Da oggi la magistratura onoraria ha incrociato le braccia per chiedere la "stabilizzazione"

di Marina Crisafi - Basta essere i precari e i lavoratori in nero della giustizia. È questo il grido dei giudici di pace che da oggi e per i prossimi 4 giorni sono tornati ad incrociare le braccia. A rischio, fa sapere l'Unione Nazionale dei giudici di pace che ha organizzato la protesta, è la celebrazione di 150mila processi, penali e civili. 

La nuova mobilitazione, che segue a ruota quella dello scorso novembre, ha lo scopo di sollecitare il governo Gentiloni all'immediata approvazione di un decreto legge che sani "le violazioni comunitarie ed internazionali contestate dalle più alte autorità europee". E che riconosca dunque ai magistrati onorari: la continuità del servizio, la previdenza, l'assistenza sociale in caso di malattia, maternità o infortuni, le ferie e un compenso dignitoso che ne garantisca l'indipendenza.

L'Europa ha già chiesto all'esecutivo italiano di intervenire "con urgenza per sanare le tante violazioni del diritto comunitario ed internazionale perpetrate a danno dei giudici di pace, dapprima con l'avvio di una procedura preliminare di infrazione per violazione della direttiva comunitaria sul lavoro a tempo determinato da parte della Commissione Europea, ora investita anche dal Parlamento Europeo, da plurime petizioni ed interrogazioni a risposta scritta, di recente con la decisione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa, che ha condannato l'Italia per violazione della Carta Sociale Europea" si legge nella nota dell'Unagipa.

Il tutto servirebbe ad evitare, avvertono i giudici non togati, l'avvio della procedura di infrazione contro il nostro paese, che costerebbe "miliardi di euro di risarcimenti e sanzioni che graverebbero sul popolo italiano". Non solo. In tal senso, i giudici di pace si stanno muovendo anche sul fronte giudiziario: in 300 infatti si sono rivolti al Tar Lazio per chiedere la stabilizzazione (leggi: "I giudici di pace fanno causa al governo: basta essere i lavoratori in nero della giustizia") e si preannuncia l'avvio di centinaia di azioni.


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