Il decalogo per chi vuole avere maggiori possibilità di successo nel presentare un scritto difensivo decisivo per il buon esito di una controversia

Avv. Laura Bazzan - La comparsa conclusionale è l'atto previsto dall'art. 190 del codice di procedura civile attraverso il quale le parti, a conclusione dell'istruttoria, argomentano in fatto e in diritto le ragioni poste a fondamento delle proprie conclusioni. Si tratta di un atto privo di particolari formalità dato che l'interesse preminente del legislatore in questo caso, è, per fortuna, quello di dare rilievo alla sostanza e non a sterili formalismi. Ma la legge tutto ci può dire fuorché come va scritta una comparsa efficace e convincente. Vogliamo per questo proporvi un decalogo utile per chi voglia avere maggiori possibilità di successo nel presentare un scritto difensivo decisivo per il buon esito di una controversia.

Ecco le 10 regole d'oro per scrivere una comparsa conclusionale efficace e convincente:

1. Evitare una intestazione inutilmente prolissa

2. Il cappello

3. Trascrizione delle conclusioni

4. Chiarezza espositiva

5. Sintesi

6. Divieti e prescrizioni

7. Linguaggio neutro e senza polemiche

8. Riferimenti fattuali, normativi e giurisprudenziali

9. Catturare l'attenzione

10. Suscitare il senso di giustizia del magistrato

1. Evitare una intestazione inutilmente prolissa

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A prescindere dalla complessità della causa, in epigrafe è bene riportare compiutamente tutti i dati della causa stessa indicando, oltre al nome delle parti, la posizione processuale da queste assunta. Evitiamo però di occupare un'intera pagina con ciò che non è strettamente necessario. Meglio fare in modo di rendere visibili sin dalla prima pagina i contenuti fondamentali del nostro scritto difensivo.

2. Il cappello

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L'incipit è sempre fondamentale. Lo sa bene chi si occupa di narrativa dato che uno scrittore deve riuscire a catturare l'attenzione del lettore sin dalle prime righe di un romanzo.

La stessa regola dovrebbe essere mutuata dall'ambito letterario come tecnica per la scrittura di una comparsa dato che il meccanismo psicologico che genera attenzione in chi legge è sostanzialmente lo stesso.

La parte introduttiva potrà risultare tanto più efficace quanto più vengono riportati in maniera precisa e comprensibile i punti nodali della controversia, è importante quindi esporre le questioni "chiave" senza perdersi nei dettagli di cui ci sarà modo di trattare, semmai, in separati paragrafi. Il cappello dovrebbe contenere una sintesi schematica di ciò che sarà trattato trattato in modo più dettagliato nei paragrafi successivi.

In questo modo il giudice ha modo di rendersi subito di quali sono le vostre linee difensive e ciò faciliterà la lettura e la comprensione del resto della comparsa.

3. Trascrizione delle conclusioni

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Le conclusioni già formulate vanno riportate integralmente, ma è meglio farlo nella parte conclusiva dell'atto anche perché è proprio al termine della lettura della conclusionale che il giudice deve concentrarsi sulle vostre richieste.

4. Chiarezza espositiva

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L'art. 111 u.c. disp. att. prevede che le comparse siano "scritte in carattere chiaro e facilmente leggibile" a pena di irricevibilità. Ci sono invece ragioni di buon senso che suggeriscono di utilizzare una ordinata suddivisione in paragrafi.

Chi sta leggendo la vostra comparsa deve avere anche la possibilità di rileggere alcuni passaggi e individuare subito quel particolare paragrafo che desidera riesaminare.

Anche la formattazione deve agevolare la lettura ed è importante quindi utilizzare il grassetto per evidenziare i passaggi più significativi, il corsivo quando si riportano citazioni di sentenze o di leggi. In altri casi, ma senza esagerare, si può ricorre anche alla sottolineatura.

Una formattazione ordinata insieme a uno stile narrativo lineare agevolano la lettura e facilitano la comprensione del vostro messaggio.

Quando poi la questione è particolarmente complessa e non può essere affrontata se non analizzando diversi aspetti della stessa, è consigliabile esporre le proprie argomentazioni ordinatamente sia dal punto di vista logico che da quello prettamente formale, servendosi anche di sottoparagrafi e di elenchi numerati.

5. Sintesi

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Ricordate in ogni caso di essere sintetici. Scrivere troppo può essere controproducente. Per non annoiare ed indispettire il magistrato è più conveniente produrre un atto breve e conciso, evitando ripetizioni, parafrasi contorte ed artificiose, centrando piuttosto la questione con periodi semplici e immediatamente comprensibili.

6. Divieti e prescrizioni

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Vale la pena ricordare che la comparsa conclusionale non può contenere conclusioni diverse da quelle già formulate, né si possono allegare documenti non prodotti.

Insomma nella conclusionale occorre concentrarsi in ciò che realmente conta: riassumere i fatti di causa, indicare cosa è emerso nel corso dell'istruttoria e indicare le ragioni di fatto e di diritto a sostegno della vostra tesi.

Le argomentazioni esposte devono sempre muovere dalle risultanze istruttorie e dalle relative conclusioni, pertanto, eventuali nuovi fatti possono essere allegati unicamente per giustificare (ove ciò risulti ammissibile) una remissione in istruttoria.

7. Linguaggio neutro e senza polemiche

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Nel riportare lo svolgimento del processo, è consigliabile uno stile neutro così come per la ricostruzione dei fatti è preferibile non utilizzare espressioni forti ed evitare inutili connotazioni polemiche. Considerate che qualsiasi espressione polemica può indispettire chi sta leggendo la vostra comparsa.

8. Riferimenti fattuali, normativi e giurisprudenziali

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Nel riportare le vostre considerazioni in fatto e in diritto ricordate sempre di fare riferimento ai fatti che sono emersi dall'istruttoria (evitate le frasi generiche e fate espresso riferimento ai documenti prodotti e alle singole testimonianze riportandone se necessario alcuni passaggi tra le virgolette).

Per le considerazioni di diritto è poi sempre necessario dare supporto alle vostre argomentazioni citando la normativa di riferimento e i precedenti giurisprudenziali.

L'indicazione di riferimenti normativi accompagnata dalla citazione di sentenze di merito o della Cassazione daranno particolare forza al vostro assunto.

Anche le citazioni dottrinali possono risultare d'aiuto ma è indispensabile citare la fonte indicando l'autore, l'editore, l'anno di pubblicazione e la pagina in cui si trova il passaggio che avete citato.

9. Catturare l'attenzione

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Stratagemmi linguistici e figure retoriche possono essere utilizzati a patto che si tratti di un utilizzo consapevole e non se ne abusi. Queste possono contribuire a mantenere vivo l'interesse in chi vi legge. Con l'esperienza si possono acquisire poi delle tecniche di argomentazione e di persuasione che vi caratterizzeranno. C'è in ogni caso un comune denominatore nelle diverse tecniche di persuasione che è dato dalla capacità di presentare le proprie conclusioni come conseguenza naturale ed inevitabile della propria argomentazione.

10. Suscitare il senso di giustizia del magistrato

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Anche il magistrato è un uomo e come tale non è immune dal coinvolgimento emotivo.

Come non ricordare le parole di Mauro Cappelletti quando scrisse che il processo civile deve essere inteso "come dramma umano e ricerca di giustizia piuttosto che come mero rapporto giuridico e la sentenza come risultato di una scelta responsabile e creativa, creazione della coscienza del giudice".

Evitiamo dunque ragionamenti sterili cercando di veicolare attraverso le nostre parole anche ciò che esiste ancor prima del diritto positivo: il senso della giustizia.

La giurisprudenza si forma proprio laddove la norma giuridica non riesce a prevedere la molteplicità della casistica e quando il magistrato deve dare una sua personale interpretazione a una norma incerta, lo farà anche in base ai principi generali dell'ordinamento giuridico e al suo personale senso della giustizia.

Vedi anche: Formula per la redazione di una comparsa conclusionale


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