Dura la reazione dell'Associazione dei giovani avvocati nei confronti della sentenza del Tar Lazio che ha sancito la gratuità della prestazione professionale dell'avvocato per la PA

di Marina Crisafi - Dura la critica dell'Aiga, l'associazione dei giovani avvocati, nei confronti della recente decisione del Tar Lazio che ha sancito la gratuità della prestazione dell'avvocato nei confronti della P.A.

La vicenda

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La vicenda, si ricorda, ha ad oggetto il criticato avviso del Ministero dell'Economia che richiedeva la collaborazione a titolo gratuito di professionisti di comprovata esperienza in materie giuridiche ed economiche per adeguare la normativa interna ai regolamenti e alle direttive comunitarie.

Contro l'avviso si erano schierati a suo tempo avvocati e professionisti, mentre il Mef si "difendeva" sostenendo che il bando non era un'opportunità di lavoro.

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Nelle more, un avvocato ricorre contro l'avviso lamentando la violazione del principio dell'equo compenso nonchè di tutta una serie di disposizioni di rango ordinario e costituzionale poste a tutela dell'opera prestata dal libero professionista.

La decisione del Tar

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Il Tar del Lazio però, con sentenza

n. 11411/2019 respinge il ricorso, non rilevando nell'avviso alcun profilo di illegittimità nella forma e nel contenuto, avendo lo stesso ad oggetto una collaborazione meramente occasionale che potrebbe essere vista come "esperienza curriculare" di prestigio per giovani professionisti. Peraltro, secondo il giudice amministrativo, la disciplina dell'equo compenso non impedisce al professionista, senza incorrere in alcuna violazione, neppure deontologica, di prestare la propria consulenza, in questo caso richiesta solo in modo del tutto eventuale per un biennio, senza pretendere ed ottenere alcun corrispettivo in denaro. Lo stesso, infatti, può trarne vantaggi di natura diversa in termini di arricchimento professionale.

- Il professionista, a volte, può anche lavorare gratis!

La reazione dell'Aiga

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"Mi pare paradossale che i TAR di altre regioni abbiano sancito la non gratuità della prestazione professionale dell'avvocato (vedi TAR Campania e TAR Calabria) e poi giunga il TAR Lazio che stabilisce, al contrario, che è corretto che un avvocato lavori gratis per la PA purchè sia eventuale ed occasionale. Mi domando come un incarico di consulenza della durata di ben due anni, come quello del bando impugnato, possa definirsi occasionale!!!". Così l'avvocato Alberto Vermiglio, Presidente Nazionale dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati, che sul punto contesta la decisione del TAR e precisa che "siamo quasi nel campo dell'assurdo laddove ricordo che lo stesso Stato che richiede agli avvocati consulenze gratuite poi, tramite le Agenzie delle Entrate territoriali, esegue accertamenti per presunta evasione fiscale nei casi in cui i legali abbiano prestato la propria professionalità a titolo gratuito, magari a parenti ed amici".

Praticamente, rincara il numero uno Aiga, "è possibile lavorare gratis, ma solo se lo fai per la Pubblica Amministrazione, non ci viene nemmeno lasciato il potere di scegliere con chi fare l'avvocato pro bono e con chi no". Dinanzi a decisioni del genere, esorta quindi Vermiglio, "ritengo che tutta l'avvocatura, debba ribadire che il principio dell'equo compenso vale per tutte le tipologie di incarichi e per ogni attività professionale prestata in favore di qualsivoglia cliente. Solo così parte della nostra dignità professionale ci potrà essere riconosciuta".


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