L'appello di Unimpresa sull'aumento dell'imposta sul valore aggiunto

di Redazione - L'Italia deve respingere la pretesa dell'Europa di aumentare l'Iva. A lanciare l'appello è Unimpresa in una nota, relativamente all'innalzamento delle aliquote Iva ordinaria, dal 22% al 24% e agevolata, dal 10 al 13%.

La richiesta, "arrivata al governo italiano - si - inquadra in una manovra, studiata nei dettagli dai tecnici di Bruxelles, volta allo spostamento del carico fiscale dal lavoro ai consumi" denuncia, infatti, il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, in merito alla visionata documentazione predisposta dalla Commissione Ue e allegata alla lettera sugli squilibri macroeconomici inviata all'Italia nei giorni scorsi.

Un inasprimento che sarebbe slegato pertanto dall'eventuale azionamento delle clausole di salvaguardia previsto dalle ultime leggi di stabilità, ma che - prosegue Pucci - "prevede di utilizzare il maggior gettito derivante dall'incremento delle aliquote Iva come risorse per crediti di imposta sui redditi più bassi".

Tuttavia, le stesse simulazioni effettuate dalla commissione, rincara il vicepresidente, "mostrano come gli stipendi avrebbero benefici assai contenuti a fronte di sicuri aumenti dei prezzi che finirebbero col fiaccare i consumi - mettendo - una zavorra alla crescita del Paese".

Da qui l'appello rivolto all'esecutivo di non dar seguito a "questa ennesima, assurda imposizione dell'Unione Europea - e di respingerla fortemente perché - si tratterebbe solo di un'altra stangata di tasse".


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