La composizione negoziata nel nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza e l'accesso anche da parte del piccolo imprenditore

Composizione negoziata e Codice della crisi d'impresa

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Il D.L. 118/2021 ha introdotto la Composizione Negoziata della Crisi per aiutare le imprese in crisi ed accompagnarle lungo un possibile percorso di risanamento finanziario ed economico.

La composizione negoziata, con lievi modifiche rispetto a quanto già previsto nel suddetto decreto legislativo, è stata poi inserita nel Titolo II del nuovo codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (CCII), il quale disciplina la Composizione negoziata della crisi dall' art. 12 all'art. 25-quinquies.

La peculiarità di questo strumento è che è accessibile ed usufruibile da parte di tutti gli imprenditori, anche i c.d piccoli imprenditori, ossia quelli sotto soglia, siano essi commerciali o agricoli. La composizione negoziata non è una procedura concorsuale, bensì è uno strumento che consente all'imprenditore o alla società, che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, tali da rendere verosimile la possibilità che incomba una la crisi o l'insolvenza, l' occasione di risanare dette difficoltà, purché siano reversibili.

Essa è volontaria e riservata e permette all'imprenditore di evitare di accedere alle procedure concorsuali previste dal Codice della Crisi, al fine di poter tentare di negoziare con i propri creditori un piano di risanamento aziendale di natura extra processuale.

Procedura telematica

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L'accesso alla procedura è esclusivamente telematico, ossia avviene attraverso la piattaforma messa a disposizione da ogni Camera di Commercio territorialmente competente sul territorio nazionale.

Sulla piattaforma telematica nazionale verrà messa a disposizione dell'imprenditore istante una lista di controllo con le indicazioni operative per la redazione di un piano di risanamento aziendale ed il test pratico di fattibilità del risanamento dell'azienda, al cui esito positivo è subordinato l'avvio della procedura.

Detto test pratico consente di misurare il grado di difficoltà del percorso che l'imprenditore dovrà affrontare per raggiungere l'ambito risanamento e in che misura il buon risultato dell'operazione dipende dall'adozione di iniziative in discontinuità rispetto al passato.

Nomina dell'esperto

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Figura necessaria, che accompagna l'imprenditore in detto percorso è quella dell'esperto che viene nominato e che dovrà condurre le trattative con tutte le parti coinvolte, ossia debitore e creditori, o qualunque altro interlocutore dell'imprenditore che sia coinvolto nella vicenda.

Nello specifico, l'imprenditore può chiedere al segretario generale della Camera di Commercio, territorialmente competente, secondo l'ubicazione della sede della propria impresa, la nomina di un esperto indipendente, dotato di competenze settoriali atte ad essere valido ausilio per l'imprenditore nella fase della progettazione del proprio risanamento.

Dunque, il ruolo del professionista esperto, è fondamentale ed imprescindibile atteso che deve verificare se la crisi sia superabile, deve agevolare le trattative e, senza sostituirsi all'imprenditore interessato, formulare ipotesi e soluzioni possibili di risanamento. Onde incentivare detto strumento di composizione della crisi di impresa, sono previste alcune misure premiali , come ad esempio la riduzione degli interessi maturati sui debiti tributari, la riduzione delle sanzioni tributarie.

Sono, invece, esclusi dalla procedura solo gli imprenditori che abbiano presentato domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione o di ammissione al concordato preventivo, anche con riserva.

Dati nazionali sull'accesso alla composizione negoziata

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Ad oggi le domande di composizione negoziata hanno preso un rilevante avvio sul territorio nazionale e soprattutto tra le imprese di grandi dimensioni.

I dati nazionali riportano che a fine 2023 sono state presentate poco più di mille domande, delle quali più del 73,78% hanno ad oggetto la richiesta di misure protettive.

Le istanze chiuse sono il 35,12% per l'assenza di prospettive di risanamento (in 170 casi su 405), il 35,12% per la conclusione negativa della fase di trattazione (170 su 405), il 10,95% per la rinuncia da parte dell'imprenditore (53 casi su 405).

Il tasso di successo della composizione negoziata (definito dal rapporto tra istanze chiuse con esito favorevole e totale delle istanze chiuse) è pari a circa il 16%.

Avv. Biancamaria Zito

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Foto: 123rf.com
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