L'obiettivo è superare le regole di Dublino facendo leva sulla ritrovata fiducia degli stati membri. Le perplessità del ministro Lamorgese

Migranti, superare il trattato di Dublino

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La Commissione europea ha presentato a Bruxelles la proposta per un nuovo "Patto su immigrazione e asilo" con l'obiettivo superare i forti contrasti tra gli Stati membri sulla gestione dell'immigrazione irregolare, quelli da recuperare e salvare in mare, riformando il regolamento di Dublino che stabilisce il discusso principio secondo il quale lo Stato di primo approdo è l'unico responsabile per i richiedenti asilo. A chiarirne i termini la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: «Proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra capacità di gestire come Unione».

Piano migranti, i punti fermi

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Ecco quali sono i pezzi fondamentali che si devono incastrare per dare via al nuovo piano. In primis è imprescindibile la collaborazione con i paesi di partenza, a cui si aggiunge un maggiore controllo dei confini e un sistema di solidarietà che introduce un meccanismo di sponsorizzazione dei rimpatri nel caso di rifiuto del ricollocamento.

Il primo punto della riforma richiede una collaborazione costante con i paesi di provenienza: dal 2015, per i rifugiati sono stati spesi 9 miliardi di euro. Da un lato bisogna portare aiuto ai Paesi d'origine, dall'altro bloccare chi lucra sul traffico dei migranti».

Fondamentale, il maggior controllo dei confini da attuare attraverso screening-pre ingresso, in modo che tutti gli arrivi saranno sottoposti a una procedura di controllo. Questo potrà succedere tramite la richiesta di asilo o una procedura di frontiera rapida, riservata ai migranti in arrivo da paesi con un basso livello di concessione dell'asilo. Come chiarito dalla commissaria Ue, Ylva Johansson il meccanismo di solidarietà «scatterà in modo automatico per i migranti che vengono salvati in mare. Ma anche il Paese di sbarco ne dovrà accogliere una parte, senza che ci siano più soluzioni ad hoc» per ogni singolo sbarco.

Il terzo tassello dono le giuste regole sulla solidarietà. Non si discute "se" bensì il modo in cui esserlo. Da qui l'idea di "return sponsorship" ossia rimpatri sponsorizzati. In altre parole, se un paese rifiuta di prendersi in carico un ricollocamento deve offrire un sostegno economico per i rimpatri.

Piano Migranti, Lamorgese non soddisfatta

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Col Piano migranti qualcosa in più è stata fatta rispetto al penalizzante (per l'Italia) sistema previsto dal Trattato di Dublino ma si deve fare di più. Ad affermarlo è il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, e spiega: «Da una prima analisi ci sembra di cogliere da un lato elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli anni scorsi, ma non c'è quel netto superamento degli accordi di Dublino che rimetterebbe sul tavolo le trattative con i ministri dell'Interno d'Europa per una strategia complessiva dell'Ue». Da qui l'idea di chiedere: «Il superamento completo dell'attuale sistema che ruota intorno alla responsabilità dello Stato in ingresso e che non può essere gravato da oneri difficilmente sopportabili».


Foto: 123rf.com
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