Palazzo Chigi ha approvato il primo regolamento attuativo che porterà all'attuazione della normativa sul Documento Unico di circolazione e di proprietà per i veicoli iscritti al Pra

di Lucia Izzo - Il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di d.P.R. recante aggiornamenti al Regolamento di esecuzione del Codice della Strada volti a recepire le novità in tema di Documento unico di circolazione e di proprietà dei veicoli.


È stato un comunicato stampa ad annunciare che, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, il Consiglio dei Ministri ha approvato un regolamento, da attuarsi mediante decreto del Presidente della Repubblica, che modifica il regolamento di esecuzione e attuazione del nuovo Codice della strada.

In particolare, il regolamento adegua la normativa vigente all'introduzione del documento unico di circolazione e di proprietà per i veicoli assoggettati al regime dei mobili registrati.

Si tratta di un importante passo in avanti per quanto riguarda il documento unico, tuttavia non è quello definitivo. Si attende, ancora, il d.P.R. volto all'adeguamento delle procedure dello Sportello Telematico dell'Automobilista.


Se il secondo d.P.R. non dovesse arrivare in tempi brevi, è presumibile che le modifiche non riusciranno a entrare in azione a partire dal 1° gennaio 2019, termine diverso da quello fissato in origine (1° luglio 2018) che era stato già oggetto di proroga da parte dell'ultima Legge di Bilancio (n. 205/2017).

Leggi anche: Auto e moto: dal 1° gennaio 2019 il documento unico di circolazione

Il Documento Unico di circolazione veicoli e proprietà

L'accorpamento in un unico documento è previsto dal d.lgs. n. 98/2017 (qui sotto allegato) in attuazione della Legge Madia di Riforma della P.A.). La nuova "Carta di circolazione" sostituirà i due documenti attuali: il certificato di proprietà del veicolo, di competenza dell'Aci, e il libretto di circolazione prodotto dalla Motorizzazione civile.

Anche l'Italia si allineerà così agli standard europei (cfr. direttiva n. 1999/37/CE) e il documento unico consentirà di ottimizzare i costi di produzione, archiviazione e controllo a carico dell'amministrazione.

All'unico documento, inoltre, corrisponderà una tariffa unica, che sostituirà i diritti di Motorizzazione e gli emolumenti per l'iscrizione o la trascrizione di ogni veicolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

In particolare, nel "documento unico" saranno annotati i dati tecnici e di intestazione del veicolo, quelli validati dal PRA circa la situazione giuridico-patrimoniale del mezzo e quelli riguardanti la cessazione dei veicolo dalla circolazione conseguente alla demolizione auto o alla sua definita esportazione all'estero.

Ancora, nel documento saranno annotati anche eventuali privilegi o ipoteche, così come provvedimenti amministrativi e giudiziari annotati presso il PRA che incidono sulla proprietà e sulla disponibilità del veicolo nonché i provvedimenti di fermo amministrativo.

DUC: il primo ok dal Consiglio dei Ministri

Il regolamento approvato da Palazzo Chigi prevede che il certificato di proprietà non sia tra i documenti considerati dall'Archivio Nazionale dei Veicoli.

Il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Michele Dell'Orco, ha chiarito che "Grazie a uno scambio di dati telematico contestuale tra Aci-Pra e Motorizzazione, con l'introduzione del Duc non potrà più verificarsi la non coincidenza tra intestatario della carta di circolazione e intestatario del certificato di proprietà".

Poichè queste procedure si svolgono il più delle volte attraverso lo Sta, con il coinvolgimento delle agenzie private, si attende il secondo decreto attuativo che, tuttavia, potrebbe far slittare i tempi di attuazione.

Il Sottosegretario Dell'Orco ha anticipato tale possibile proroga: "Il processo di adozione del Duc, vista la sua importanza, ha bisogno del giusto tempo per essere elaborato. E dunque, in ragione della complessità delle attività in fieri, in particolare sotto il profilo dei procedimenti informatici, stiamo lavorando a una proroga di qualche mese della sua entrata in vigore, originariamente prevista per il 1 gennaio 2019, anche per avere i necessari tempi di interlocuzione con gli operatori del settore".


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: