L'Anpal comunica il rinvio dell'entrata a regime dell'assegno di ricollocazione al mese prossimo

di Gabriella Lax - Rinviato al mese prossimo l'assegno di ricollocazione. A comunicarlo è Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) che, con la delibera n. 14 del 10 aprile 2018 ha rinviato l'entrata a regime dell'assegno di ricollocazione prevista per il 3 aprile scorso.

Leggi Assegno ricollocazione dal 3 aprile

La delibera del consiglio d'amministrazione annulla il precedente provvedimento n. 3/2018 del 14 febbraio scorso.

Anpal, assegno di ricollocazione rinviato a maggio

Il ritardo sembra essere dovuto al coinvolgimento nelle pratiche degli istituti di patronato, per i quali le procedure di adeguamento informatico hanno previsto tempi più lunghi rispetto a quelli stabiliti.

Come riporta il Sole 24 Ore, toccherà ai patronati supportare chi presenta le richieste di assegno attraverso il sistema informativo, come già succede per la richiesta delle forme di sostegno al reddito all'Inps. Al momento, chiarisce Anpal, sono attive ma non operative 18 convenzioni (rispettivamente con Acli, Enapa, Enasco, Encal-Inpal, Epas, Inapa, Inas, Inca, Italuil, Sias, Senas, Enac, Anmil, Inac, Labor, Epasa-Itaco, Acai, Epaca). Invece gli operatori accreditati ai servizi per il lavoro possono presentare candidatura, indicando le sedi operative presso le quali sono disponibili a erogare il servizio di assistenza intensiva dell'assegno di ricollocazione, come chiarito dall'avviso pubblico "Entrata a regime dell'assegno di ricollocazione" del 7 marzo scorso.

L'avvio è rinviato ad una data non ben precisata del mese di maggio.

Secondo quanto riportato in delibera entro fine mese Anpal dovrà stabilire i flussi informativi con l'Inps, chiudere e testare la piattaforma informatica necessaria in particolare per la fase iniziale di Richiesta dell'Adr ed un primo colloquio con i soggetti, e, non ultimo, formare il personale. Nel mese di maggio 2018 bisognerà anche definire gli standard di cooperazione con CPI e patronati.

Assegno ricollocazione: cos'è e a chi spetta

Ricordiamo che l'assegno di ricollocazione

è uno strumento che aiuta i disoccupati a migliorare le possibilità di trovare la propria ricollocazione nel mondo del lavoro: consiste in un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza alla ricerca di occupazione (centri pubblici per l'impiego o altri soggetti accreditati). E serve, come ricorda Anpal, a potenziare le loro attività di supporto e fornire un servizio personalizzato agli utenti.

Sono destinatari i percettori dell'indennità di disoccupazione Naspi da almeno quattro mesi. L'importo dell'assegno è riconosciuto non alla persona disoccupata, ma al soggetto che ha fornito il servizio di assistenza alla ricollocazione e solo se la persona titolare dell'assegno trova lavoro.

Si tratta di un importo variabile da un minimo di 250 euro ad un massimo di 5.000 euro, in base al tipo di contratto che regola il rapporto di lavoro e in relazione al grado di difficoltà per ricollocare la persona disoccupata. E, sempre in base a questo profilo di occupabilità, nel caso in cui l'attività di assistenza intensiva alla ricollocazione si concluda con un successo occupazionale, ai Centri per l'impiego (Cpi) e ai soggetti nazionali e regionali accreditati ai servizi per il lavoro spetterà un rimborso variabile dai 1.000 ai 5.000 euro, per ogni contratto a tempo indeterminato.


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