MEDIAevo (13) - Per Giove, Vi ricordate di Margherita D'AMICO? E' colei che ha divulgato la storia a lieto fine di un gatto rosso di nome Giove che abbiamo pubblicato appena il 10 luglio 2012; sapete chi è questa scrittrice, giornalista, autrice nata nel 1967? Il suo sangue blù zampilla cultura da ogni parte. Chiediamo aiuto a Wikipedia. Margherita appartiene ad una delle più illustri famiglie della cultura italiana del Novecento. Suo padre è Masolino d'Amico, anglista e scrittore, ed è figlio della sceneggiatrice Suso Cecchi d'Amico, figlia a sua volta del critico letterario Emilio Cecchi e anche del musicologo Fedele d'Amico, figlio del critico teatrale e fondatore dell'Accademia nazionale d'Arte drammatica Silvio d'Amico: un monumento. Sua madre Benedetta Craveri, scrittrice e francesista, è figlia della scrittrice e ambientalista Elena Croce, primogenita del filosofo Benedetto Croce, e di Raimondo Craveri, saggista e durante la Seconda Guerra Mondiale fondatore dell'Ori (Organizzazione della resistenza italiana) e nipote del drammaturgo Giuseppe Giacosa.
Dal marzo '12 collabora con La Repubblica. Dall'89 al '12 collabora con il Corriere della Sera. E' stata sposata con il divo televisivo Luca ZINGARETTI, che, per la cronaca, è il Montalbano di Camilleri. Apprendiamo da Wikipedia: "nel 2002, per Luca Zingaretti regista, è ideatrice del documentario Gulu - una guerra dimenticata, che viene realizzato dalla coppia per sostenere i progetti della ong AMREF nel distretto di Gulu, Uganda del Nord, colpito da una guerra civile che ha causato lo sfollamento di due milioni di persone in campi rifugiati interni, oltre a violenza, Aids, bambini soldato. Nel 2001, Gulu ha avuto anche la più grande epidemia di ebola conosciuta. Il documentario viene ospitato dalla Mostra del Cinema di Venezia 2002 e trasmesso da La7. Margherita e Luca ricevono il Premio dell'Archivio Disarmo Colombe d'Oro per la Pace e il Gonfalone d'Argento della Regione Toscana. Margherita pubblica presso Arnoldo Mondadori Editore il libro reportage, Gulu - una discesa agli inferi. Per Luca Zingaretti regista, nel 2004 gira con la nonna Suso Cecchi d'Amico il documentario Suso racconta.
Dalla fine degli anni 90 il suo impegno si concentra soprattutto sul terzo settore, e in modo particolare sulle battaglie per la difesa degli animali, degli alberi e dell'ambiente. Nel 2007 pubblica da Mondadori La pelle dell'orso - noi e gli altri animali, sullo sfruttamento degli animali e la sopraffazione esercitata dall'uomo. Nel 2008 fonda una onlus, La Vita degli Altri, e nel 2010 crea un progetto, il Respiro.eu, un sito-network interattivo dedicato alla tutela del territorio, del verde e della biodiversità". Ora Margherita ha commentato così su Repubblica la notizia tanto desiderata dagli amici degli animali, che Studio Cataldi ha dato con immediatezza corredandola di una splendida fotona: "Ora sui cancelli dell'allevamento Green Hill a Montichiari, nel Bresciano, meta di numerosi cortei di protesta e anche teatro di arresti di animalisti che avevano effettuato un blitz per liberare i cani beagle, c'è un cartello: 'Area sottoposta a sequestro
probatorio'. Alla struttura, in cui sono allevati 2.500 cani destinati alla sperimentazione, gli agenti del Corpo forestale dello Stato e della Digos della questura di Brescia hanno posto i sigilli su ordine del pm Ambrogio Cassiani, che ipotizza il reato di maltrattamento di animali nei confronti di tre persone ai vertici della stessa Green Hill. Sono soprattutto due i problemi sollevati nel decreto di sequestro: si ipotizza che i beagle siano utilizzati non solo a fini scientifici ma anche per ricerche connesse alla cosmesi, e questo non sarebbe in linea con la legislazione italiana (un'accusa che Green Hill respinge con forza definendola "infondata"). Poi ci sono le condizioni in cui sono custoditi i cani: il beagle è un segugio che ha bisogno di vivere all'aria aperta e non in gabbie come nella struttura bresciana. Per capire la destinazione degli animali e le condizioni in cui vivevano sono al lavoro gli agenti della Digos, che hanno già sentito i dipendenti di Green Hill. Ancora non è certo il numero dei cani che si trovano nell'allevamento. I beagle non potranno essere portati fuori, comunque, e gli stessi rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari assieme al sindaco della cittadina lombarda e all'Asl: avranno l'obbligo di cura e alimentazione degli animali. Il sequestro dell'azienda che fa capo alla danese Great Divide Aps è stata salutato con gioia dalle associazioni animaliste che da mesi si battono per la sua chiusura definitiva. Il 28 aprile davanti all'allevamento ci furono anche tafferugli con le forze dell'ordine: finirono in carcere per un paio di giorni in 13 che avevano fatto irruzione nella Green Hill e avevano liberato alcuni cuccioli. L'8 maggio scorso ci furono proteste in una settantina di città, molte delle quali estere. Lega antivivisezione e Legambiente cantano vittoria (anche se parziale): "Ci auguriamo che gli accertamenti in corso, disposti dalla Procura, possano fare luce definitivamente sulle reali condizioni di vita degli animali rinchiusi nei padiglioni della struttura, in attesa della spedizione verso gli acquirenti, e sull'impossibilità di Green Hill di garantire il rispetto delle necessità fisiche e comportamentali dei cani, visti i numeri enormi di cui si parla". Poi reiterano la richiesta che si approvi la legge che vieta l'uso di animali a fini scientifici: "Alla luce di questi sviluppi giudiziari rivolgiamo un nuovo appello ai senatori affinché l'articolo 14 della legge comunitaria sia finalmente approvato e possa essere di incentivo per la ricerca pulita, scientifica ed eticamente accettabile". Entusiasta anche Brigitte Bardot, convinta animalista: "E' la prima buona notizia dell'anno e sono contenta che arrivi dall'Italia, il mio Paese del cuore. Questo allevamento vergognoso deve chiudere definitivamente i battenti perché non abbiamo il diritto di abbandonare migliaia di cani all'inferno, povere cavie sacrificate per una scienza senza coscienza". Alla soddisfazione degli animalisti risponde l'azienda: "Siamo sconcertati dal clima di persecuzione a cui stiamo assistendo, arrivato al punto di bloccare un'attività che dà lavoro a decine di dipendenti per cercare di dimostrare la validità di accuse pretestuose respinte nei fatti da innumerevoli ispezioni". Autrice MARGHERITA D'AMICO, fonte Repubblica.it del 18 luglio 2012. Riportiamo in calce alcuni contributi pubblicati su Studio Cataldi. Termino la news con un messaggio di giubilo giuntomi dall'Avv. Giulia BAMONTE alle h.12:15 della fatal data del 18 luglio 2012: "grandiiiiiiiiiiiiiii le ragazze! W TUTTI !!! W GLi ANIMALI la LEGALITA' IL RISPETTO DELLA VITAAAAAAAAAAAAAA http://notizie.it.msn.com/topnews/notizia.aspx?cp-documentid=250616286 BEAGLESSSSSSSSSSSSS SEQUESTRATI DALLA FORESTALE ... sottratti dalle sofferenzeeeeeeeeeeeee ... OGNUNO DI NOI E' IMPORTANTEEEEEEEEEEEEEEE grazie a VOi dello Studio per il Costante sostegno e la sensibile professionalità che mostrate continuamente . con stima avv GIulia OMbretta Bamonte". Certo, l'impaginazione di Studio Cataldi ne risulterà un po' scombussolata dalla ridda di letterine giubilanti di Giulia che vi balleranno avanti alle pupille, ma se non ci fosse, bisognerebbe inventarLa.
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