e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio.

5) Quanto dura

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Il Reddito di Cittadinanza non è una misura a tempo indeterminato, ma ha una durata predeterminata.

Nel dettaglio, a seguito dell'accoglimento della domanda, il reddito di cittadinanza verrà erogato continuativamente per massimo 18 mesi. Dopo la scadenza sarà possibile rinnovare il beneficio, previa sospensione di un mese prima di ogni rinnovo.

6) Come spenderlo

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Il versamento del beneficio economico decorre dal mese successivo alla richiesta. L'erogazione avviene tramite apposita Carta di pagamento elettronica (Carta Reddito di cittadinanza) emessa da Poste Italiane.

Oltre all'acquisto di beni e servizi di base, si potrà usare per prelevare contante (non oltre 100 euro al mese per nuclei familiari unipersonali, incrementabili il base ai componenti la famiglia) ed effettuare un bonifico mensile al locatore della casa o all'intermediario che ha concesso il mutuo. È vietato l'uso del beneficio per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità.

7) Patto per il lavoro e offerta congrua

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Per ricevere il Reddito di cittadinanza è necessario rispettare alcune "condizionalità" che riguardano l'immediata disponibilità al lavoro, l'adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale che può prevedere attività di servizio alla comunità, per la riqualificazione professionale o il completamento degli studi nonché altri impegni finalizzati all'inserimento nel mercato del lavoro e all'inclusione sociale.

Le condizioni andranno rispettate da tutti i componenti del nucleo familiare maggiorenni, non occupati e che non frequentano un regolare corso di studi o di formazione. Sono esclusi, invece, i beneficiari del RdC pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità (fatti salvi gli obblighi legati al collocamento mirato).

I beneficiari del RdC, non esclusi o esonerati dagli obblighi, dovranno stipulare un Patto per il lavoro presso i centri per l'impiego.

Entro i primi 12 mesi di fruizione del Rdc, la prima offerta di lavoro "congrua" potrà arrivare nel raggio di 100 km - 100 minuti di viaggio dalla residenza del lavoratore. Se viene rifiutata, la seconda offerta potrà arrivare nel raggio di 250 km e se anche questa viene rifiutata, la 3° offerta potrà arrivare da tutta Italia. Dopo il 1° anno, è congrua l'offerta fino a 250km di distanza, mentre la 3° potrà arrivare da tutto il territorio nazionale. Invece, dopo i 18 mesi, se il beneficio viene rinnovato, le offerte potranno arrivare da tutto il territorio nazionale.

Nel testo licenziato dal Senato e in discussione alla Camera, è previsto anche un "salario" minimo di 858 euro e la modifica del limite geografico per famiglie con disabili e minori (leggi anche: Reddito di cittadinanza: tutte le novità al Senato).

8) I navigator

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Nella formazione e nella ricerca di lavoro, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza saranno affiancati dai c.d. "navigator": i professionisti assunti da ANPAL avranno il compito di selezionare le offerte di lavoro in concreto e individuare le potenziali occupazioni.

Leggi anche: Navigator: in arrivo 6mila assunzioni

I navigator avranno anche un ruolo di "controllori" nei confronti dei beneficiari, anche predisponendo rapporti precisi e puntuali da trasmettere poi al Ministero del lavoro per le opportune verifiche.

9) Incentivi per le aziende

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Sono previste diverse tipologie di incentivi per le imprese che assumono i beneficiari del Reddito di cittadinanza a tempo pieno e indeterminato e per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che avviano attività imprenditoriali.


Chi assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del RdC, ottiene un esonero contributivo, nel limite dell'importo mensile del Reddito di cittadinanza percepito dal lavoratore e comunque non superiore a 780 euro mensili e non inferiore a cinque mensilità.


La durata dell'esonero sarà pari alla differenza tra 18 mensilità e il periodo già goduto di Reddito di cittadinanza.

10) Sanzioni e perdita del reddito di cittadinanza

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Determinate circostanze possono provocare la perdita o la riduzione del beneficio. Ad esempio, decade dal beneficio chi non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro o non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l'inclusione sociale.


Oltre alla decadenza del beneficio (retroattiva), con restituzione di quanto indebitamente percepito, alcuni comportamenti fanno scattare anche sanzioni di natura penale.


Chiunque presenta dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere oppure omette informazioni dovute è punito con la reclusione da due a sei anni. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni qualora si ometta di comunicare le variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio.


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