Il Parlamento Europeo approva la proposta di mettere al bando dal 2021 gli articoli di plastica monouso allo scopo di ridurre i rifiuti che inquinano i nostri mari

di Lucia Izzo - L'Unione Europea dichiara guerra alla plastica "usa e getta", ritenuta la più dannosa per l'ambiente: dal 2021 si prevede di vietare la vendita degli articoli in plastica monouso, ad esempio piatti, posate, bicchieri, cotton fioc, cannucce e miscelatori per bevande.

Lo scorso 24 ottobre, infatti, il Parlamento Europeo ha votato con larga maggioranza a favore della proposta della relatrice Frédérique Ries (Alde, Belgio): 571 i voti favorevoli, solo 53 contrari, mentre sono 34 gli astenuti. La Ries ha ringraziato "la plenaria per il suo massiccio sostegno" alla proposta.


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La decisione definitiva spetta ora al Consiglio che si troverà a decidere su un possibile cambiamento epocale delle abitudini dei consumatori nonché di conseguenze che incideranno pesantemente anche sugli interessi dell'industria della plastica. Se i Ministri degli Stati membri riusciranno a trovare una posizione comune, si potrà dare il via ai negoziati per il testo finale.

Plastiche monouso addio: vanno ridotti i rifiuti marini

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Il Parlamento condivide, dunque, l'allarme lanciato dagli ecologisti. Le nuove regole puntano ad arginare il problema dei prodotti di plastica monouso e degli attrezzi di pesca perduti in mare che compongono ben il 70% di tutti i rifiuti marini. I risultati di una cultura basata sull'uso e sullo spreco degli oggetti di plastica monouso sono ben visibili ovunque, si legge sul sito del Parlamento, sia lungo le coste che negli oceani.

Secondo quanto confermato da una recente stima, i rifiuti di plastica inquinano sempre più i nostri oceani: le statistiche prevedono che entro il 2050 il peso delle plastiche presenti nei mari sarà superiore a quello dei pesci.

A motivare l'adesione a questa drastica decisione non è solo una questione di disordine e sporcizia: i rifiuti di plastica, infatti, danneggiano gli animali che possono restare intrappolati nei pezzi più grandi o addirittura scambiarne le parti più piccole per cibo.

Inoltre, l'ingestione di particelle di plastica impedisce la digestione degli alimenti normali e può favorire la presenza di inquinanti chimici tossici nel loro organismo. Ancora, tramite la catena alimentare gli esseri umani si ritroverebbero a mangiare la plastica ingerita dai pesci e gli effetti che questo ha sulla salute umana sono ancora ignoti.


I rifiuti di plastica causano una perdita economica anche ai settori e alle comunità che dipendono dai prodotti ricavati dal mare, inclusa l'attività manifatturiera.

Secondo le stime, negli oceani sarebbero presenti attualmente più di 150 milioni di tonnellate di plastica a cui se ne aggiungono ogni anno da 4,8 a 12,7 milioni di tonnellate. Il costo stimato dei rifiuti marini è fra 259 milioni e 695 milioni di euro, principalmente a discapito dei settori turistico e ittico.

Plastica monouso addio? La lista: da piatti a posate a cotton fioc

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"L'Europa è responsabile solo di una piccola parte della plastica che inquina i nostri oceani, ma può e deve essere un attore chiave nel trovare soluzioni a livello globale" ha commentato l'eurodeputata Ries, l'eurodeputata.

Da qui deriva la volontà di impedire che ulteriori quantità di plastica finiscano in mare, espressa dal Parlamento attraverso l'ampia adesione alla proposta: se il provvedimento venisse definitivamente approvato, dunque, entro il 2021 sarà vietato nei Paesi UE l'utilizzo degli oggetti di plastica monouso.

La lista dei prodotti ivi ricompresi è particolarmente corposa ed è stata ulteriormentearricchita dal Parlamento: non solo posate, piatti, bicchieri e cannucce, ma anche cotton fioc, bastoncini mescola bevande e bastoncini da palloncino.

Si punta, entro il 2025, anche a ridurre del 50% il consumo dei filtri di sigaretta contenenti plastica. I mozziconi, seppur piccoli, sono particolarmente molto inquinanti e una cicca può metterci fino a dodici anni per disintegrarsi.

Sotto la lente anche le attrezzature da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti sulle spiagge europee: gli Stati membri dovranno impegnarsi a raccogliere ogni anno almeno il 50% del materiale da pesca contenente plastica, smarrito o abbandonato. e riciclarne almeno il 15% entro il 2025.

Scadenza fissata al 2025 anche per gli oggetti su cui non esistono alternative ad esempio le scatole monouso per hamburger e panini, i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati che dovranno essere ridotti del 25% entro il 2025. Per le bottiglie, invece, si punta alla raccolta separata e al riciclo al 90% (ad esempio tramite il sistema dei vuoti a rendere) sempre entro il 2025.

Si stabilisce anche che i produttori di alcuni oggetti (ad esempio involucri, filtri per sigarette, salviette umidificate) debbano farsi carico dei costi relativi alla raccolta dei rifiuti derivanti dall'uso dei loro prodotti.

Gli Stati membri dovranno legiferare di conseguenza ed elaborare anche piani nazionali per incoraggiare l'uso di prodotti a uso multiplo, il riutilizzo e il riciclo.

Secondo gli esperti, grazie alle nuove regole, potrà essere eliminata oltre la metà dei rifiuti nei nostri mari, evitando danni ambientali per circa 23 miliardi di euro e facendo risparmiare ai consumatori 6 miliardi e mezzo di euro a fronte di costi di circa 2 miliardi e 300 milioni.

Addio plastica monouso: il plauso degli ambientalisti

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Il Commissario all'Ambiente dell'Ue, Karmen Vella, ha parlato del provvedimento come "un chiaro segnale dell'intenzione a intraprendere un'azione decisiva per frenare i rifiuti di plastica e rendere i nostri oceani migliori".

Per il WWF il voto del Parlamento Europeo sulla messa al bando della plastica monouso "è un primo e importantissimo passo per cercare di arginare gli effetti di un materiale che è diventato il killer dei mari: l'usa e getta di plastica rappresenta oltre il 50% del marine litter (si arriva al 70% se si includono anche gli attrezzi da pesca)".

L'organizzazione auspica che il Consiglio dei ministri dell'Ambiente europei e la Commissione possano concludere in breve tempo i passaggi necessari, possibilmente entro l'anno.

Soddisfazione anche da parte di Legambiente: per il presidente nazionale, Stefano Ciafani, "si tratta di un passo importante nella lotta all'inquinamento da plastica non gestita correttamente che finisce nei nostri mari, fiumi e laghi, al quale però deve seguire al più presto anche la volontà di inserire misure stringenti sui bicchieri di plastica usa e getta".


Foto: 123rf.com
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