Stop del Consiglio di Stato al bonus cultura 2018-2019 per i 18enni in mancanza di una norma di rango primario, ma per il ministro Benisoli non sarebbe una priorità

di Lucia Izzo - Il c.d. bonus cultura non sta vivendo un momento facile. La misura introdotta dal Governo Renzi e che ha consentito ai giovani di spendere ben 500 euro l'anno in prodotti culturali, tra cui libri, dischi, biglietti per concerti, teatro o cinema, potrebbe infatti non essere confermata dal nuovo governo.


Leggi anche: Bonus 18enni: 500 euro anche nel 2017


Le minacce al "bonus" non giungono solo dalla politica, ma anche dalla magistratura che si è vista costretta a esprimere parere negativo alla proroga della misura che avrebbe consentito ai 18enni di usufruirne per il biennio 2018-2019.

Il Consiglio di Stato "boccia" la proroga del bonus cultura

Mancherebbe, infatti, una norma di rango primario per legittimare l'estensione. Tanto si desume dal parere n. 1546/2018 (qui sotto allegato) con cui il Consiglio di Stato si è espresso sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che avrebbe esteso la validità e gli effetti del bonus cultura anche ai giovani che compiranno diciotto anni nel biennio 2018 e 2019, mantenendo fermi i requisiti necessari ad ottenere i benefici della carta elettronica.


La prima versione del c.d. "bonus cultura diciottenni pari a € 500" era stata regolata dalla manovra del 2016 (L. n. 208/2015) a cui era seguito il D.p.c.m. 187/2016 che aveva previsto i criteri e le modalità di attribuzione e di utilizzo della carta elettronica da fornire ai beneficiari (18enni residenti nel territorio nazionale e, ove previsto, in possesso di permesso di soggiorno in corso di validità).


Le disposizioni concernevano, in origine, solo coloro che avessero compiuto diciotto anni nel 2016 e nel 2017, estensione prevista dalla legge di Bilancio dell'epoca e confermata tramite una modifica al decreto 187.

Diversa, invece, la soluzione prescelta dall'ultima manovra che ha conferma l'agevolazione in maniera solo implicita, ovvero prevedendo nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare il bonus cultura a chi avrebbe compiuto i 18anni in questo biennio ovvero, rispettivamente, ben 592mila e 581mila giovani.

Soluzione che non ha convinto il Consiglio di Stato, in quanto "non sembra poter derivare il venir meno della necessità di emanare una norma legittimante di rango primario da porre a base del dPCM in esame, al fine anzitutto di poter individuare la platea di beneficiari del diritto in questione".

Nonostante una fitta corrispondenza con Palazzo Chigi, infatti, per i giudici amministrativi sono rimaste le perplessità visto che, a differenza degli scorsi anni, manca una norma di rango primario a cui appigliare il prolungamento del bonus cultura.

Palazzo Spada, tuttavia, chiarisce che, nelle more dell'emanazione di un'apposita normativa primaria legittimante, "non è preclusa l'adozione di circolari o atti amministrativi che possano stabilire le prime modalità procedurali per accedere al beneficio anche per l'anno in corso e il successivo".

Resta fermo, tuttavia, che "per disciplinare criteri e modalità di attribuzione e di utilizzo della carta elettronica occorrerà procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l'intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario".

Bonisoli: il ministro della cultura contro 18App

Non sembra, tuttavia, che la correzione delle anomalie che hanno investito la proroga del bonus cultura sia una priorità del nuovo esecutivo.

Lo si desume dalle dichiarazioni del neo ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli che ha espresso perplessità e lasciato intendere che potrebbe non"salvare" la misura prevista dal Governo Renzi: "Vale duecento milioni, è meglio far venire ai giovani la fame di cultura facendoli rinunciare a un paio di scarpe" ha chiosato il ministro in un'intervista al Corriere della Sera.


Dichiarazioni che hanno scatenato un acceso dibattito. La deputata Anna Ascani ha, infatti, parlato di "atteggiamento irresponsabile e svilente" del ministro nei confronti di 18App, bollando come "delirante arrivare a dire che sarebbe più educativa per un ragazzo la rinuncia a un paio di scarpe per permettersi i consumi di cultura che avere 18App"; questo perchè, prosegue la deputata, non è alla portata di tutti i ragazzi permettersi i consumi culturali e ritenendo una "responsabilità pubblica educare alla cultura".


Il sospetto del PD "è che il ministro Bonisoli cerchi goffamente un motivo qualsiasi per tagliare i fondi a 18app" allo scopo di finanziare il programma del nuovo governo. Ciò che è di palese evidenza al momento è che le sorti del bonus cultura sono sicuramente in bilico.

Consiglio di Stato, Parere n. 1546/2018

Foto: 123rf.com
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