Drogometro, direttiva Minniti
Il 21 luglio 2017, il Ministero dell'interno ha emanato una direttiva importante (qui sotto allegata), alla quale è già stato assegnato il nome del Ministro in carica Minniti e che si occupa in generale del contrasto di tutte le principali cause alla base degli incidenti stradali e, tra di esse, anche della droga.
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La direttiva, che assume la forma di una circolare del servizio di Polizia postale, ha infatti promosso l'utilizzo del cd. drogometro, già sperimentato in 35 province italiane nel 2015, ovverosia dello strumento che permette, in sostanza, di effettuare un test immediato sull'automobilista per verificare l'assunzione da parte sua di droghe prima di mettersi alla guida.
Stupefacenti: accertamento degli effetti
Solo laddove con l'utilizzo del drogometro si rilevi che l'automobilista ha assunto sostanze stupefacenti (e non, invece, in caso di risultato negativo), questi viene sottoposto a prelievo ematico, che suffraghi l'esito del test. I prelievi vengono poi inviati a Roma per le analisi, mediante un rigido protocollo.
L'automobilista, se il drogometro dà risultato positivo, viene anche sottoposto a visita medica per accertare che la presenza di droghe nell'organismo lo abbia effettivamente alterato. Si ricorda, infatti, che l'articolo 187 del codice della strada punisce "chiunque guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti".
Prospettive
L'approvazione del drogometro e l'estensione del suo utilizzo a tutto il territorio della penisola derivano dall'effettivo ampliamento, sui territori sottoposti a sperimentazione, dei controlli eseguiti in materia grazie alla sua applicazione, che sono risultati più semplici e certi rispetto al passato.
Se il metodo prenderà davvero piede, il prossimo step sarà quello di estendere il campo di indagine del test anche alle cosiddette nuove droghe, la cui diffusione è sempre maggiore.
Direttiva Minniti• Foto: 123rf.com