In cosa consiste l'immigrazione, quale legislazione regolamenta il fenomeno in Italia e come è punito nel nostro paese il reato di immigrazione clandestina

di Valeria Zeppilli - L'immigrazione consiste nell'insediamento, all'interno di un paese, di una o più persone provenienti da un paese differente.

Si tratta di un fenomeno sociale complesso e controverso, sia per quanto riguarda le cause che lo determinano, sia per quanto riguarda la sua gestione da parte dei paesi che lo subiscono.

Indice:

Immigrazione: le cause

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Le cause all'origine dell'immigrazione possono essere di vario genere.

Vi sono motivazioni di natura personale o lavorativa, formativa o di lavoro, politiche e religiose, ma anche motivazioni più complesse e delicate, come quelle politiche, economiche, climatiche, alimentari.

L'immigrazione in un determinato paese, infatti, può derivare non solo, ad esempio, dal fatto che in quel paese vi sia il partner dell'immigrato o una posizione lavorativa alla quale lo stesso ambisce, ma può anche essere connessa all'esigenza di chi vi si trasferisce di sfuggire da una guerra, da una dittatura, dalla povertà e così via.

Immigrazione: disciplina internazionale ed europea

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Nei paesi dell'Unione Europea, la possibilità per un immigrato di permanere all'interno dei propri confini è generalmente subordinata all'autonomia economica.

Vi sono, tuttavia, delle eccezioni a questo principio, dettate dal diritto internazionale. Infatti, coloro che sono vittime di persecuzioni politiche o religiose o provengono da paesi in guerra o nei quali vige una dittatura non devono dimostrare di avere un lavoro regolare o qualcuno che possa sostenerli da un punto di vista economico, ma godono del diritto d'asilo, al quale fa da corollario l'assistenza sanitaria, sin dalle cure di primo soccorso.

Immigrazione: legislazione italiana

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In Italia, la prima disciplina organica in materia di immigrazione è rappresentata dalla cd. Legge Martelli (l. n. 39/1990), che ha posto le basi per quella che è l'attuale legislazione in materia e alla quale sono succedute, negli anni successivi, alcuni provvedimenti settoriali, come il decreto Conso del 1993 (d.l. n. 187/1993), che, oltre a introdurre nuovi reati, aveva modificato la disciplina dell'espulsione, e i decreti legge Dini del 1995 e del 1996, che prevedevano una nuova espulsione ma che non sono stati mai convertiti in legge.

È invece della seconda metà degli anni 90 quella che oggi è la fonte principale che regola l'immigrazione in Italia, ovverosia il Testo Unico Immigrazione di cui al decreto legislativo numero 286/1998, emanato in attuazione della delega conferita al Governo dalla legge cd. Turco - Napolitano (l. n. 40/1998).

Le principali modifiche al TU immigrazione

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Dal momento della sua entrata in vigore, il 2 settembre 1998, il Testo Unico ha tuttavia subito molteplici riforme, che hanno tentato di rispondere, in vario modo, all'evoluzione del fenomeno dell'immigrazione in Italia e alla differente portata che esso ha assunto nel corso degli anni.

Tra le modifiche di maggiore rilievo si segnalano la legge cd. Bossi - Fini (l. n. 189/2002) e il cd. Pacchetto sicurezza degli anni 2008 - 2009, composto dal decreto legge numero 92/2008, dal decreto legislativo numero 160/2008, dal decreto legislativo numero 159/2008, dalla legge numero 94/2009 e dalla legge numero 85/2009.

Venendo alle modifiche più recenti, vale la pena di segnalare il decreto legislativo numero 71/2018, che regolamenta l'ingresso e il soggiorno di extracomunitari per motivi di studio, ricerca o tirocinio, e il decreto legge numero 113/2018, cd. decreto sicurezza e immigrazione.

Immigrazione clandestina

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Quando l'ingresso o il soggiorno in un determinato paese avviene senza il rispetto delle regole da questo dettate in materia si parla di immigrazione clandestina. Un tal genere di fenomeno riguarda in particolare i paesi più ricchi, la permanenza nei quali è ambita.

In Italia, l'immigrazione clandestina è divenuta massiccia solo negli ultimi decenni e dal 2009 integra un'ipotesi di reato contravvenzionale, ovverosia il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato introdotto nel TU immigrazione dalla legge numero 94/2009.

Il reato di clandestinità

In particolare, a disciplinare il cd. reato di clandestinità è l'articolo 10-bis, che, come regola generale, punisce lo straniero che fa ingresso o si trattiene in Italia in violazione delle disposizioni di cui al TU immigrazione con l'ammenda da 5mila a 10mila euro.


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Valeria Zeppilli

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