Ecco un elenco di quei comportamenti che possono far perdere cause ... e clienti

Annamaria Villafrate - Come diceva Piero Calamandrei, essere un "grande avvocato" vuol dire essere un "avvocato utile ai giudici per aiutarli a decidere secondo giustizia, utile al cliente per aiutarlo a far valere le proprie ragioni. Utile è quell'avvocato che parla lo stretto necessario, che scrive chiaro e conciso, che non ingombra l'udienza con la sua invadente personalità, che non annoia i giudici con la sua prolissità e non li mette in sospetto con la sua sottigliezza: proprio il contrario, dunque, di quello che certo pubblico intende per «grande avvocato".

A partire da queste riflessioni proviamo a stilare un elenco degli 8 comportamenti che possono compromettere l'esito di un giudizio:

1) Pretendere di avere sempre ragione

Un avvocato realista e che non enfatizza troppo quando si trova a dover argomentare sulle ragioni dei propri clienti, può guadagnare nel tempo una maggiore credibilità rispetto a chi ha la presunzione di avere sempre ragione. Come può risultare credibile, dinanzi a un magistrato, un avvocato che non conclude mai una transazione e che finisce col portare a sentenza ogni contenzioso anche dopo una istruttoria che non ha dato grossi margini di successo?

Un "grande avvocato" deve anche saper ospitare il sospetto che l'altra parte possa avere, in qualche modo, un margine di ragione, deve saper dialogare con la controparte e deve argomentare con pacatezza, cercando di focalizzare l'attenzione su quelli che sono i principali punti controversi, riconoscendoli come tali e fornendo al giudice gli elementi che possono indurlo a decidere secondo giustizia.

2) Atteggiarsi da tuttologo

Un avvocato è tanto più credibile quanto più ha saputo ritagliarsi una nicchia di mercato ed è riuscito a garantire ai propri assistiti una competenza e un'esperienza basate su materie specifiche.

Gode sicuramente di maggiore autorevolezza chi nell'ambito di una determinata materia ha già alle spalle un consistente bagaglio di esperienza.

3) Inimicarsi i colleghi

Come il comportamento delle parti può in qualche maniera influenzare il magistrato, anche l'avvocato che mostra atteggiamenti aggressivi e prevaricatori nei confronti dei propri colleghi non può che trasmettere un'immagine negativa di sé.

L'aggressività spesso indispone (e non solo la controparte) e non è certo il modo migliore per risultare credibili.

Leggi anche: Avvocati: ha ragione chi urla di più?

4) Adottare una difesa generica e senza riferimenti a norme e sentenze

Un avvocato abile non può fondare la propria strategia difensiva su argomentazioni generiche e frasi di stile.

Deve piuttosto esporre le ragioni del proprio cliente supportandole non solo con i necessari riferimenti normativi ma anche con eventuali precedenti giurisprudenziali.

5) Prestare poca attenzione alle prove

Il principio dell'onere della prova è fondamentale. Nulla va dato per scontato. Il materiale probatorio serve a dare concretezza alle proprie tesi difensive. Un buon avvocato deve saper fondare la sua strategia su una solida base probatoria.

Solo dopo aver dato le prove dei fatti è possibile concentrarsi sulle argomentazioni di diritto.

6) Mostrare indifferenza per la tesi avversa

Un avvocato non deve mai sottovalutare le tesi avverse. Occorre al contrario capire bene quali sono i punti di maggiore criticità della controversia e concentrare la maggiore attenzione su ciò che può davvero risultare determinante per l'esito del giudizio.

7) Trascurare le tecniche di scrittura

Un avvocato competente deve curare la stesura dei propri scritti difensivi.

Leggi anche: Le 10 regole d'oro per scrivere una comparsa conclusionale efficace e convincente

Di questi tempi è poi quanto mani necessario tenere conto del fatto che i magistrati hanno poco tempo a disposizione per leggere atti processuali troppo prolissi. Anche la formattazione di un testo può dare i suoi risultati. Suddividere una comparsa conclusionale in capitoli e dare a ciascun capitolo un titolo efficace rende sicuramente più semplice la lettura e favorisce il ricordo (in chi legge) delle argomentazioni che abbiamo esposto.

Uno scritto difensivo deve poi essere chiaro, sintetico e di facile lettura per poter velocizzare e semplificare il lavoro di chi dovrà emettere la sentenza.

8) Ignorare le regole procedurali e sostanziali

Purtroppo il processo civile è diventato oggi un "percorso a ostacoli" (leggi in proposito l'editoriale di Roberto Cataldi: Il processo civile e la semplicità perduta).

Purtroppo fintanto che il legislatore non si deciderà a rendere le cose un po' più semplici occorrerà dedicare del tempo all'analisi degli aspetti procedurali.

E siamo dunque giunti al termine degli 8 modi migliori per perdere una causa.

Elencazione tassativa? No di certo. Ma solo il tentativo di analizzare alcuni dei comportamenti che possono maggiormente influenzare l'esito di un giudizio. Senza per questo avere la pretesa di avere in mano... una sfera di cristallo.


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