Il decreto intercettazioni, attuativo della riforma del processo penale, è stato approvato in via preliminare dall'esecutivo e ora attende i pareri delle commissioni parlamentari per il sì definitivo

di Valeria Zeppilli - Lo schema di decreto legislativo attuativo della legge delega in materia di intercettazioni è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, dove tornerà per l'ok definitivo dopo aver superato anche il vaglio dei pareri delle commissioni parlamentari.

Taglio delle trascrizioni

Secondo la bozza di decreto circolante (qui sotto allegata) le trascrizioni saranno da ora in poi pochissime, subordinate alla rilevanza delle intercettazioni e fatte mediante riassunti. In tal modo si riuscirà a bilanciare le indagini penali con il delicato tema della privacy degli intercettati.

Soprattutto, spariranno tutte le intercettazioni che non sono penalmente rilevanti e il compito di vagliare tale requisito viene affidato dal decreto alla polizia giudiziaria, che lo svolgerà sotto il controllo del magistrato incaricato delle indagini. Il giudice terzo avrà l'ultima parola sul punto, ma prima potrà anche procedersi al contraddittorio con la difesa per verificare l'effettiva rilevanza di una registrazione.

Archivio delle intercettazioni

Un ulteriore aspetto del decreto degno di particolare nota è rappresentato dall'istituzione, presso l'ufficio del PM, di un archivio riservato alle intercettazioni.

Ad esso potranno accedere solo ed esclusivamente i giudici, i difensori e gli ausiliari che siano stati preventivamente autorizzati dal pubblico ministero, mentre la direzione e la sorveglianza dell'archivio saranno affidate al procuratore della Repubblica.

Il contenuto della delega

Con l'approvazione preliminare del decreto da parte del Consiglio dei Ministri si appresta così a divenire realtà quanto previsto dalla legge di riforma del processo penale numero 103/2017 che ha incaricato il Governo di riformare in lungo e in largo la disciplina sulle intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, dettando dei chiari principi e criteri direttivi che vale la pena ricordare.

Reato punito sino a quattro anni

L'aspetto più interessante della delega, e ovviamente affrontato dalla bozza di decreto attuativo, è senza dubbio rappresentato dalla previsione di un'apposita fattispecie delittuosa per tutti i casi di diffusione di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni anche telefoniche, fatta dal soggetto che le ha effettuate mentre sono svolte alla sua presenza con il fine di arrecare in tal modo danno reputazione o all'immagine altrui.

La pena per la nuova fattispecie criminosa è quella della reclusione sino a massimo quattro anni, con esclusione della punibilità se le registrazioni o le riprese sono utilizzate nell'ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l'esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca.

Privacy e altre novità

Come si è detto, il fine principale della delega è quello di armonizzare la disciplina delle intercettazioni con le esigenze di tutela della privacy.

Per tale ragione, nel decreto attuativo dovranno comparire delle disposizioni utili a garantire che le comunicazioni tra difensori e assistiti e quelle oggetto di conversazioni telefoniche o telematiche intercettate restino riservate, se non per esigenze di indagine e avendo speciale riguardo alla tutela della privacy di coloro che sono coinvolti nel procedimento penale solo in maniera occasionale.

Altre novità in arrivo riguardano la semplificazione delle condizioni richieste per l'impiego delle intercettazioni nei procedimenti che riguardano i reati più gravi commessi dai pubblici ufficiali in danno della pubblica amministrazione e la disciplina delle intercettazioni tra presenti con l'immissione di captatori informatici in dispositivi elettronici portatili.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni
Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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