Approvato in via definitiva alla Camera il c.d. "collegato ambientale" alla legge di Stabilità che modifica l'art. 514 c.p.c.

di Marina Crisafi - D'ora in poi, cani e gatti ma anche galline, criceti e conigli tenuti per compagnia ed affezione non potranno più essere pignorati. Anche se può sembrare inconcepibile, infatti, la legge consentiva che gli stessi potessero essere oggetto di pignoramento e finire all'asta, in caso di debiti del loro proprietario, alla stessa stregua di un televisore o di una macchina. E l'ipotesi non era affatto astratta, perché complice la crisi, nel nostro Paese, i pignoramenti negli ultimi anni sono cresciuti dell'11,6% superando quota 52mila.

Ma da oggi ciò è assolutamente vietato e sia gli animali domestici che i loro padroni potranno dormire sonni più tranquilli.

Il divieto è stato fissato una volta per tutte dal c.d. "collegato ambientale" alla legge di stabilità, approvato ieri dalla Camera dei deputati.

Nello specifico, l'articolo 77 della legge sulla green economy, modifica l'art. 514 del codice di procedura civile, dedicato alle cose mobili assolutamente impignorabili, cancellando la pignorabilità degli animali d'affezione o da compagnia "tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali". Sono inclusi altresì gli animali impiegati a "fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli".

Plauso da parte delle associazioni, Lav e Giù le zampe in primis, che dopo anni di strenue battaglie, considerano il risultato molto importante. Una conquista di civiltà che interessa quattro italiani su dieci e che aprirà la strada al riconoscimento della soggettività giuridica degli animali, anche in altri ambiti.


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