Cassazione: perdita rilevante ai sensi dell'art 1223 c.c. la sanzione irrogata alla cliente per il mancato pagamento della registrazione su consiglio del legale

Perdita risarcibile la sanzione subita per colpa dell'avvocato

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La cliente che non paga la registrazione degli atti e poi subisce la sanzione che gli costa più di 5000 euro deve essere risarcita dal legale che le ha consigliato di non pagare. La stessa ha subito infatti una perdita patrimoniale rilevante ai sensi dell'art. 1223 c.c, senza che rilevi la mancata dimostrazione del pagamento della somma. Queste le conclusioni della Cassazione contenute nell'ordinanza n. 34700/2021 (sotto allegata).

Avvocato consiglia alla cliente di non pagare la registrazione degli atti

Un avvocato ottiene un decreto ingiuntivo nei confronti di una cliente per il pagamento delle proprie spettanze. La donna però contesta le richieste e chiede in via riconvenzionale la condanna dell'avvocato al pagamento della somma di € 5.422,95 relativa alle sanzioni che le state applicate dall'Agenzia delle Entrate per non avere provveduto al pagamento delle spese di registrazione degli atti, non effettuata su consiglio del legale.

Il Tribunale riconosce alla cliente il diritto a farsi corrispondere la somma sostenuta per il pagamento delle sanzioni e dopo avere accertato un maggiore credito dell'avvocato, condanna la donna al pagamento della differenza.

In sede di appello la Corte, dopo essersi pronunciata sull'appello principale dell'avvocato e su quello incidentale della cliente, condanna quest'ultima al pagamento della somma ulteriore di 110 euro, rigettando quindi la richiesta della donna.

La Corte, così come il giudice di primo grado hanno affermato che nulla esime l'avvocato dall'informare la cliente sulle conseguenze che derivano dal mancato pagamento. Non rileva però la mancata prova del debito erariale perché le spese di registrazione vanno assolte dalla parte, unica a poter essere sottoposta a esecuzione.

Per l'avvocato è risarcimento "punitivo"

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L'avvocato ricorre in Cassazione, sollevando un unico motivo con il quale censura la sentenza di appello nella parte in cui conferma il risarcimento del danno a suo carico per la somma corrispondente alla sanzione applicata alla cliente.

Per l'Avvocato la Corte non ha accertato il danno, necessario ai fini del risarcimento, prescindendo dalla prova dello stesso. In questo modo ha utilizzato il riconoscimento del risarcimento per punirlo, con il conseguente e ingiustificato arricchimento della controparte.

La sanzione ha determinato una perdita rilevante, danno da risarcire

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La Cassazione però disattende il motivo sollevato dal legale e rigetta il ricorso. Pacifico che la cliente sia tenuta al pagamento del debito erariale, della cui esistenza non si dubita. La sanzione tributaria irrogata però ha determinato una posta passiva nel patrimonio della donna determinando un pregiudizio effettivo e immediato, ossia una perdita rilevante ai sensi dell'art 1223 c.c senza che rilevi la dimostrazione del pagamento dell'importo ai fini del riconoscimento del risarcimento del danno.

Scarica pdf Cassazione n. 34700/2021

Foto: 123rf.com
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