Approvata ieri la nota di aggiornamento al Def. L'accordo per l'esecutivo verte su flat tax per oltre un milione di partite Iva ma anche del reddito di cittadinanza per oltre 6 milioni di italiani e superamento della legge Fornero

di Gabriella Lax - Flat tax e reddito di cittadinanza, sgravi fiscali per le aziende insieme al superamento della legge Fornero. Questi temi sono il fulcro della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2018 approvata ieri dal Consiglio dei Ministri. Si tratta di un programma di politica economica e finanziaria del Governo illustrato nella NaDef assolutamente coerente con il contratto di Governo e con la risoluzione parlamentare sul Def 2018 approvata il 19 giugno scorso, chiarisce una nota dell'Esecutivo.

Flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero

L'accordo è stato trovato per la partenza della flat tax che abbraccerà più di un milione di partite Iva. Il reddito di cittadinanza potrà aiutare e sostenere oltre 6 milioni di italiani sotto la soglia di povertà. Arriva e il tanto atteso superamento della legge Fornero per 400mila persone: con possibilità di andare in pensione

anticipatamente grazie al meccanismo di quota 100 e altrettanti giovani che potranno iniziare a lavorare. Infine un fondo da 1,5 miliardi per i truffati delle banche, alimentato dai conti dormienti. Prevista anche una nuova rottamazione delle cartelle, una pace fiscale, probabilmente fino alla soglia di 100mila euro.

Principali punti della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza

I principali punti del programma si possono riassumere così: la cancellazione degli aumenti dell'Iva previsti per il 2019; l'introduzione del reddito di cittadinanza

, con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l'impiego; l'introduzione della pensione di cittadinanza; l'introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l'assunzione di lavoratori giovani (superamento della legge Fornero); la prima fase dell'introduzione della flat tax tramite l'innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani; il taglio dell'imposta sugli utili d'impresa (Ires) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi; il rilancio degli investimenti pubblici attraverso l'incremento delle risorse finanziarie, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti, nonché una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al Codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato; un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, per il quale, in considerazione delle caratteristiche di eccezionalità e urgenza degli interventi programmati, si intende chiedere alla Commissione europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio; politiche di rilancio dei settori chiave dell'economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni; lo stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.

Def, il piano dell'esecutivo gialloverde

Con questo Piano, si legge nella bozza, il governo punta a «rafforzare la crescita in un quadro di coesione e inclusione sociale, all'interno di un percorso graduale di riduzione del rapporto debito/Pil nel corso della legislatura- dunque l'obiettivo è - ridurre significativamente la pressione fiscale su famiglie e imprese e rendere la tassazione più favorevole alla crescita». Per far questo gli «adempimenti fiscali saranno semplificati - e si andrà a tagliare - drasticamente l'evasione e l'elusione delle imposte». Una riforma che, a detta dell'Esecutivo dovrà iniziare da subito, l'imposta sui redditi delle famiglie e dei cosiddetti contribuenti minimi. Secondo la bozza, per le persone fisiche «si passerà inizialmente dalle attuali cinque aliquote a tre aliquote e quindi a due a partire dal 2021. Il livello delle aliquote verrà gradualmente ridotto, fino ad arrivare ad un'unica aliquota del 23 per cento per i redditi fino a 75mila euro e del 33 per cento sopra a tale livello entro la fine della legislatura».


Foto: www.governo.it
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