Il meccanismo prevede che la parte contributiva della pensione possa essere erogata prima dei 67 anni

Assegno a due tempi, la novità

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Sulla discussa riforma delle pensioni l'Esecutivo è al lavoro per trovare un bilanciamento tra le risorse a disposizione dello Stato e le richieste dei sindacati. Trattative da concludere però entro la fine dell'anno, per evitare che dal primo gennaio 2023 si torni alla legge Fornero. Tra le proposte sul piatto c'è la cosiddetta "pensione a due tempi", ben vista anche dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico.

Pensione in due tempi, di cosa si tratta

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La pensione in due tempi è sostanzialmente un pensionamento anticipato, che quindi renderebbe possibile l'uscita dal mondo del lavoro prima dei previsti 67 anni. La parte contributiva della pensione dovrebbe essere erogata prima dei 67 anni e, invece, la quota retributiva, dovrebbe poi essere integrata quando si saranno raggiunti i requisiti stabiliti per la pensione di vecchiaia La prima quota ad arrivare sarebbe quella relativa ai contributi versati, calcolata in base al sistema contributivo; la quota retributiva, arriverebbe in un secondo momento. Così, raggiunta la pensione di vecchiaia, al lavoratore spetterebbe l'assegno pieno, completo di quota retributiva e quota contributiva.

Come accedere alla pensione in due tempi

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Chi potrà usufruire di questo meccanismo? Bisognerà aver compiuto 63 o 64 anni: da quest'età si potrà scegliere di lasciare il lavoro e scegliere questa opzione, per poi ricevere la pensione piena al compimento dei 67 anni. Si tratterà dunque di una possibilità. Ulteriore requisito oltre l'età essere in possesso di almeno 20 anni di contributi versati allo Stato e aver maturato una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l'assegno sociale. La discussione è in atto e tutto, compresi correttivi, sono ancora possibili.


Foto: 123rf.com
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