Il Consiglio Nazionale Forense, commentando il testo del maxiemendamento al ddl stabilità esprime le sue perplessità per il fatto che sarebbero state accolte solo alcune delle obiezioni mosse dagli avvocati. "Vi e' stato qualche opportuno ripensamento dell'ultima ora - spiega il CNF - su norme contro le quali il Consiglio e' insorto con immediatezza. In particolare, il Governo ha espunto dal testo definitivo l'anticipo dell'entrata in vigore della mediazione anche per le materie finora escluse (condominio e risarcimento danni da circolazione autoveicoli); e non ha inserito quella disposizione, contraria a ogni principio di civilta' giuridica, della motivazione lunga 'a pagamento'". Quello che non va, secondo il CNF, è che si mantengono ancora alcune previsioni "che ostacolano l'accesso alla giustizia da parte dei cittadini" Tra queste le norme "che dispongono l'aumento del contributo unificato
per i processi di appello e Cassazione o che introducono la multa fino a 10.000 euro in caso di rigetto della istanza di sospensione dell'esecutivita' della sentenza di primo grado". Per quanto riguarda poi le previsioni in materia di società tra professionisti, ci sono interventi peggiorativi, dato che si prevede la possibilità che i soci di capitale possono essere anche di maggioranza. Questo rischia di far perdere autonomia e indipendenza ai professionisti che rischiano di cedere di fronte alla maggiore forza del grande capitale.
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