Promulgata dal presidente della Repubblica la legge di conversione del decreto sicurezza bis. Mattarella scrive ai presidenti del Consiglio, di Camera e Senato invitando Parlamento a correggere decreto

di Redazione - Il capo dello Stato ha promulgato la legge di conversione del decreto sicurezza bis, approvata in via definitiva lo scorso 5 agosto, non nascondendo le proprie perplessità che ha sollevato nella lettera inviata contestualmente ai presidenti del Consiglio, Giuseppe Conte, della Camera, Roberto Fico e del Senato, Maria Elisabetti Alberti Casellati.

Leggi Decreto sicurezza bis è legge: cosa prevede

Sono tanti i punti sollevati, dalle sanzioni irragionevoli per le violazioni nelle acque territoriali alle nuove norme sul reato di oltraggio a pubblico ufficiale, che culminano con l'invito al Parlamento ad intervenire per correggere il testo.

Decreto sicurezza bis, Mattarella: "rilevanti perplessità"

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I contenuti del provvedimento appena promulgato sono stati, in sede di conversione, scrive infatti, Mattarella, "ampiamente modificati dal Parlamento e non sempre in modo del tutto omogeneo rispetto a quelli originari del decreto legge presentato dal Governo". E aldilà delle valutazioni nel merito delle norme, "non posso fare a meno di segnalare due profili che suscitano rilevanti perplessità" aggiunge il presidente.

Sanzioni irragionevoli per violazioni acque territoriali

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Per effetto di un emendamento, nel caso di violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali - per motivi di ordine e sicurezza pubblica o per violazione alle norme sull'immigrazione - la sanzione amministrativa pecuniaria applicabile è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 volte nel massimo, determinato in un milione di euro, mentre la sanzione amministrativa della confisca obbligatoria della nave non risulta più subordinata alla reiterazione della condotta.
Il presidente osserva, dunque, che, "con riferimento alla violazione delle norme sulla immigrazione non è stato introdotto alcun criterio che distingua quanto alla tipologia delle navi, alla condotta concretamente posta in essere, alle ragioni della presenza di persone accolte a bordo e trasportate". Per cui "non appare ragionevole - ai fini della sicurezza dei nostri cittadini e della certezza del diritto - fare a meno di queste indicazioni e affidare alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravità". Senza contare che la Corte Costituzionale, con la recente sentenza n. 112 del 2019, ha ribadito la necessaria proporzionalità tra sanzioni e comportamenti.
Mattarella ricorda anche che, "come correttamente indicato all'articolo 1 del decreto convertito, la limitazione o il divieto di ingresso può essere disposto 'nel rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia', così come ai sensi dell'art. 2 'il comandante della nave è tenuto ad osservare la normativa internazionale'. Nell'ambito di questa la Convenzione di Montego Bay, prescrive che "ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l'equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo".

Irragionevoli norme su oltraggio pubblico ufficiale

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L'altra grande perplessità espressa dal presidente riguarda la previsione contenuta nell'articolo 16 lettera b), che modifica l'art. 131 bis del codice penale, rendendo inapplicabile la causa di non punibilità per la "particolare tenuità del fatto" alle ipotesi di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e oltraggio a pubblico ufficiale "quando il reato è commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni".
Questa norma, riflette il capo dello Stato, "assente - peraltro - nel decreto legge predisposto dal Governo, non riguarda soltanto gli appartenenti alle Forze dell'ordine ma include un ampio numero di funzionari pubblici, statali, regionali, provinciali e comunali nonché soggetti privati che svolgono pubbliche funzioni, rientranti in varie e articolate categorie, tutti qualificati - secondo la giurisprudenza - pubblici ufficiali, sempre o in determinate circostanze. Tra questi i vigili urbani e gli addetti alla viabilità, i dipendenti dell'Agenzia delle entrate, gli impiegati degli uffici provinciali del lavoro addetti alle graduatorie del collocamento obbligatorio, gli ufficiali giudiziari, i controllori dei biglietti di Trenitalia, i controllori dei mezzi pubblici comunali, i titolari di delegazione dell'ACI allo sportello telematico, i direttori di ufficio postale, gli insegnanti delle scuole, le guardie ecologiche regionali, i dirigenti di uffici tecnici comunali, i parlamentari".
Questa scelta legislativa impedisce al giudice di valutare la concreta offensività delle condotte poste in essere, il che, specialmente per l'ipotesi di oltraggio a pubblico ufficiale, secondo Mattarella, solleva, dunque, "dubbi sulla sua conformità al nostro ordinamento e sulla sua ragionevolezza nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza e che, come ricordato, possono riguardare una casistica assai ampia e tale da non generare 'allarme sociale'".
Tra l'altro facendo sembrare ancora meno ragionevole che ciò "non avvenga anche per l'oltraggio a magistrato in udienza (di cui all'articolo 343 del codice penale): anche questo è un reato 'commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni' ma la formulazione della norma approvata dal Parlamento lo esclude dalla innovazione introdotta, mantenendo in questo caso l'esimente della tenuità del fatto".

Parlamento intervenga per correggere decreto

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Dai qui l'invito, rimesso alla valutazione del Parlamento e del Governo dell'individuazione "dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina in questione".


Foto: 123rf.com
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