Giocando d'anticipo sul Governo, il 24 settembre 2010 il Consiglio Nazionale Forense, a tutela del cittadino, ha emanato il regolamento che disciplina la magmatica materia delle specializzazioni forensi. Quali saranno le modalità per conseguire il titolo di specialista e quali sono le aree di specialità professionale individuate dal gruppo di lavoro coordinato dal Vice-Presidente Prof. Avv. Ubaldo Perfetti? Partiamo dalla seconda domanda: le aree di specialità sono ora undici e il regolamento stabilisce che l'avvocato possa conseguire il diploma di specializzazione in non più di DUE. V'è da ricordare che il regolamento è cautamente soggetto a revisione nell'anno dall'approvazione. Tale limite-vincolo appare prima facie ingiustificato a meno di presumere per tabulas la mediocrità e la scarsa versatilità degli avvocati italiani. Nella mia piccineria più assoluta, nel solo mese di agosto ho dovuto fronteggiare una gravosissima questione processuale che abbracciava cinque o sei delle aree tematiche. Ora sono in attesa che la Corte di Cassazione deliberi; grosso modo, sia che la mia cliente avrà torto, sia che avrà ragione, come mi auguro, dai Supremi Ermellini, professionalmente me la sono cavicchiata, oltretutto nel periodo di "fermo biologico", in cui ben difficilmente mi sarei potuto rivolgere ad un pool di 'specialisti', nella futura accezione della qualifica. Le aree sono: 1) Diritto di famiglia, dei minori e delle persone 2) Diritto della responsabilità civile e delle assicurazioni 3) Diritto commerciale 4) Diritto del lavoro, della previdenza e della sicurezza sociale 5) Diritto industriale 6) Diritto della concorrenza 7) Diritto tributario 8) Diritto amministrativo 9) Diritto della navigazione 10) Diritto dell'Unione europea
11) Diritto penale. Il Presidente Prof. Avv. Guido Alpa ha ricordato che "il Cnf ha voluto così coronare un lavoro iniziato a giugno e condotto nel confronto costante con gli Ordini e le Associazioni, nella convinzione che il riconoscimento delle qualifica di avvocato specialista sia a garanzia dell'interesse pubblico e di tutela del cittadino. Corrispondendo anche a una risalente esigenza dell'avvocatura, che già nel congresso di Genova del 1960 aveva posto questa necessità". Ma quali sono i REQUISITI per conseguire il titolo di avvocato specialista? L'avvocato dovrà aver maturato un'anzianità di iscrizione all'albo, ininterrotta, di almeno sei anni; aver frequentato continuativamente per almeno un BIENNIO una scuola/corso tra quelli riconosciuti dal Cnf (per un minimo di DUECENTO ORE complessive di studio e esercitazioni); aver sostenuto con esito positivo l'esame presso il Cnf. In che cosa consiste l'esame? Si tratta dello svolgimento di una prova scritta su materia attinente all'area di specializzazione e nello svolgimento di una prova orale, avente ad oggetto anche la dimostrazione del possesso di un'esperienza pregressa nella materia.
Il titolo di specialista non viene conservato se il professionista non cura l'aggiornamento nel triennio con almeno centoventi crediti formativi. Per ogni annualità i crediti formativi non dovranno essere inferiori a trenta. SCUOLE e corsi di specializzazione: presso il Cnf verrà istituito il registro dei soggetti abilitati alla istituzione e gestione delle scuole e/o di corsi di alta specializzazione, in cui verranno annoverati, a semplice richiesta, i Consigli dell'Ordine. Le scuole dovranno presentare al Cnf, annualmente prima dell'inizio dell'anno "scolastico", il programma dettagliato della scuola o del corso. Norma transitoria. Gli avvocati che alla data di entrata in vigore del regolamento avranno una anzianità di iscrizione al'albo, continuativa, di VENT'ANNI potranno acquisire il titolo di specialista, in non più di UNA (chissà mai perchè) delle aree di specializzazione, presentando al Consiglio dell'Ordine di appartenenza, che esprimerà un parere non vincolante, documenti e titoli che dimostrino la particolare conoscenza della materia. Il Cnf provvederà all'iscrizione previo eventuale colloquio. Entrata in vigore: il regolamento del Cnf entrerà in vigore il 30 GIUGNO 2011. E Voi come la pensate? Intendete intraprendere un percorso irto di sacrifici e di costi che di certo sottrarrà tempo prezioso proprio alla professione ed allo svago o vorrete morire generalisti? Nei piccoli centri conviene diventare specialisti o si rischia di confondere la clientela? E quali saranno i profili della nuova responsabilità professionale dello specialista? Sappiamo che per gli avvocati la giurisprudenza sta evolvendo in maniera sempre più esigente, penetrante e colpevolista. Ed i generalisti verranno mai discriminati nell'esercizio del fondamentale diritto di difesa per il quale pur vantano un titolo riconosciuto dallo Stato Italiano? Siete pronti ad ascoltare lezioni che - il rischio esiste - potrebbero essere talora teoriche e professorali tali e quali a quelle della stragrande maggioranza degli Atenei? seminari che magari non apportano niente al Vostro già robusto bagaglio di esperienza, in cui chi insegna talora non frequenta i palazzi di giustizia e corre seriamente il rischio di saperne di meno del discente se non altro in termini pratici, di onere della prova, di prescrizione, di evoluzioni giurisprudenziali? Di certo, l'avvocato esperto ha una 'cilindrata' molto più potente di un accademico (che non eserciti con assiduità la professione forense) per il semplice fatto che deve dare risposte e rapide. Non a caso se un docente anche di diritto penale è indagato, corre dai legali del foro. Perdersi nell'oceano mare dell'elaborazione di astratte teorie, spesso de jure condendo, non è consentito all'avvocato, che ha il cliente in ansiosa attesa sullo zerbino, deve cercare la soluzione e deve orizzontarsi tra norme concomitanti e confliggenti, Il mio grande dilemma, poi, è che si perda in mille, incomunicanti rivoli l'unitarietà e la continuità tra generazioni del sapere tecnico-giuridico e che si profili all'orizzonte un futuro in cui tutti i legali saranno iperspecializzati ed all'apparenza bravissimi, tecnocrati inappuntabili (che, poi, alla prova dei fatti non sapranno come richiedere una notifica, come si calcolano i termini a ritroso, a quali campi si estende la sospensione feriale dei termini ...), ma nessuno sappia più fare veramente l'Avvocato (la maiuscola non è casuale). Una generazione che non avrà più "i fondamentali", ma troverà il tempo a disposizione per frequentare scuole biennali e corsi di mantenimento del titolo di specialista. Una professione, la nostra, che, come quella del Medico (altra meditata lettera grande), non può diventare 'normale' semplicemente perché non lo è. Quando a casa mia - erano gli anni Sessanta - si trepidava perché qualcuno stava male, bussava alla porta il Dott. Gentilucci; nessuno fiatava in attesa di conoscere il responso: non aveva con sé particolare strumentistica, ma soltanto la sua capiente gerla di esperienza e di competenza. Sapeva tanto, aveva speso bene le sue energie professionali. La sua casistica era enorme. Certo, dopo si facevano gli esami e le analisi. Ricordate perchè mai morì il Campionissimo Fausto Coppi? Sarebbero state sufficienti una diagnosi tempestiva ed una pasticca. "Dotti, medici e sapienti" (parole e musica di Edoardo Bennato) diagnosticarono broncopolmonite emorragica da virus. Era, invece, malaria: un tubetto di umile chinino l'avrebbe debellata. La scienza fu sorda e cieca: il fratello del ciclista Geminiani, pure ammalato nel tour in Africa, telefonava dalla Francia: "è malaria! L'ha confermato anche l'Istituto Pasteur". Se il caro, austero Dott. Gentilucci allertava o se tranquillizzava, era difficile che sbagliasse. Sapeva distinguere i sintomi. Il giurista non è forse colui che bene distinguit? La parola di oggi è, dunque, avvocato SPECIALISTA. Come al solito, lo spazio qui sotto è la virtuale lavagna su cui imprimere le Vostre considerazioni con un gessetto che, però, a differenza di quello scolastico, ha il pregio di non far accapponare la pelle. Interessa la Vostra opinione anche sulle macro-aree che sono state individuate: tanto per esemplificare, a caldo quella del diritto della navigazione mi pare francamente obsoleta e di gran lunga assorbita dal Diritto dei Trasporti. Per contro, che cosa significa essere specialisti in Diritto dell'Unione Europea quando tutti dovremmo conoscere quel ramo del sapere al pari delle pronunce della nostra Corte Costituzionale. Altrimenti, non andiamo da nessuna parte. Scrivete, scrivete, scrivete, se volete e potete. Io, nel frattempo, mi vado a leggere "Teoria generale del diritto" del 1951 che ho appena acquistato (con somma goduria) a Camerino, nel corso di un convegno sull'arbitrato: è in ristampa anastatica a cura della Scuola di specializzazione in diritto civile dell'Università camerte, Edizioni Scientifiche Italiane. Mi hanno anche appioppato un catalogo a forma di mattone, in copertina una stupenda foto in bianco e nero di un tavolino stracolmo di libri e lenti d'ingrandimento dirimpetto al Vesuvio: contiene le pubblicazioni ESI dal 1945 al 2010: tanto di cappello all'editore di Napoli, Via Chiatamone, n°7, info@edizioniesi.it (s'intenda, il libro l'ho pagato, non me l'hanno regalato per la pubblicità). In fondo, non è vero che Francesco CARNELUTTI sia morto nel 1965, né mai morrà. S'interrogava l'immenso Giurista: "mi domando come, se non avessi studiato la funzione del processo, PENALE o CIVILE, dalla quale dopo tutto dipende la sua struttura, avrei potuto costruirne la teoria". Fate caso, se lo sfoglierete, alla peculiarità rara che il testo non ha una nota. E così Elio FAZZALARI. Studio Cataldi gli dedicò il commiato del 23 luglio 2010 (che è tanto piaciuto all'affezionato lettore del Portale Paolo Emilio Battaglia dell'Agenzia Spaziale Italiana). Memorabile il suo testo "Istituzioni di Diritto Processuale" edito per CEDAM in un'infinità di edizioni (la mia, che custodisco gelosamente, è in similpelle blù con scritte in rosso granata bordate d'oro), che dimostra all'evidenza che non esiste il civilista, il penalista, l'amministrativista, ma semplicemente il PROCESSUALISTA. Abbeverarsi alle fonti del sapere è, in primo luogo, un gesto spontaneo, non imposto, e, in secondo luogo, non sopporta parcellizzazioni, detesta i compartimenti stagni. Ah, dimenticavo: Fausto Coppi era eccellente scalatore, grande passista e forte in volata e a cronometro.
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