Querele per minacce e lesioni sporte dalla moglie contro il marito, effetti sulla licenza di porto di fucile ad uso venatorio e rimedi procedurali in caso di diniego prefettizio
Avv. Francesco Pandolfi - Partiamo dai dati di base: nell'attuale ordinamento giuridico italiano il possesso da parte di un cittadino di un'arma ed il suo utilizzo non rappresentano un diritto: le norme e le sentenze, in particolare, ci dicono che arma ed utilizzo della stessa non rientrano nello statuto ordinario dei diritti della personalità appartenenti al singolo, ma sono un quid pluris.

Il ruolo dell'Amministrazione

L'applicazione pratica del principio descritto comporta che l'amministrazione, per consentire la detenzione di armi, visto il pericolo potenziale che vi è correlato deve eseguire una prognosi che, a monte, escluda la possibilità di abuso delle stesse.

Questo giudizio, per Legge, si caratterizza per un'elevata discrezionalità: il perché di quest'ampia discrezionalità si spiega solo e soltanto nella finalità di pubblica sicurezza.

L'art. 39 t.u.l.p.s.

Vediamo dunque cosa può fare l'Amministrazione.

In forza di questa norma, ad esempio, il Prefetto ha facoltà di vietare la detenzione delle armi, munizioni e materie esplodenti (denunciate ai termini dell'articolo precedente) alle persone ritenute capaci di abusarne.

Quindi, il presupposto per l'adozione di un provvedimento restrittivo (divieto detenzione armi) è la ritenuta capacità di abusare delle armi: detto in altri termini, la supposta inaffidabilità del soggetto detentore sulla basi di un giudizio ampiamente discrezionale svolto in relazione a fatti che hanno interessato quella persona.

La prevenzione degli illeciti

E' chiaro che il compito dell'Amministrazione è delicato e viene messo in atto con modalità penetranti.

In virtù del potere di cui essa è titolare, le inibizioni sono permesse all'Autorità non solo nel caso di accertata lesione, ma anche in quello potenziale di semplice pericolo di lesioni, cioè in quelle circostanze dove si deve prevenire la commissione di illeciti senza reprimerli.

Il risultato di tanto è dunque presto detto: se all'esito della valutazione si ravvisa un pericolo di abuso, ecco che si giustificano il divieto di detenere armi e il ritiro delle armi in possesso.

Errori di valutazione dell'Amministrazione

Si è detto, fino a questo punto, che l'amministrazione ha nelle mani un grande potere valutativo.

Ebbene, bisogna comunque tenere presente che tale ampio potere non è illimitato, ne potrebbe esserlo semplicemente se solo si guardano i principi costituzionali di base che regolano i rapporti tra privati e parte pubblica.

Pertanto, i dati che, a tutela delle persone interessate, vanno tenuti in considerazione sono questi:

a) bisogna sempre verificare se il cosiddetto giudizio prognostico, caratterizzato da discrezionalità, sia basato su elementi di fatto idonei,

b) bisogna controllare se quel giudizio sia illogico, oppure

c) viziato da un travisamento dei fatti stessi che lo sorreggono, situazione nella quale scatterebbe la violazione di legge (es. art. 39 t.u.l.p.s.).

Cosa fare per correggere l'orientamento

La cosa più sensata da fare è prendere parte attiva al procedimento amministrativo avviato, fornendo elementi utili a proprio favore.

Questo è fuori discussione, ma vediamo perchè.

Poniamo il caso che l'interessato abbia ricevuto tre querele per minacce e lesioni (artt. 612 e 582 codice penale) da parte della moglie, tutte poi rimesse dalla denunciante.

Ebbene, la prima cosa da fare in una situazione del genere è sicuramente prendere parte al procedimento amministrativo avviato attraverso il deposito di memorie e documenti, spiegando che la situazione di tensione e conflitto familiare in realtà non sussiste in quanto dimostrata dal ritiro delle querele (o dall'archiviazione del procedimento penale da parte del P.M.).

Questo importante adempimento va posto in essere nel momento in cui si riceve la comunicazione di avvio del procedimento, perchè se si salta questa fase è più complicato poi, in giudizio, persuadere il Collegio di giudici della propria versione dei fatti: il Tar infatti potrebbe in seguito rimproverare la parte privata di non aver spiegato per tempo l'andamento della vicenda endofamiliare (o l'archiviazione) e, quindi, di non aver permesso all'amministrazione di correggere la propria valutazione.

Come muoversi legalmente senza sbagliare

Nelle delicate situazioni di cui si è parlato non bisogna lasciare niente al caso.

L'improvvisazione fa spesso danno, molto danno: sono le sentenze a dircelo.

Saper gestire quindi tali procedimenti è cruciale per chi, consapevole di non meritare i rimproveri amministrativi perchè infondati, intende risolvere ed ottenere l'annullamento del divieto di detenzione armi.

In definitiva: o si è esperti nella stesura di memorie difensive di questo tipo e allora i problemi non si pongono, oppure ci si affida ad un avvocato che tratta nello specifico la materia.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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