Nel caso in cui sussista un pericolo imminente non è reato uccidere unanimale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha così assolto un 30enne di Salò che aveva ucciso un pastore tedesco per evitare che sua moglie e il suo cane venissero aggrediti. Come ricostruisce la corte, l'uomo aveva agito per respingere l'attacco di un pastore tedesco che stava per aggredire il suo cagnolino e paventando ceh potesse aggredire anche sua moglie aveva preso un fucile ed aveva ucciso l'animale. Il caso finiva in Tribunale dove si era ipotizzato il reato previsto e punito dall'art. 638 c.p. che punisce l'uccisione di animali. Condannato dai giudici di merito il caso finiva in cassazione dove la difesa faceva notare come il ragazzo, nella concitazione del momento e nella paura che il grosso cane
potesse aggredire la moglie e il suo cagnolino, aveva sparato agendo "in stato di necessita'". La Corte (Seconda sezione penale, sentenza n.43722/2010) ha annullato la condanna facendo notare che "nel concetto di necessita' e' compreso non solo lo stato di necessita' vero e proprio ma anche ogni altra situazione che induca all'uccisione o al danneggiamento dell'animale per prevenire od evitare un pericolo imminente o per impedire l'aggravamento di un danno giuridicamente apprezzabile alla persona propria o altrui o ai beni, quando tale danno l'agente ritiene altrimenti inevitabile".
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