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Assegno di mantenimento

L'assegno di mantenimento è una prestazione che la legge riconosce al coniuge separato e/o divorziato nonchè ai figli e che risponde al principio di solidarietà di rango costituzionale
 

Cos'è l'assegno di mantenimento

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Più che di assegno di mantenimento è più corretto parlare di assegni di mantenimento, prestazioni economiche che la legge italiana stabilisce che debbano essere riconosciute a soggetti che si trovano in stato di bisogno, nel rispetto del principio di solidarietà sancito a livello costituzionale.

Assegno per il coniuge separato

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L'assegno di mantenimento per il coniuge separato scaturisce dall'impegno reciproco che i coniugi si assumono con il matrimonio, ai sensi dell'art. 143 c.c., di provvedere anche all'assistenza materiale.

Obbligo che viene ribadito anche dall'art. 156 c.c, che sancisce il diritto del coniuge a cui non viene addebitata la separazione di ricevere dall'altro quanto gli occorre per il suo mantenimento, se non dispone dei adeguati redditi propri. Mantenimento che ovviamente viene commisurato ai redditi del soggetto obbligato, tenendo conto anche di altre ed eventuali circostanze.

Assegno divorzile per l'ex coniuge

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In caso di divorzio, il mantenimento al coniuge assume più propriamente il nome di assegno divorzile, prestazione contemplata e disciplinata dall'art. 5 della legge n. 898/1970.

L'assegno di divorzio viene riconosciuto dal giudice tenendo conto di tutta una serie di elementi, come le condizioni dei coniugi, le ragioni della decisione, il contributo apportato da ciascuno alla famiglia e alla formazione del patrimonio comune e individuale, il reddito di entrambi e la durata del matrimonio.

L'assegno viene riconosciuto se il coniuge richiedente la misura non ha mezzi adeguati o non è in grado di procurarseli per ragioni oggettive.

Su comune accordo delle parti, l'assegno di divorzio può essere corrisposto anche in un'unica soluzione, purché il tribunale la ritenga equa. In questo caso però il coniuge che riceve la prestazione in questa modalità non può più avanzare richieste di contenuto economico all'ex coniuge.

L'assegno di divorzio, che viene adeguato automaticamente tenendo conto della svalutazione monetaria, viene meno quando il coniuge che lo riceve contrae nuove nozze.

Assegno di mantenimento figli

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Il mantenimento dei figli è un obbligo sancito dall'art. 30 della Costituzione e dall'art. 147 del Codice civile. Quest'ultima norma impone ai due coniugi l'obbligo di mantenere, ma anche di istruire ed educare ed assistere moralmente i figli.

Quando il matrimonio entra in crisi e la coppia decide di separarsi il figlio conserva ai sensi dell'art. 337 ter il diritto al mantenimento da parte di entrambi i genitori.

Il giudice infatti, se i coniugi non si sono accordati, dispone che ciascuno debba provvedere al mantenimento dei figli in proporzione al proprio reddito.

Se necessario, il giudice può anche determinare il riconoscimento di un assegno periodico per il mantenimento del figlio minore, al fine di realizzare il principio di proporzionalità.

L'entità della prestazione viene determinata tenendo conto delle esigenze del figlio in quel momento, del tenore di vita di cui questo ha goduto quando i genitori erano sposati, dei tempi in cui lo stesso permane con ogni genitore e delle risorse economiche dei due obbligati.

Come per il mantenimento dovuto al coniuge, anche l'assegno di mantenimento per i figli è adeguato periodicamente al costo della vita.

Mantenimento figlio maggiorenne

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Un'analisi particolare deve essere fatta in relazione al figlio maggiorenne. 

L'art. 337 c.c. prevede infatti che il giudice, valutate anche le circostanze del caso di specie, possa disporre in favore dei figli maggiorenni che non abbiano ancora raggiunto l'indipendenza economica, il pagamento di un assegno periodico da corrispondere direttamente all'avente diritto.

Regole che non valgono per i figli maggiorenni se portatori di handicap grave, ai quali si applicano le regole analizzate e previste per i figli minori.

Assegno mantenimento figli: cosa comprende

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Il mantenimento per i figli comprende le spese ordinarie e quelle straordinarie.

Nelle spese ordinarie, che sono quelle che il genitore deve sostenere per le esigenze quotidiane del figlio rientrano quelle per il vitto, l'alloggio, il vestiario, le tasse per la scuola, i biglietti per l'autobus, le ricariche per il cellulare e i farmaci per le cure e i malanni ordinari.

Sono invece spese straordinarie quelle che si devono sostenere per fare fronte a esigente imprevedibili e quindi non determinabili dai genitori o dal giudice anticipatamente.

Pensiamo alle spese per le ripetizioni private in una materia in cui il figlio ha particolare difficoltà, il costo per l'abbonamento mensile e le attrezzature di uno sport praticato dal ragazzo o per visite private dall'oculista o dal dentista.

Assegno di mantenimento e alimenti

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Il mantenimento, come abbiamo visto, è una prestazione dovuta a moglie e figli quando il rapporto coniugale attraversa un momento di crisi se i soggetti destinatari non sono in grado di procurarsi da soli i mezzi necessari per soddisfare le proprie esigenze di vita.

Gli alimenti invece sono obblighi che la legge pone a carico non solo del coniuge, ma anche dei figli, dei genitori, dei generi e delle nuore, dei suoceri e dei fratelli germani e unilaterali.

Solo chi si trova in stato di bisogno e non può provvedere dal solo al proprio bisogno può fare domanda per gli alimenti, che quali vengono riconosciuti in proporzione ai bisogni di chi li richiede, ma anche alle condizioni economiche di chi li deve corrispondere.

Gli stessi a differenza del mantenimento, non devono superare quanto "necessario" per la vita di chi ne beneficia, necessario che diventa "stretto" se gli alimenti sono dovuti da fratelli e sorelle.

A differenza del mantenimento infine, il soggetto che è obbligato a corrispondere gli alimenti ha la possibilità di scegliere in che modo adempiere, se con un assegno periodico o accogliendo e mantenendo nella propria casa il beneficiario.

Aspetti fiscali assegno di mantenimento

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Dal punto di vista fiscale il mantenimento presenta vantaggi per chi lo eroga e svantaggi per lo riceve.

L'art 10 del DPR n. 917/1986 che contiene il TU delle imposte sui redditi prevede la deduzione, in caso di indeducibilità, dal reddito complessivo degli assegni che vengono erogati periodicamente al coniuge, esclusi quelli per il mantenimento dei figli, conseguenti alla separazione, all'annullamento o al divorzio, nella misura in cui gli stessi risultano dai provvedimenti giudiziali.

Per chi riceve il mantenimento invece, l'art. 50 del Tu suddetto prevede alla lettera i) la tassazione degli assegni periodici, comunque denominati, perché assimilati al reddito da lavoro dipendente e come tali da indicare nella dichiarazione dei redditi ai fini Irpef.

Giurisprudenza assegno di mantenimento

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Vediamo ora quali sono le risposte che la giurisprudenza più aggiornata ha fornito ai quesiti più frequenti sul mantenimento nelle tipologie analizzate: 

Ripetibilità del mantenimento in assenza dei presupposti ab origine

La SU n. 32914/2022 ha sancito che "opera la «condictio indebiti» ovvero la regola generale civile della piena ripetibilità delle prestazioni economiche effettuate, in presenza di una rivalutazione della condizione «del richiedente o avente diritto», ove si accerti l'insussistenza «ab origine» dei presupposti per l'assegno di mantenimento o divorzile". 

Determinazione assegno di mantenimento

Con l'ordinanza n. 22616/2022 ha Cassazione ribadisce che "il giudice di merito, per quantificare l'assegno di mantenimento spettante al coniuge al quale non sia addebitabile la separazione, deve accertare, quale indispensabile elemento di riferimento, il tenore di vita di cui la coppia abbia goduto durante la convivenza, quale situazione condizionante la qualità e la quantità delle esigenze del richiedente, accertando le disponibilità patrimoniali dell'onerato. A tal fine, non può limitarsi a considerare soltanto il reddito emergente dalla documentazione fiscale prodotta, ma deve tenere conto anche degli altri elementi di ordine economico, o comunque apprezzabili in termini economici, diversi dal reddito dell'onerato, suscettibili di incidere sulle condizioni delle parti, quali la disponibilità di un consistente patrimonio, anche mobiliare, e la conduzione di uno stile di vita particolarmente agiato e lussuoso (cosi', tra le tante, Cass., Sez. 1, Sentenza n. 9915 del 24/04/2007)."

Assegno mantenimento coniuge dichiarazione dei redditi

Con la decisione n. 32644/2022 la Cassazione conferma le conclusioni della Corte di Appello, ritenendo inesitente lo squilibrio reddituale necessario per riconoscere l'assegno di divorzio alla ex moglie. La stessa è risultata proprietaria nella misura del 95% di una società di consulenza immobiliare e dopo la separazione ha conservato un tenore di vita che denota la sua autosufficienza. "I redditi della ex moglie sono adeguati, pure se non dichiarati, essendo inattendibili le sue dichiarazioni fiscali". 

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Per approfondire: 

Data aggiornamento dicembre 2022