Nonostante la pronuncia del Consiglio di Stato, i rimborsi delle compagnie telefoniche per le fatturazioni a 28 giorni non arrivano. Come fare?

di Annamaria Villafrate - Sono passati più di due anni da quando le principali compagnie telefoniche, violando la delibera n. 121/17/CONS, hanno iniziato a fatturare ogni 28 giorni. I clienti non subiscono passivamente questa modifica contrattuale, tanto che la questione viene affrontata dall'Agcom che, con la delibera n. n. 269/18/CONS stabilisce l'obbligo di rimborso automatico a carico delle compagnie. Gli operatori telefonici però non ci stanno, ma anche il Consiglio di Stato conferma le ragioni dei clienti ritenendo le delibera 269/18/CONS assolutamente legittima. Peccato che ad oggi le compagnie, invece che procedere al rimborso automatico, abbiano proposto ai propri clienti rimedi alternativi. Soluzioni che però non soddisfano quanto vogliono il rimborso, per avere il quale è necessario attivarsi, magari facendosi aiutare dalle varie associazioni di consumatori che seguono la vicenda fin dalla nascita e che si rendono disponibili ad assistere chi ha delle difficoltà con la procedura prevista.


Agcom: le compagnie devono restituire l'aumento tariffario

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Tutto ha inizio quando le compagnie telefoniche TIM S.p.A., Vodafone Italia S.p.A., Fastweb S.p.A. e Wind Tre S.p.A iniziano a fatturare ogni 28 giorni. I clienti però non ci stanno e iniziano a reclamare, supportate dalle principali associazioni dei consumatori. Sull'anticipo della fatturazione arriva la delibera dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni n. 269/18/CONS la quale dispone che "Gli operatori destinatari delle diffide contenute nelle delibere n. 112/18/CONS, n. 113/18/CONS, n. 114/18/CONS e n. 115/18/CONS devono adempiere a tali diffide, tramite la completa restituzione dei giorni erosi, entro il 31 dicembre 2018."

Come precisato infatti nella delibera

"l'Autorità ritiene di dover garantire un ristoro agli utenti per il pregiudizio subìto a causa della illegittima anticipazione delle fatture posta in essere in violazione della delibera n. 121/17/CONS, atteso che (...) deve "ritenersi riconducibile a detta delibera, allo stato confermata in sede giurisdizionale, un obbligo di restitutio in integrum nei confronti degli utenti", sottoposti - come non è contestato - a un sostanziale aumento tariffario, con modalità ritenute da questa Autorità non conformi ai principi di trasparenza e comparabilità delle offerte."

Consiglio di Stato: legittima la delibera Agcom n. 269/18/CONS

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La Delibera però viene impugnata dalle compagnie ma alla fine il Consiglio di Stato si pronuncia in favore dei consumatori, ritenendo la pronuncia assolutamente legittima. Alla luce di tale pronuncia i clienti delle compagnie telefoniche coinvolte che a cui sono stati fatturati i costi del servizio a 28 giorni a partire dal 23 giugno 2017, fino al momento del ripristino della fatturazione mensile avrebbero dovuto ricevere il rimborso automatico degli importi non dovuti.

Le proposte alternative al rimborso delle compagnie

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Rimborso automatico che però non arriva. Fino ad oggi infatti le varie compagnie telefoniche hanno proposto ai propri clienti delle alternative al rimborso, come l'attivazione temporanea di offerte, buoni sconto, abbonamenti, voucher o sconti particolari.

Tim invece, con un comunicato del 23 ottobre "ricorda ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, che da settembre 2019 è possibile chiedere il rimborso dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS, contattando gratuitamente il Servizio Clienti linea fissa 187. Da novembre 2019, inoltre, sarà possibile effettuare la suddetta richiesta di rimborso anche accedendo all'Area WEB MyTIM. Si precisa che la possibilità di chiedere il rimborso è riconosciuta anche ai clienti, attivi da prima del 31 marzo 2018, che abbiano cessato di usufruire del servizio di rete fissa di TIM successivamente alla data del 23 giugno 2017."

Niente rimborso automatico? Come fare

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Come fare quindi per ottenere il rimborso automatico derivate dalla fatturazione a 28 giorni se il cliente non è interessato alle offerte alternative avanzate? Come al solito spetterà ai clienti agire avanzando un reclamo o una richiesta scritta alla propria compagnia per ottenere il quantum dovuto.

Chi vuole procedere alla richiesta deve sapere che sul sito dell'Adiconsum è presente un modulo che i clienti delle compagnie possono compilare con i propri dati per chiedere il rimborso al proprio operatore, mentre Confconsumatori mette a disposizione i suoi sportelli territoriali a tutti coloro che hanno bisogni di assistenza.

Nel caso in cui anche questa richiesta non sortisse gli effetti sperati entro i termini previsti dalle carte dei servizi dei vari operatori, non resta che fare ricorso ricorrendo alla conciliazione paritetica, facendosi assistere a una delle tante associazioni di consumatori che stanno seguendo la vicenda dall'inizio.

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