L'obbligo di adottare dispositivi "salva bebé" previsto dalla legge 117/2018 non sarà presumibilmente operativo dal 1° luglio. E si rischiano ulteriori slittamenti

di Lucia Izzo - Con la legge n. 117/2018, recante "Introduzione dell'obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l'abbandono di bambini nei veicoli chiusi", è stata prevista una modifica al Codice della Strada volta a rendere obbligatoria l'adozione dei i c.d. dispositivi "salva bebè", ovvero quei seggiolini destinati a prevenire le conseguenze dell'abbandono o della dimenticanza dei piccoli nelle vetture.


Per approfondimenti Seggiolini salva bebè: legge in vigore dal 27 ottobre


Seggiolini anti-abbandono: cosa dice la legge

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Il testo di legge, approvato a settembre 2018, fissa l'obbligo di utilizzare tali dispositivi di allarme in capo ai conducenti dei veicoli delle categorie M1, N1, N2 e N3 immatricolati in Italia, o immatricolati all'estero e condotti da residenti in Italia, in caso di trasporto di bambini di età inferiore a quattro anni assicurati al sedile con i sistema di ritenuta.


Il provvedimento, la cui entrata in vigore è stata fissata al 27 ottobre dello scorso anno, è tuttavia rimasto privo di attuazione. I continui rinvii, protratti sino ad oggi, non solo mettono a rischio gli stessi bambini che la legge mira a tutelare così strenuamente, ma anche i modelli di seggiolini già in commercio, le cui specifiche potrebbero essere oggetto di modifica. Ma andiamo con ordine.

Perché è slittato l'obbligo dei seggiolini salva-bebé

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La legge n. 117 ha previsto che un apposito decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si sarebbe occupato di disciplinare le specifiche tecnico-costruttive e funzionali dei c.d. seggiolini salvavita.

Tale provvedimento attuativo, previsto entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge (ovvero, entro il 27 dicembre 2018), è tuttavia rimasto fermo alla sola "bozza di testo" che è stata poi inoltrata all'ufficio TRIS, il sistema della Commissione Europea che si occupa dell'informazione sulle regolamentazioni tecniche.

Lo stesso Ministero dei Trasporti, in occasione di un Comunicato stampa datato 25 gennaio 2019, annunciava la predisposizione del testo e l'invio all'Europa per la pubblicazione sul sito "TRIS" affinché si procedesse a una consultazione pubblica e si consentisse agli interessati di proporre eventuali osservazioni sul testo.

Passati tre mesi, lo schema di decreto sarebbe potuto essere inviato al Consiglio di Stato per il prescritto parere a cui sarebbero seguite la pubblicazione, l'adozione del provvedimento attuativo e la definitiva operatività della legge. Il primo termine per la conclusione della procedura di vaglio da parte degli organi comunitari era stato fissato al 22 aprile, ma a causa di una serie di ritardi è slittato al 22 luglio. E potrebbe slittare ancora.

Seggiolini salvavita: decreto attuativo in autunno?

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A farlo notare è l'Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale (Asaps) che oltre a soffermarsi sull'ulteriore slittamento del termine, di altri tre mesi, evidenzia il rischio di un ennesimo prolungamento che porterebbe, forse, a un'adozione del decreto entro l'autunno.

"Anche ipotizzando un cronoprogramma accelerato - si legge sul sito dell'Asaps - il testo dovrebbe poi 'viaggiare' speditamente alla commissione consultiva del Consiglio di Stato. Il parere del Consiglio di Stato, fatti salvi termini più brevi stabiliti per legge, deve essere reso entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta, decorso tale termine l'amministrazione può procedere indipendentemente dall'acquisizione del parere".

Inoltre, soggiungono Giordano Biserni e Luigi Altamura, rispettivamente Presidente ASAPS e Comandante Corpo Polizia Municipale di Verona, "qualora, per esigenze istruttorie, tale termine non possa essere rispettato, lo stesso può essere interrotto per una sola volta e il parere deve essere reso definitivamente entro venti giorni dal ricevimento degli elementi istruttori da parte delle amministrazioni interessate".

In conclusione, per avere finalmente l'operatività di un provvedimento che il Parlamento aveva approvato in tempi rapidissimi, si rischia di dover attendere l'autunno inoltrato, almeno novembre.

Seggiolini salva bebé: inattuato l'obbligo, inapplicabili le sanzioni

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Quando le specifiche tecnico-costruttive e funzionali stabilite con il decreto del MIT (se ci sarà) saranno finalmente disciplinate, scatterà dunque ufficialmente l'obbligo previsto dalla legge per i genitori di dotarsi dei nuovi seggiolini rispondenti alle caratteristiche indicate.

Sino ad allora, in sostanza, i genitori non sono obbligati ad adottare i dispositivi "salva-bebè", né sarà consentito agli organi di polizia stradale di sanzionare l'assenza a bordo dei veicoli di tali dispositivi. Le sanzioni infatti previste, si rammenta, sono quella del pagamento di una multa da 80 a 323 euro con decurtazione di 5 punti dalla patente.

In caso di recidiva, ovvero qualora il conducente incorra, in un periodo di due anni, in una delle violazioni per almeno due volte, all'ultima infrazione conseguirà la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da quindici giorni a due mesi.

Dispositivi anti abbandono e agevolazioni

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Attualmente, in commercio vi sono diversi seggiolini dotati di sistemi di allarme che i genitori possono acquistare per tutelare i propri bambini. Tuttavia, le caratteristiche tecniche di tali strumenti rischiano di risultare non più adeguate in relazione alla future previsioni del decreto ministeriale. D'altronde, in fase di consultazione non sono mancate osservazioni al testo da parte di aziende, associazioni di consumatori ed esperti.

Alle famiglie italiane e agli operatori interessati, non resta dunque che attendere che giungano comunicazioni ufficiali. Non va dimenticato, infatti, che la stessa legge ha previsto anche lo stanziamento di fondi per agevolare l'acquisto dei dispositivi anti abbandono.

Stanziamento effettivamente autorizzato dalla Legge di Bilancio 2019 per un importo pari a un milione di euro per quest'anno e di un altro milione per il 2020. Tuttavia, nulla è stato ancora detto in ordine alle modalità di fruizione di tali incentivi di cui, presumibilmente, in futuro si occuperà il MEF d'intesa con il MIT.

Non resta, in conclusione, che attendere una (si spera) pronta e positiva risoluzione della faccenda, affinché i dispositivi anti-abbandono non restino dimenticati, come avvenuto per le piccole vittime degli incidenti che negli ultimi anni hanno sempre più di frequente scosso l'opinione pubblica.


Foto: 123rf.com
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