L'Inps promette premi di risultato ai medici che stralciano le prestazioni dirette per malattia. Insorgono le associazioni dei medici e i sindacati

di Lucia Izzo - Incentivi sotto forma di integrazioni del salario ai medici INPS che tagliano le prestazioni dell'Istituto: è l'"aberrante" effetto che si palesa a seguito della determinazione presidenziale n. 24 del 13/03/2018, ovvero il c.d. "Piano della Performance 2018-2020" (quindi già in vigore), con cui l'INPS ha individuato per i suoi dipendenti gli obiettivi da raggiungere per accedere ad alcune forme integrative/aggiuntive di salario.

Medici INPS: più tagli le prestazioni più guadagni

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"Quanto più si revocano le prestazioni di invalidità civile e quanto più vengono annullate le prestazioni dirette per malattia che l'ente fornisce, tanto più guadagneranno i medici a fine anno": sarebbe questo, in estrema sintesi, il messaggio che l'Istituto avrebbe inviato ai propri medici, ha sottolineato Vittorio Agnoletto in un post sul suo blog, ospitato da ilfattoquotidiano.it.

In pratica, a pagina 61 dell'allegato tecnico alla menzionata determinazione presidenziale firmata dal presidente INPS Tito Boeri, al paragrafo "Obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici" sono ricompresi, come si legge al comma 3.1.1., "i seguenti obiettivi per il cui raggiungimento professionisti legali e medici svolgono un ruolo decisivo".

Si tratta, per i medici in servizio presso l'INPS di:

- Vmc (visite mediche di controllo);

- Annullamento prestazioni dirette malattia;

- Revoche prestazioni invalidità civile;

- Azioni surrogatorie.

Incentivi per la revoca delle prestazioni: le conseguenze

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Una simile previsione potrebbe comportare conseguenze facilmente immaginabili: ad esempio, stante gli obiettivi posti al medico per ottenere incentivi o premi, il cittadino che si vede revocare o negare un beneficio (ad esempio l'invalidità civile) potrebbe legittimamente dubitare che il dottore abbia agito secondo "scienza e coscienza" come dovrebbe fare secondo il giuramento professionale, e ipotizzare, invece, che questi abbia inteso perseguire un interesse economico personale.


Alla sfiducia dei cittadini nei confronti dell'amministrazione pubblica, si contrappone anche quella dei dottori che, invece, agiscono secondo il proprio dovere professionale: anche questi si vedrebbero penalizzati nel vedersi riconoscere premi decisamente inferiori rispetto ai colleghi che agiscono per i propri interessi per ottenere guadagni accessori.


D'altronde, i circa 900 i medici che operano presso l'INPS da esterni, quindi con partita IVA, e che costituiscono la maggioranza di coloro che compongono le Commissioni e sul cui operato il dirigente medico strutturato esprime un parere a fine anno, sono consci che le loro decisioni contribuiranno a determinare il premio economico del loro diretto superiore.

Le polemiche contro gli incentivi ai medici INPS

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L'allarme è stato lanciato in prima battuta da ANMI (Associazione nazionale medici Inps) che nel comunicato n. 12 dello scorso 18 settembre 2018, ha contestato questi obiettivi, ritenendo "che alcuni siano incompatibili con le norme deontologiche (revoca di prestazioni di invalidità civile) e altri non ricompresi nell'ambito delle attività svolte dal medico dipendente (VMC annullamento delle prestazioni dirette di malattia) o correlati all'occorrenza di eventi traumatici che prescindono del tutto dall'impegno professionale del medico INPS (surroghe)".

Sulla vicenda, sempre tramite le pagine del Fatto Quotidiano, è intervenuto anche il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli: "Non siamo i medici dello Stato ma del cittadino. Questo incentivo, se confermato, è un'aberrazione per la professione medica e segna il tradimento di principi costituzionali. Chiunque debba valutare, sappia che siamo contrari".

Dopo l'intervento dell'Ordine dei Medici e delle associazioni a tutela dei disabili, anche lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo ha chiesto all'INPS di chiarire questa metodologia, anche a suo parere "contraria alla deontologia della professione medica".

Secca la replica del Presidente dell'INPS, Tito Boeri, che parla di una questione "fondata sul nulla" e sostiene che si tratterebbe di un incentivo "introdotto in virtù di una sentenza del Consiglio di Stato che prevede l'introduzione di un sistema incentivante" volto alla "riduzione del debito pubblico e al risparmio".

Inoltre, ha soggiunto Boeri, "Sono obiettivi aggregati dell'istituto a livello regionale, il singolo medico non ha effetti revocando invalidità. Il medico risponde sulla deontologia alla giustizia civile e penale, oltre che alla propria coscienza".

Sindacati contro INPS: "rivedere il Piano, lede i principi a cui l'attività medica deve ispirarsi"

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Tuttavia, questo intervento non ha affatto placato le polemiceh: contro la delibera che ha fissato tra i criteri di valutazione per la retribuzione di risultato dei medici la riduzione delle prestazioni di malattia le revoche dell'invalidità civile, sono insorti nei giorni scorsi anche i sindacati.


Nel documento a firma congiunta, le tre sigle confederali FP CGIL, CISL FB e UILPA hanno bollato l'erogazione di simili premi di risultato ai medici come "lesiva dei principi di libertà e di indipendenza della professione medica".


Inoltre, le associazioni hanno sottolineato il rischio dell'incentivarsi di "comportamenti contrari a quei principi di rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona cui l'attività professionale medica deve costantemente ispirarsi". Da qui la netta richiesta di rivisitare immediatamente l'Allegato Tecnico al Piano Performance.


Secondo USB (Unione Sindacale di Base), invece, i premi di risultato legati agli obiettivi di contenimento della spesa sono il frutto di "una politica odiosa attuata sulle spalle della parte più debole del paese" e, pertanto, ha richiesto l'immediata cancellazione degli obiettivi produttivi ed economici dei medici INPS elencati nel Piano della Performance.


Foto: 123rf.com
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