La vicenda della studentessa di Padova affetta da una rara malattia genetica che ha dichiarato in un post su facebook di essere viva grazie anche alla sperimentazione sugli animali, ha riacceso dibattito sui diritti degli animali, per i quali da anni la Lega Anti Vivisezione (LAV) si sta battendo con forza.

Sull'argomento è intervenuta la biologa Susanna Penco, malata di sclerosi multipla da circa vent'anni, spiegando che la medicina deve andare avanti e guardare metodi alternativi perché oggi, "anche per le malattie più agghiaccianti, ossia delle quali non si conoscono le cause e che riducono fortemente la qualità della vita" è proprio "la sperimentazioni sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati".

Se si abbandonassero metodi fuorvianti e ci si concentrasse sull'uomo, "i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci".


Bisogna puntare, spiega la Penco, alla "medicina personalizzata" che per capire il funzionamento delle malattie sfrutta le differenze genetiche tra i diversi individui.

Anche la donazione degli organi per la ricerca può essere una strada per accelerare il progresso della scienza medica.  "Dovremmo cominciare a studiare tessuti umani e anche gli organi post mortem" conclude la Penco.


Insomma, come si legge nel sito della LAV "l'uso di animali potrebbe anche aver rallentato il progresso della ricerca per trovare cure per malattie umane" e proprio "per queste ragioni negli altri Paesi si investe sui metodi alternativi".


Resta in ogni caso aperto il discorso più generale sul riconoscimento del diritto degli animali a vivere in libertà e a non soffrire inutilmente. E su questo vi invitiamo a dire la vostra rispondendo al sondaggio qui sotto oppure utilizzando la sezione commenti


Chi si batte per la tutela dei diritti degli animali

afferma che noi tutti apparteniamo a un'unica grande famiglia (quella del mondo animale) e che animali di molte specie sono esseri sensienti, capaci di amare, di soffrire, di gioire, di piangere proprio come noi. Sotto questo profilo è sempre più difficile giustificare violenze e maltrattamenti per il solo fatto della 'diversità' di specie.

In passato poteva bastare un colore diverso della pelle per legittimare la sopraffazione su altri esseri umani, oggi si verificano le stesse dinamiche nei confronti di esseri viventi la cui unica colpa è la "diversità".

Il sondaggio è aperto. Vota anche tu 


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