La plastic tax è una tassa istituita dalla legge di bilancio n. 160/2019 commi 634-658 che colpisce fabbricanti, cedenti e importatori con riflessi inevitabili sul consumatore finale

Cos'è la Plastic Tax

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La plastic tax è una tassa istituita dalla legge di bilancio del 2020, n. 160/2019, la cui disciplina è contenuta nello specifico dal comma 634 al comma 658.


L'imposta si pone la finalità di disincentivare l'utilizzo di prodotti monouso (imballaggi, contenitori, ecc.) contenenti plastica e la dispersione di tali prodotti nell'ambiente, ponendo un'aliquota sui ogni chilogrammo di plastica. Il tutto nel rispetto del solco tracciato dall'Unione Europea a sostegno dell'ambiente con la direttiva comunitaria del 5 giugno 2019 n. 2019/904/UE.


Plastic tax: su quali prodotti?

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La Plastic Tax rappresenterà un'imposta sul consumo di manufatti in plastica con singolo impiego (identificati con l'acronimo MACSI) che hanno o sono destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari. Rientrano nei MACSI anche i prodotti in fogli, strisce e pellicole realizzati anche con l'utilizzo parziale di sostanze plastiche formate da polimeri organici sintetici. Trattasi di materiali ideati, progettati e messi in commercio per un utilizzo singolo.


Sono esclusi dalla tassazione i manufatti compostabili (norma UNI EN 13432:2002), i dispositivi medici e i prodotti MACSI che contengono o proteggono medicinali.


Sono MACSl anche i dispositivi, realizzati con l'impiego, anche parziale, delle materie plastiche predette, che consentono la chiusura, la commercializzazione o la presentazione dei medesimi MACSI o dei manufatti costituiti interamente da materiali diversi dalle stesse materie plastiche. Sono altresì considerati MACSI i prodotti semilavorati, realizzati con l'impiego, anche parziale, delle predette materie plastiche, impiegati nella produzione di MACSI.

Chi pagherà la plastic tax

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Per i MACSI, l'obbligazione tributaria sorge al momento della produzione, dell'importazione definitiva nel territorio nazionale ovvero dell'introduzione nel medesimo territorio da altri Paesi dell'Unione europea e diviene esigibile all'atto dell'immissione in consumo dei MACSI nel territorio nazionale.

Ecco chi sono i soggetti a cui si prevede di addossare il pagamento della Plastic Tax:

  • per i MACSI realizzati nel territorio nazionale, il fabbricante;
  • per i MACSI provenienti da altri Paesi dell'Unione europea, il soggetto che acquista i MACSI nell'esercizio dell'attività economica ovvero il cedente qualora i MACSI siano acquistati da un consumatore privato;
  • per i MACSI provenienti da Paesi terzi, l'importatore.

Plastic tax: un euro al chilo

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L'imposta è fissata nella misura di 0,45 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta nei manufatti con singolo impiego.

L'accertamento dell'imposta dovuta sarà effettuato sulla base di dichiarazioni trimestrali contenenti tutti gli elementi necessari per determinare il debito d'imposta. La dichiarazione dovrà essere presentata dai soggetti obbligati all'Agenzia delle Entrate entro la fine del mese successivo al trimestre solare cui la dichiarazione si riferisce.

L'imposta non è dovuta per i MACSI ceduti direttamente dal fabbricante per il consumo in altri Paesi dell'Unione europea ovvero esportati dallo stesso soggetto e sulla materia plastica contenuta nei MACSI se proviene da processi di riciclo.

Non si dovrà versare l'imposta qualora l'importo dovuto sia inferiore o pari a euro 25,00. In tal caso non si provvede altresì alla presentazione della dichiarazione summenzionata.

Incentivi per le imprese

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La manovra, inoltre, prevede un credito di imposta alle imprese attive nel settore delle materie plastiche per l'adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti biodegradabili e compostabili secondo lo standard EN 13432:2002.

Nel dettaglio, si tratta di un credito d'imposta nella misura del 10% cento delle spese sostenute nell'anno per il suddetto adeguamento tecnologico, riconosciuto fino a un importo massimo di 20mila euro per ciascun beneficiario.

Tale credito d'imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione e dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta nel corso del quale interviene il provvedimento di concessione e in quelle relative ai periodi d'imposta successivi fino a quando se ne conclude l'utilizzo.

Plastic tax: il rischio per le famiglie

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Nonostante la novità non interessi direttamente i consumatori, in molti hanno evidenziato il rischio che siano proprio questi ultimi a dover, di fatto, sopportare il maggiore costo per le aziende con eventuali ripercussioni con i costi finali.

Secondo le stime di Federconsumatori, qualora (come previsto) la nuova imposta finisca per essere scaricata principalmente sui prezzi finali dei prodotti che presentano imballaggi in plastica, ogni famiglia si troverebbe ad affrontare un aumento ben superiore ai 130 euro.

Si tratta di una tassa, secondo la Federconsumatori, che non contribuisce a una reale svolta "per indurre sul lato della produzione un incisivo cambiamento nella scelta dei materiali degli imballaggi è necessario incentivare la riconversione della plastica verso produzioni riciclabili. Inoltre è fondamentale prevedere misure di contrasto al packaging eccessivo: a volte prima di arrivare a scartare un prodotto ci troviamo di fronte a vere e proprie matrioske di imballaggi dannose per l'ambiente, oltre che spesso inutili".

Plastic tax in vigore dal 2024

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La plastic tax ha subito nel corso di questi ultimi anni diversi rinvii relativamente alla sua entrata in vigore. In un primo momento infatti la tassa sulla plastica sarebbe dovuta entrare in vigore nel luglio 2020. Questa data è stata poi prorogata al 1° gennaio 2021 e di nuovo al 1° luglio 2021. La legge di bilancio 2022 ha rinviato l'entrata in vigore di un anno ossia a partire dal 1° gennaio 2023.

Da ultimo, la legge di bilancio 2023 ha disposto l'ulteriore rinvio della tassa al 1° gennaio 2024, insieme alla sugar tax.


Foto: 123rf.com
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